Diete dimagranti: quali scegliere e quali evitare

Iperproteiche o a blocchi? Sono spesso costose, non semplici da capire e da seguire, oltre che inutili e pericolose per la salute. Sotto la lente sono finite le più famose diete, indiscusse protagoniste di libri e riviste. Le abbiamo analizzate per valutarne pro e contro: ti sveliamo le 7 che è bene evitare.
Regimi alimentari a confronto
I buoni propositi per dimagrire non mancano mai.
Già, ma da dove partire? Prima di tutto è bene sapere se davvero è necessario perdere qualche chilo o se il proprio peso e le calorie che si assumono ogni giorno sono tutto sommato adatti alla propria statura e al proprio stile di vita.
Per scoprirlo può essere utile calcolare il proprio indice di massa corporea (IMC) e capire una volta per tutte se si è in forma oppure no.
Una volta appurato che perdere qualche chilo può essere utile per sentirsi meglio, è importante scegliere la dieta giusta e il regime alimentare corretto. Questa guida può dunque esserti utile a scegliere quella più adatta a te e soprattutto a evitare quelle pericolose, inutili o costose, anche se spesso molto pubblicizzate e diffuse.
Giusto per entrare subito nel merito, ecco quali sono le 7 diete che, per il bene della tua salute, è bene evitare.
Dieta | Valutazione | Perché |
---|---|---|
Atkins | Pessima | Stile alimentare difficile da trasformare in alimentazione sana ed equilibrata |
Dieta del gruppo sanguigno | Pessima | Si rischia di andare incontro a carenze nutrizionali |
Dukan | Pessima | Abitudini nutrizionali scorrette che possono comportare rischi per la salute |
Fast | Pessima | Sostiene, senza nessuna conferma, di migliorare la salute con il semidigiuno |
Paleodieta | Pessima | Costosa, a lungo termine può comportare rischi per la salute |
Lemme | Pessima | È una low-carb ipocalorica |
South Beach | Pessima | Promuove abitudini nutrizionali scorrette, a discapito della salute |
Le altre diete sotto la lente
Da quelle iperproteiche a quelle troppo costose: la nostra classifica.
Dieta | Valutazione | Perché |
---|---|---|
Carb Lover's | Buona | Con questo regime non dovrebbero insorgere carenze alimentari |
Dieta Dinner Cancelling | Accettabile | Se ben strutturata da un professionista, questa modalità di consumo dei pasti può essere di aiuto a chi non riesce a praticare una dieta ipocalorica classica |
Dieta dell'indice glicemico | Accettabile | Promuove alimenti integrali e sconsiglia quelli contenenti carboidrati raffinati (bevande zuccherate, farine bianche...) |
Dieta secondo il metodo Montignac | Accettabile | Favorisce il consumo di fibre e limita i cibi raffinati e ricchi di grassi saturi |
Welcome Weight | Accettabile | Classificazione dei cibi non chiara, si rischia un'alimentazione sbagliata |
Dieta social | Accettabile | Non è prevista l'eliminazione di alcun macronutriente e invita a mangiare moltisime verdure |
Acido-base | Mediocre | Limita notevolmente la varietà degli alimenti |
Dieta dei geni | Mediocre | Non è dimostrato che chi possiede varianti nei geni necessita di una particolare dieta |
Dimagrire senza fatica | Mediocre | Vengono esaltate proprietà particolari dei cibi che non trovano riscontro scientifico |
Metodo Naturhouse | Mediocre | Costosa, bisogna assumere sostituti del pasto e composti fitoterapici a marchio |
Pesoforma | Mediocre | I prodotti a marchio Pesoforma sono ricchi di ingredienti non salutari |
Scarsdale | Mediocre | Escludendo alcuni alimenti, si rischia di incappare in carenze nutrizionali |
Supermetabolismo | Mediocre | Alto rischio di effetto yo-yo |
Sukkar | Mediocre | Porzioni e frequenze di consumo completamente sbilanciate |
Tisanoreica | Mediocre | Costosa, legata all'assunzione di prodotti ricchi di conservanti e coloranti |
Zona | Mediocre | Ogni pasto è composto secondo precisi calcoli, difficile da applicare |
Whole 30 | Mediocre | Vieta il consumo di cibi elaborati e raffinati, ma eliminando molti alimenti a lungo andare si può andare incontro a carenze nutrizionali |
Dietidea | Mediocre | Con questo regime non dovrebbero insorgere carenze alimentari |
I buoni propositi per dimagrire non mancano mai.
Già, ma da dove partire? Prima di tutto è bene sapere se davvero è necessario perdere qualche chilo o se il proprio peso e le calorie che si assumono ogni giorno sono tutto sommato adatti alla propria statura e al proprio stile di vita.
Per scoprirlo può essere utile calcolare il proprio indice di massa corporea (IMC) e capire una volta per tutte se si è in forma oppure no.
Una volta appurato che perdere qualche chilo può essere utile per sentirsi meglio, è importante scegliere la dieta giusta e il regime alimentare corretto. Questa guida può dunque esserti utile a scegliere quella più adatta a te e soprattutto a evitare quelle pericolose, inutili o costose, anche se spesso molto pubblicizzate e diffuse.
Giusto per entrare subito nel merito, ecco quali sono le 7 diete che, per il bene della tua salute, è bene evitare.
Dieta | Valutazione | Perché |
---|---|---|
Atkins | Pessima | Stile alimentare difficile da trasformare in alimentazione sana ed equilibrata |
Dieta del gruppo sanguigno | Pessima | Si rischia di andare incontro a carenze nutrizionali |
Dukan | Pessima | Abitudini nutrizionali scorrette che possono comportare rischi per la salute |
Fast | Pessima | Sostiene, senza nessuna conferma, di migliorare la salute con il semidigiuno |
Paleodieta | Pessima | Costosa, a lungo termine può comportare rischi per la salute |
Lemme | Pessima | È una low-carb ipocalorica |
South Beach | Pessima | Promuove abitudini nutrizionali scorrette, a discapito della salute |
Le altre diete sotto la lente
Da quelle iperproteiche a quelle troppo costose: la nostra classifica.
Dieta | Valutazione | Perché |
---|---|---|
Carb Lover's | Buona | Con questo regime non dovrebbero insorgere carenze alimentari |
Dieta Dinner Cancelling | Accettabile | Se ben strutturata da un professionista, questa modalità di consumo dei pasti può essere di aiuto a chi non riesce a praticare una dieta ipocalorica classica |
Dieta dell'indice glicemico | Accettabile | Promuove alimenti integrali e sconsiglia quelli contenenti carboidrati raffinati (bevande zuccherate, farine bianche...) |
Dieta secondo il metodo Montignac | Accettabile | Favorisce il consumo di fibre e limita i cibi raffinati e ricchi di grassi saturi |
Welcome Weight | Accettabile | Classificazione dei cibi non chiara, si rischia un'alimentazione sbagliata |
Dieta social | Accettabile | Non è prevista l'eliminazione di alcun macronutriente e invita a mangiare moltisime verdure |
Acido-base | Mediocre | Limita notevolmente la varietà degli alimenti |
Dieta dei geni | Mediocre | Non è dimostrato che chi possiede varianti nei geni necessita di una particolare dieta |
Dimagrire senza fatica | Mediocre | Vengono esaltate proprietà particolari dei cibi che non trovano riscontro scientifico |
Metodo Naturhouse | Mediocre | Costosa, bisogna assumere sostituti del pasto e composti fitoterapici a marchio |
Pesoforma | Mediocre | I prodotti a marchio Pesoforma sono ricchi di ingredienti non salutari |
Scarsdale | Mediocre | Escludendo alcuni alimenti, si rischia di incappare in carenze nutrizionali |
Supermetabolismo | Mediocre | Alto rischio di effetto yo-yo |
Sukkar | Mediocre | Porzioni e frequenze di consumo completamente sbilanciate |
Tisanoreica | Mediocre | Costosa, legata all'assunzione di prodotti ricchi di conservanti e coloranti |
Zona | Mediocre | Ogni pasto è composto secondo precisi calcoli, difficile da applicare |
Whole 30 | Mediocre | Vieta il consumo di cibi elaborati e raffinati, ma eliminando molti alimenti a lungo andare si può andare incontro a carenze nutrizionali |
Dietidea | Mediocre | Con questo regime non dovrebbero insorgere carenze alimentari |
Dieta basata sull'importanza dell’amido resistente (cioè che non viene digerito) per il dimagrimento, grazie al suo effetto di aumento del senso di sazietà e di riduzione dell’assorbimento di zuccheri e grassi.
Schema della dieta dei carboidrati
La prima fase, detta "urto" (di 7 giorni) prevede un regime alimentare da 1200 kcal giornaliere in cui i pasti consigliati possono essere combinati a piacimento.
- Ogni pasto è composto per un quarto da alimenti ricchi di amido resistente (CarbStar)
- Il resto del pasto può prevedere carne, pesce, uova o latticini magri, frutta e verdura, e grassi buoni come olio extravergine d’oliva o frutta secca.
La perdita di peso auspicabile in questa settimana è di 2 kg o poco più.
La seconda fase, detta "di assestamento" (di 21 giorni) prevede l'aumento delle porzioni. Sono sempre presenti dei menù tipo da combinare a piacere e la perdita di peso auspicabile è di 1 kg alla settimana.

Valutazione: buona
Analizzando i pasti suggeriti dal programma dietetico si nota una buona ripartizione calorica dei macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi), una buona presenza di proteine vegetali e un buon apporto di grassi essenziali dati dalla frutta secca, olio extravergine d'oliva e pesce. Permettendo di variare spesso le scelte non si può dire che ci siano rischi di carenze di micronutrienti (vitamine e minerali). La perdita di peso più lenta, se confrontata con altri programmi, unita alla possibilità di consumare tutti i gruppi alimentari, fa pensare a un mantenimento nel tempo più efficace. L’unico elemento che può scoraggiare nelle prime fasi è la necessità di dover pesare le porzioni.
Pro
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Contro
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La Dinner Cancelling, conosciuta attualmente come la Dieta di Fiorello perché ha affermato di seguirla, prevede come dice il nome stesso l’eliminazione della cena, portando a un digiuno di 16 ore prima del pasto successivo, la colazione.
La DC è un tipo di digiuno intermittente e fa parte di quei protocolli che nella letteratura scientifica vengono definiti Time Restricted Feeding (alimentazione a tempo limitato, TRF), che prevede la stessa routine alimentare ogni giorno con un certo numero di ore designate come finestra di digiuno (che vanno da 12 a 20 ore) e le ore rimanenti come finestra di alimentazione (che generalmente non hanno una durata maggiore di 8-12 ore).
Dieter Grabbe, l’ideatore di questa dieta, sostiene che questo tipo di alimentazione rallenterebbe i processi di invecchiamento, e rimanda a studi sulla longevità attraverso la riduzione calorica.
Valutazione: accettabile (anche se a seconda dei casi)
Le premesse per sostenere l’efficacia del digiuno sono promettenti: studi condotti su animali e sull'uomo hanno dimostrato che molti dei benefici per la salute del digiuno intermittente sono da ricondurre alla promozione di risposte cellulari adattive, che migliorano i profili metabolici e infiammatori. Ma richiedono comunque un approfondimento con studi mirati e protocolli di lavoro ben progettati e accurati, a causa della disparità di informazioni. Inoltre sono ancora molto scarsi studi in merito alla sola dieta che prevede il salto della cena.
Questa modalità con cui vengono consumati i pasti è quella che più si avvicina al ritmo circadiano del nostro organismo, estendendo il digiuno notturno a 16 ore.
Se ben strutturata da un professionista, questa modalità di consumo dei pasti può essere di aiuto a chi non riesce a praticare una dieta ipocalorica classica oppure a chi lavora su turni, e che quindi non riesce ad avere un’alimentazione bilanciata con orari classici dei pasti.
Pro
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Contro
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Il concetto di indice glicemico (IG) è stato elaborato negli anni '70 da Crapo, un ricercatore californiano dell'Università di Stanford, e messo a punto dal dr. David Jenkins nel 1981. L’IG misura la capacità di un determinato alimento, contenente carboidrati, di alzare i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) una volta digerito. La scala degli indici glicemici è stata costruita ponendo il glucosio puro come standard di riferimento, a cui è stato arbitrariamente assegnato il valore 100 (100% dell'assorbimento intestinale).
Gli IG vengono generalmente classificati in 3 categorie:
- bassi (IG<35)
- medi (35<IG<50)
- alti (IG>50)
Un IG alto provocherà una risposta glicemica alta, mentre un IG basso provocherà una risposta glicemica bassa. Chi consuma alimenti con IG medio-basso potrà perdere i chili in eccesso.

Valutazione: accettabile
Esistono diversi studi a supporto dei benefici di una dieta a basso indice glicemico. Il consumo di alimenti a basso indice glicemico sembra infatti avere un ruolo nella prevenzione di patologie come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, obesità, tumore del colon e carcinoma mammario.Tuttavia gli studi sono ancora in corso e non sono quindi arrivati a conclusioni definitive. In particolare non esiste un'unica lista di indici glicemici validata dalla comunità scientifica.
La difficoltà del calcolo dell’indice glicemico risiede anche nel fatto che può essere influenzato da numerosissimi fattori, tra cui il tipo di amido, la modalità' di cottura, il tipo di lavorazione e raffinazione, il contenuto, la presenza nello stesso pasto di altri nutrienti (es. grassi, proteine). Positiva la promozione del consumo di alimenti integrali. Spesso nelle tabelle sono inclusi anche alimenti come carne, formaggi e salumi che hanno un IG pari a 0, ma solo perché non contengono carboidrati: attenzione quindi a non considerarlo come un incentivo al consumo.
Pro
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Contro
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Il metodo messo a punto da Montignac non è una vera e propria dieta dimagrante, anche se in caso di sovrappeso e obesità può contribuire alla perdita dei chili in eccesso, ma sono indicazioni di alcune corrette abitudini che possono essere seguite per tutta la vita.
Alimentazione secondo il metodo Montignac
Questo metodo si basa sul concetto di indice glicemico (IG), valore che indica la velocità di innalzamento della glicemia, in seguito all'assunzione di un alimento.
Promuove il consumo di cibi ad alto tenore di fibra (riso e pasta integrali, legumi, verdure), quindi a basso IG, e limita il consumo di alimenti contenenti zuccheri semplici ad alto IG (bibite zuccherate, pane bianco, mais). Non vengono posti limiti nella quantità di cibo.
Sono previste due fasi: una di dimagrimento e l'altra di stabilizzazione e prevenzione.

Valutazione: accettabile
Nel complesso da buone indicazioni nutrizionali (fibra, grassi) e indica la dieta medirreranea come la migliore. Potendo assumere porzioni “illimitate” degli alimenti permessi non vi è alcuna garanzia che l’introito calorico sia quello corretto, quindi potrebbe risultare inefficace per soggetti abituati ad abbuffarsi. Montignac fornisce una tabella che riporta l’IG di tutti gli alimenti, purtroppo però non esiste una tabella ufficiale dell’indice glicemico degli alimenti condiviso da tutto il mondo scentifico a cui far riferimento.
Pro
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Contro
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Per parlare di questa dieta è necessario un riferimento alla dieta Weight Watchers, nata negli anni 60 e caratterizzata da un regime a punti, dove ad ogni alimento viene assegnato un punteggio calcolato in base alle calorie, al contenuto di grassi e, in alcuni casi, al contenuto di fibre. Il range dei punti giornalieri dipende dal peso e dal sesso, e man mano che si perde peso i punti aumentano gradualmente. L’attività fisica permette di guadagnare qualche punto, ed è inoltre possibile “risparmiare” alcuni punti per concedersi un pasto più “ricco” alla settimana.
Pilastro di questa dieta è il supporto di gruppo, ovvero riunioni dove potersi scambiare consigli, opinioni e difficoltà e dove è possibile ricevere un supporto nutrizionale.
In Italia questo regime è scomparso, successivamente sostituito dalla dieta Welcome Weight, che mantiene gli incontri di gruppo ma cambia leggermente il conteggio degli alimenti da poter consumare, classificandoli in frutta [Fr], verdura [Ve], carboidrati[Ca], proteine [Pt], grassi [Gr] e latticini [La]. Ogni elemento di questa classificazione ha un numero massimo di porzioni da poter consumare, identificate con delle caselline presenti su un diario alimentare apposito. Ogni qualvolta si consuma un pasto, è necessario barrare tutte le varie caselle dei differenti alimenti o nutrienti che sono stati assunti.

Valutazione: accettabile
La prima critica è rivolta alla piramide alimentare utilizzata, in quanto gli alimenti vengono suddivisi un po’ per nutrienti e un po’ per gruppo alimentare, rischiando di creare confusione e non educare adeguatamente le persone in questo ambito. Nei menù tipo, per ogni alimento o preparazione, viene indicata la quantità e la tipologia di “caselle” contenute, senza però differenziare la qualità delle diverse caselle (ad esempio dei carboidrati o dei grassi). Quindi, ad esempio una pasta bianca o del farro integrale hanno lo stesso valore. Nelle ricette consigliate questo metodo a caselle non è molto chiaro, ad esempio si indica che una ricetta contiene due “caselle” di verdure quando in realtà ne sono presenti ben poche nella ricetta.
Pro
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Contro
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Messa a punto recentemente dal dr. Robert Young, un microbiologo-naturopata-nutrizionista americano, lo scopo di questa dieta è di mantenere il naturale pH alcalino del sangue (7.35 e 7.45).
Secondo questo metodo, l’eccessiva acidificazione del sangue è la causa principale di tutte le patologie esistenti, teoria non validata scientificamente.
La dieta deve essere composta per:
- il 70% da alimenti alcalinizzanti (broccoli, cavoli, spinaci, pomodori...)
- il 30% da alimenti acidificanti (riso bianco, uova, carne, formaggi...), che vanno quindi consumati con moderazione

Valutazione: mediocre
Non esiste nessuna evidenza scientifica che dimostri che la dieta possa modificare in maniera significativa i livelli di pH del sangue (mantenuti costanti da ben altri meccanismi di controllo). Pur promuovendo il consumo di verdura fresca e legumi e scoraggiando quello di carne, insaccati, zuccheri semplici e alcolici, la dieta limita la varietà degli alimenti, riducendo drasticamente frutta, carboidrati complessi (pasta, riso e cereali sia integrali che non), pesce e frutta secca (eccetto le mandorle). Se seguita per un lungo periodo di tempo, si rischia di avere carenze nutrizionali (acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, vitamine e sali minerali). La limitazione dei cereali integrali e della frutta non consente di soddisfare il fabbisogno giornaliero di fibre, che non è raggiungibile solamente mangiando verdura e legumi.
Pro
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Contro
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Associazione di una dieta ipocalorica e iperproteica a integratori e a sostituti del pasto a marchio Naturhouse.
È prevista una fase di dimagrimento, durante la quale vengono vietati (o fortemente ridotti) i carboidrati, come pane, pasta, patate,riso, rimpiazzati da sostituti del pasto e integratori. Per gli altri nutrienti le frequenze sono basate sulla classica piramide nutrizionale. La durata dipende dai kg da perdere.
Nella fase di mantenimento, invece, pane, pasta, riso, patate vengono reintegrati gradatamente nell'alimentazione.
Prevede una consulenza settimanale, effettuata da biologi o dietisti o nutrizionisti, per monitorare i progressi cambiando, eventualmente, i prodotti.

Valutazione: mediocre
Dieta scarsamente personalizzata, generata in automatico da un software. Nonostante i responsabili sostengano che sono dotati di un database di 150 diete, queste devono necessariamente rispettare i principi del metodo e sono quindi poco elastiche e scarsamente modificabili. Il soggetto impara più a fare affidamento sui prodotti a marchio che su un’alimentazione corretta e bilanciata e su uno stile di vita attivo. Molti dei prodotti fitoterapici suggeriti contengono estratti che stimolano il metabolismo (es. guaranà), la diuresi e possono essere perciò molto pericolosi per persone che soffrono di pressione alta o disturbi renali. La perdita di peso viene falsata dalla perdita di liquidi.
Contro
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Il programma Pesoforma si basa su alcune evidenze che dimostrano come una dieta parzialmente composta da pasti sostitutivi sia più appetibile e quindi più applicabile.
Questo regime prevede una dieta “bilanciata”, con la sostituzione di uno dei pasti principali con un pasto sostitutivo a marchio Pesoforma. Si tratta di barrette, panini, dessert di vario tipo. Oltre ai pasti sostitutivi, sono sponsorizzati anche prodotti per colazione e spuntini, a lasciar intendere che si possono consumare più prodotti Pesoforma nella giornata.
Sul sito dedicato è possibile calcolare il proprio indice di massa corporea (IMC) e creare una dieta con una libera scelta di alimenti, scegliendoli da una lista di alimenti concessi, a condizione che l’apporto calorico giornaliero rimanga tra 1000-1200 kcal, senza indicazioni sulla durata, probabilmente da mantenere fino al raggiungimento del peso ideale.

Valutazione: mediocre
La scelta libera degli alimenti dovrebbe essere affiancata da consigli su frequenze di consumo. Viene promosso l’utilizzo di dolcificante anche se poi nei prodotti Pesoforma troviamo quantità eccessive di zuccheri, oltre che di grassi poco salutari. I pasti sostitutivi sono infatti di scarso valore nutrizionale, cioè carenti in micronutrienti, se non fosse che vengono addizionati con vitamine e sali minerali. Le materie prime utilizzate sono spesso dei derivati di scarsa qualità nutrizionale, ad esempio prosciutto e formaggio in polvere, oli vegetali non meglio specificati e fruttosio. Si trovano spesso riferimenti a stili di vita sani, senza però indicazioni pratiche per metterli in atto. Per quanto riguarda l’attività fisica, non ci sono indicazioni particolari, se non che possa aiutare a mantenere il peso raggiunto. Rispetto a un normale regime ipocalorico, l'utilizzo di pasti pronti ha solamente svantaggi: innanzi tutto la diseducazione alimentare. Per essere "in forma" ci si abitua non tanto a curare l'alimentazione e a fare movimento, ma anche a ricorrere ad alimenti pronti. Manca, infine, un'educazione alimentare per il mantenimento del peso raggiunto.
Pro
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Contro
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Dieta inventata negli anni ‘70 dal cardiologo americano Herman Tarnower. Regime dietetico ipocalorico (da 850 a 1200 kcal al giorno), iperproteico a basso contenuto di carboidrati e grassi.
I macronutrienti sono così ripartiti: 43% di proteine, 34.5% di carboidrati e 22.5% di grassi.
Consiste in 2 fasi:
- la fase "d'urto", in cui non sono ammessi legumi e cereali e bisogna rispettare in maniera rigorosa le tipologie e le combinazioni degli alimenti previsti
- la fase "di stabilizzazione", che non prevede menù da seguire in maniera rigida, ma una lista degli alimenti “permessi” a cui attenersi. È consentito consumare anche pane, pasta, riso integrale e latte scremato.
In entrambe le fasi non c'è nessuna indicazione per quanto riguarda le quantità.

Valutazione: mediocre
Apporti di macronutrienti sbilanciati rispetto a quelli di riferimento, troppo a favore delle proteine (43%) a discapito di carboidrati e grassi. Nonostante sia una dieta dichiaratamente ipocalorica (850-1200 kcal al giorno), potendo assumere porzioni “illimitate” degli alimenti permessi non vi è alcuna garanzia che l’introito calorico sia limitato. Potrebbe risultare inefficace per soggetti abituati ad abbuffarsi. Per una persona sana, seguire questa dieta una volta sola, per 28 giorni, non comporta particolari pericoli per la salute. Invece, ripeterla più volte e per periodi più lunghi può mettere seriamente in pericolo la propria salute, sottoponendo reni e fegato a un duro stress. Si è inoltre a rischio di numerose carenze nutrizionali: acidi grassi essenziali, vitamine liposolubili e sali minerali. L’apporto di fibra è invece garantito dalla possibilità di consumare liberamente frutta e verdura e dall’aggiunta, nella seconda fase, anche dei cereali integrali (pane, pasta, riso…). Con l’esclusione dei legumi vengono eliminate le proteine di origine vegetale. Non vi sono distinzioni per peso, età e sesso del soggetto.
Contro
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La dieta Tisanoreica è ipocalorica, iperproteica e chetogenica.
Consiste in 3 fasi:
- intensiva
- di stabilizzazione
- di mantenimento.
Nella prima fase vige il divieto assoluto di consumare carboidrati, né semplici (zuccheri e frutta) né complessi (cereali e derivati). Per quanto riguarda i grassi, sono ammessi soltanto due cucchiai di olio extravergine d’oliva al giorno. Come fonti di proteine, sono previsti 5 diversi pasti: quattro di essi sono rappresentati da prodotti a marchio Tisanoreica.
Nella fase di stabilizzazione si reintroducono gradualmente i carboidrati integrali e i grassi.
Per il mantenimento, che è un regime da mantenere per tutta la vita, l'autore consiglia di affidarsi a un nutrizionista, permettendosi però qualche suggerimento personale.

Valutazione: mediocre
Salta subito all’occhio la difficoltà di gestione e di applicazione di questo regime. Anche per quel che riguarda il pasto “a scelta” non viene riportata alcuna indicazione sulla frequenza consigliata, quasi a lasciar intendere che il valore nutrizionale di carne, salumi, pesce, uova e formaggi sia sovrapponibile. I prodotti alimentari a marchio Tisanoreica sono ricchi di conservanti e coloranti. L'utilizzo di pasti pronti ha solamente svantaggi: ci si abitua, per essere "in forma", non tanto a curare l'alimentazione e a fare movimento, ma a ricorrere ad alimenti pronti.
Contro
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La dieta Zona utilizza un metodo definito “a blocchi”, dove un blocco è un “mattone” formato da 3 “mattoncini” più piccoli rappresentati da carboidrati, proteine e grassi in una precisa proporzione.
Secondo il metodo, è necessario mantenere ad ogni pasto, sia nei 3 pasti principali che gli spuntini, questa precisa proporzione per far sì che l’insulina resti costante nel sangue. Altra condizione necessaria è che non si resti mai più di 5 ore a digiuno.
La ripartizione calorica di un blocco è così formata: 40% di carboidrati, 30% grassi e 30% di proteine circa.
Sono fornite tabelle che classificano gli alimenti in scelte ottime, accettabili o sfavorevoli e altre che riportano le quantità di alimento con l'equivalenza in blocchi.
Sono presenti sul mercato anche snack creati ad hoc che contengono la ripartizione esatta del blocco, ma anche integratori e dolcificanti a marchio Zona. Esiste una gamma di prodotti a marchio Enerzona che fornisce la giusta combinazione di nutrienti per costituire un blocco. Il ricorso a questo prodotti semplifica la gestione della dieta, ma non sono indispensabili.

Valutazione: mediocre
La prima stranezza che si nota nel programma Zona è la classificazione degli alimenti in carboidrati, proteine e grassi. La maggior parte degli alimenti non contiene un solo macronutriente, quindi, ai fini di un’educazione alimentare, questa classificazione non è efficace. Nella tabella dei carboidrati sono presenti frutta, verdura, legumi e cereali. Frutta e verdura contengono quantità discrete di carboidrati, per quanto riguarda cereali e legumi contengono anche una quota proteica. Inoltre, tra i carboidrati consigliati, troviamo solo frutta e verdura con qualche cereale soffiato, mentre pane e pasta integrali sono tra le scelte “accettabili”. Una tabella di questo tipo potrebbe scoraggiare il consumo di questi ultimi, fondamentali per il raggiungimento dei 25g al giorno di fibra raccomandati. Consumando solo frutta e verdura è difficile, quasi impossibile, raggiungere questa quantità.
Contro
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La dieta Atkins prevede 4 fasi:
- approccio
- perdita di peso
- pre-mantenimento
- mantenimento definitivo (per il resto della vita)
Il principio di base è la chetogenesi, ovvero il meccanismo che permette di ricavare energia da proteine e grassi, in carenza di carboidrati.
Nella fase di approccio (due settimane) alimenti fonti di grassi e proteine possono essere consumati liberamente, mentre i carboidrati sono molto limitati.
Nelle fasi successive l'assunzione di carboidrati aumenta progressivamente: l'obiettivo è trovare la quantità di carboidrati che permette di mantenere il peso senza ingrassare. È incoraggiata la scelta istintiva dei cibi, ma se ciò incide sul peso occorre ripartire dalle prime fasi.

Valutazione: pessima
La dieta Atkins, come tutte le diete a basso tenore di carboidrati, propone un piano alimentare molto distante dalle linee guida indicate dagli organismi internazionali, che vedono i carboidrati complessi alla base di un regime sano ed equilibrato. Va seguita preferibilmente sotto controllo medico e per periodi di tempo limitati, è una dieta che generalmente funziona grazie al meccanismo indotto dalla chetosi. Porta a una diminuzione di peso abbastanza rapida, e questo può stimolare nel suo proseguimento. E’ fondamentale considerare che la privazione di alimenti fonti di carboidrati può generare una sorta di effetto risarcitorio che può indurre, una volta finita la fase di perdita di peso, al consumo esagerato di carboidrati e zuccheri e quindi alla ripresa del peso perso. Incoraggiando la scelta istintiva dei cibi non è possibile sviluppare una critica nutrizionale generale, anche se è indubbio che una scelta autonoma di alimenti difficilmente rispecchia un corretto bilancio dei vari nutrienti.
Contro
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Proposta dal naturopata Peter D'Adamo, la dieta del gruppo sanguigno è basata sull'eliminazione di determinati alimenti o di gruppi di alimenti esclusivamente in base al proprio gruppo sanguigno. La compatibilità di un alimento con il gruppo sanguigno viene determinata dal suo contenuto di determinate proteine, le lectine. Se le lectine sono incompatibili con il gruppo sanguigno, queste “aggrediscono” i globuli rossi, con numerose conseguenze negative.
Secondo questa teoria i fabbisogni nutrizionali di ogni individuo sono direttamente correlati al gruppo sanguigno. Questo perché i diversi gruppi sanguigni si sono evoluti nel corso della storia in risposta a determinati cambiamenti nello stile di vita dell’uomo:
- Gruppo 0, il cacciatore. Sono sconsigliati i latticini, le leguminose e i cereali, pane, pasta e riso. I soggetti dovrebbero svolgere regolarmente attività fisiche pesanti.
- Gruppo A, l'agricoltore. Dieta ricca di alimenti vegetali e cereali. Va limitato il consumo di carne e vengono consigliate attività poco impegnative come golf, yoga ecc.
- Gruppo B, il nomade. Sconsigliati solo i cibi ricchi di conservanti e di zuccheri semplici. Consigliate attività fisiche leggere come tennis o camminata.
- Gruppo AB, l'enigmatico. La dieta è a metà tra il gruppo A e il gruppo B, si possono consumare con moderazione tutti i cibi, senza esagerare con i latticini. Consigliate attività fisiche leggere.

Valutazione: pessima
Il regime alimentare consigliato nei diversi gruppi vede la completa eliminazione di determinati gruppi alimentari, atteggiamento poco raccomandabile. Variare la proprie scelte è alla base di una sana alimentazione, mentre questo stile alimentare limita fortemente le alternative. In particolare, chi ha gruppo sanguigno 0 potrebbe essere soggetto a rischi maggiori, in quanto si incoraggia il consumo di carne (anche rossa) che, come anche i più recenti studi hanno dimostrato, può essere responsabile dell’insorgenza di tumori. Le porzioni e le frequenze indicate non riflettono quelle delle linee guida INRAN, riportate anche nell’introduzione.
Contro
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Dieta iperproteica, chetogenica (prevede di ricavare energia da proteine e grassi, in carenza di carboidrati) e ipocalorica che consiste in quattro fasi.
La prima fase della dieta Dukan, detta di attacco, è basata sulle proteine pure, escludendo pertanto tutti gli altri macronutrienti (carboidrati e proteine).
La fase di crociera prevede un'alternanza del regime delle proteine pure e delle stesse con in più verdure crude o cotte ma con un basso tenore di zuccheri.
La terza fase è detta di consolidamento: qui riappaiono i carboidrati.
L'ultima fase è detta di stabilizzazione, con l'introduzione di 3 cucchiaini di crusca al giorno.

Valutazione: pessima
L’apporto di fibre durante la fase di crociera è rappresentato solo dalle verdure, che non sono sufficienti al raggiungimento del fabbisogno giornaliero e nella fase di attacco le fibre sono assenti. L’introduzione della crusca d’avena non aiuta comunque al raggiungimento dei livelli raccomandati di assunzione. Carboidrati e proteine sono sbilanciati rispetto ai fabbisogni di riferimento e le proteine consigliate derivano unicamente da alimenti di origine animale (che aumentano notevolmente l’apporto di colesterolo). L’apporto di grassi è anch’esso sbilanciato a favore di grassi di origine animale e quindi prevalentemente saturi. L’unica fonte di acidi grassi essenziali è rappresentata dalla possibilità di consumare pesce. Con un consumo ridotto di prodotti di origine vegetale (frutta, verdura, legumi e cereali) si rischia una carenza di vitamine e sali minerali.
Contro
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La così detta paleodieta è un regime alimentare “scoperto” dal prof. Loren Cordain, un americano docente di scienze motorie.
È basata sull'alimentazione che, secondo questa teoria, l’uomo primitivo delle caverne seguiva nel periodo precedente la scoperta dell’agricoltura. Iperproteica basata sul consumo regolare di carni magre, pesce (no grandi pesci come pesce spada o tonno), frutti di mare, frutta secca, frutta fresca e verdura. Prevede l'abolizione di cereali (pasta, riso, pane, cereali in chicco, farine…), zuccheri raffinati, patate, legumi, latticini, tutti i cibi industriali, caffeina e alcool.
La dieta prevede anche l'assunzione di quantità moderate di lipidi.

Valutazione: pessima
Dal un punto di vista nutrizionale possiamo osservare che gli apporti di carboidrati e proteine sono sbilanciati rispetto ai fabbisogni di riferimento. Le proteine, inoltre, derivano unicamente da alimenti di origine animale, per cui è molto facile superare il livello massimo di assunzione giornaliera di colesterolo. Inoltre è ormai accertato dalla comunità scientifica che consumare oltre 500 g di carne rossa alla settimana aumenta l’incidenza del cancro al colon-retto. Non vengono posti infatti limiti alle quantità da consumare. È consigliato inoltre il consumo identico di acidi grassi omega-6 e omega-3, mentre la letteratura scientifica fissa il rapporto “ideale” tra omega-6/omega-3 pari a 5:1, in quanto un apporto sbilanciato di questi due acidi grassi potrebbe portare a un aumento del rischio di malattie cardiache.
Contro
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Dieta iperproteica e ipocalorica che consiste in 3 fasi.
In generale si consiglia di seguire la fase 1 per due settimane, chi deve perdere molto peso può protrarla per più tempo. È previsto il consumo di uova, pesce e carni magre, latticini a basso contenuto di grassi, qualche varietà di legume, verdure ma non tutte, qualche noce o mandorla al giorno e infine i sostituti dello zucchero (dolcificanti). È vietata anche la frutta.
Durante la fase 2 è possibile reinserire gradualmente i cereali integrali (pane, pasta, riso ecc), la frutta a “basso contenuto di zuccheri”, il cioccolato fondente e le verdure che prima erano vietate (carote, zucca, patate).
Nella fase 3, invece, è possibile mangiare “come si vuole”, anche se il consiglio rimane quello di evitare i cibi con alto indice glicemico, che è il valore che indica la velocità di innalzamento della glicemia in seguito all'assunzione di un alimento.

Valutazione: pessima
Durante la prima fase il solo consumo di alcune verdure e legumi non è in grado di soddisfare l’apporto giornaliero di fibra consigliato. Inoltre, con questo regime, è molto facile superare il livello massimo di assunzione giornaliera di colesterolo. Viene promosso il consumo di dolcificanti senza indicazioni su tipologie o quantità. Per quanto riguarda il mantenimento, non ci sono indicazioni in quanto viene detto che “ognuno deve trovare un’alimentazione adatta a se stesso”. Una nota negativa va data al consiglio di riprendere la fase 1 ogni qual volta si aumenti di peso, in quanto è confermato scientificamente che le fluttuazioni frequenti di peso sono dannose per la salute.
Contro
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Una certa variazione in uno dei geni legati al metabolismo modifica il funzionamento del gene stesso provocando dei cambiamenti nell'assorbimento e nel fabbisogno di diversi nutrienti. È questo il presupposto su cui si basa la dieta dei geni. In base alla funzionalità di questi geni (in particolare quelli coinvolti nella regolazione del glucosio, del colesterolo e dei grassi) vengono inseriti o esclusi dalla dieta diversi gruppi di alimenti.
Ad esempio, la dieta di una persona più soggetta al colesterolo alto sarà ricca di fibra e povera di grassi saturi.
Per ricevere un piano alimentare personalizzato è sufficiente ordinare un kit per la raccolta di saliva e inviare il proprio campione che verrà analizzato. A fornire questo tipo di servizio nel nostro Paese sono diversi siti internet. Una volta determinate le diverse varianti genetiche viene fornito un piano alimentare personalizzato, da mantenere (in teoria) per tutta la vita.
Il costo può variare dai 200 ai 400 euro.

Valutazione: mediocre
Ciò che accomuna i siti dedicati al dimagrimento personalizzato è la mancanza di dati scientifici a supporto. Nessuno studio, infatti, ha dimostrato che chi possiede determinate varianti nei geni necessita di una particolare dieta. Quello che si sa è che alcune variazioni sono state ritrovate più spesso in individui accomunati da problemi simili: questo però non basta per assicurare un miglior dimagrimento né un miglior stato di salute.
Pro
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Contro
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Ideata dal medico nutrizionista Sukkar, questa dieta rappresenta l’unione di due regimi alimentari: quello mediterraneo e quello giapponese.
Gli alimenti consigliati sono, infatti, olio extravergine di oliva, pesce, frutta e verdura, legumi e cereali.Sconsigliato, invece, il consumo di carne rossa e derivati.
La dieta base, da seguire per mantenere un buono stato di salute senza bisogno di perdere peso, prevede per ogni mese: 30 porzioni di carboidrati e di legumi (si presuppone una al giorno), 40 porzioni di pesce (quindi più di una al giorno), 10 porzioni di pollame e di uova, oltre al consumo giornaliero di olio extravergine d’oliva e di frutta secca.
Chi vuole perdere peso invece deve seguire una “dieta fusion alternante”, alternando un giorno di “sukkar base” a un giorno di dieta “ipoglucidica e ipolipidica” in cui le uniche fonti di carboidrati sono rappresentate dalla frutta mentre i grassi (lipidi) solo dall'olio extravergine d’oliva.

Valutazione: mediocre
In generale si può affermare che i consigli alimentari forniti da questa dieta sono in linea con le raccomandazioni per una sana alimentazione. Nel suo libro, però, l’autore parla di correlazioni tra alimenti e patologie, che non hanno nessuna conferma scientifica. Le frequenze di consumo consigliate, poi, sono disposte in una tabella di non semplice comprensione e non sono in linea con quelle date dagli enti istituzionali di riferimento come l’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (che ha assunto dallo scorso anno la denominazione di Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione Cra-nut). Inoltre, una dieta priva di carboidrati complessi a giorni alterni, come consiglia Sukkar nella fase “fusion alternante” è stata più volte screditata dal mondo scientifico perché non in grado di fornire un apporto di fibra ideale (minimo 25g al giorno) e soprattutto non utile per un mantenimento del giusto peso a lungo termine.
Pro
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Contro
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Per cinque giorni alla settimana non cambia nulla: si può continuare a mangiare come si è sempre fatto, senza particolari regole.
Negli altri due giorni, invece, è consentito consumare solo 500 kcal per le donne e 600 kcal per gli uomini (circa il 25% del fabbisogno calorico giornaliero).
È possibile raggiungere queste quantità con un unico pasto, con più pasti o includendo uno spuntino a base di frutta. In questi due giorni di semi-digiuno viene consigliato il consumo di alimenti come ortaggi, frutta (ad eccezione di quella troppo zuccherina come uva, banane), uova, pollame, pesce, latte scremato, ricotta e fiocchi di latte.

Valutazione: pessima
A rendere famosa questa dieta sono stati un medico e presentatore televisivo e una giornalista di moda, che dedicano un’ampia parte del loro libro alla descrizione della propria esperienza personale, arrivando a suggerire di praticare questo regime alimentare anche per tutta la vita. Per il resto, nel testo si fa riferimento a numerosi studi riportati in diversi articoli scientifici che dimostrerebbero l’efficacia della dieta non solo sul dimagrimento, ma anche sulla riduzione del rischio di numerose patologie croniche. Peccato però che questi studi siano tutti sperimentali e praticati perlopiù su animali. Quei pochi condotti sull’uomo, pur dimostrando l’efficacia della dieta sulla perdita di peso, sono di breve durata: mancano conferme a lungo termine e confronti con altri regimi alimentari. Discorso valido anche per la presunta prevenzione di patologie croniche.
Contro
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A differenza di quanto si potrebbe credere, questo libro non contiene informazioni per intraprendere una dieta, ma consigli utili per riequilibrare la propria alimentazione e, quindi, perdere peso.
Si parte dalla colazione: non ci sono indicazioni su cosa mangiare, ma deve essere consumata il più vicino possibile al momento del risveglio.
Si prosegue con il pranzo che deve essere completo, ovvero composto da una fonte di carboidrati (pane, pasta o riso integrale), una fonte di proteine (senza indicazioni su eventuali differenze tra carne, pesce, uova, latticini) e verdura cruda.
A cena bisogna evitare di eccedere con le proteine animali. Al posto di pane e pasta sono consigliate altre fonti di carboidrati, come bulgur, farro e numerose varietà di riso.

Valutazione: mediocre
Purtroppo buona parte delle affermazioni contenute all'interno del libro non hanno alcun riscontro scientifico. Ad esempio alcuni alimenti, come bulgur e cannella, sono considerati “brucia grassi”. Altri ancora vengono considerati in grado di tenere sotto controllo la glicemia, come il burro, o il colesterolo nel sangue, come il limone. E' riportato che i broccoli aiutano a proteggere dal tumore della prostata e del seno. Purtroppo nessuno di questi cibi ha le proprietà dichiarate.
Pro
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Contro
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Il Dottor Lemme sostiene che perdere peso lentamente e gradualmente non sia utile e che con il suo metodo si possano perdere chili rapidamente senza effetti collaterali.
L’insulina viene descritta come l’unica causa di accumulo di grasso e per questo è da tenere sotto controllo: per fare ciò è indispensabile, secondo Lemme, non consumare zucchero, ridurre i carboidrati nella dieta e abolire l’uso del sale.
Le diete sono ideate in maniera personalizzata dal Dottor Lemme in base alle caratteristiche del paziente e, proprio per questo motivo, nel libro non sono presenti piani.
Il “percorso tipo” di una persona che si affida al dottore è costituito da una prima fase dedicata al dimagrimento (ricca di alimenti proteici, verdure e grassi) e da una seconda fase di consolidamento fondamentale per cambiare definitivamente il proprio modo di mangiare ed è composta da seminari e corsi curati da lui stesso.

Valutazione: pessima
Citando il libro “si può mangiare tanto, non fare attività fisica, dimagrire e ottenere un’ottima forma psico-fisica”. Afferma inoltre che la dieta mediterranea è una trovata pubblicitaria senza alcuna base scientifica: tutte queste sono dichiarazioni molto gravi, in quanto ad oggi la dieta mediterranea è uno degli stili alimentari più efficaci per la prevenzione delle malattie croniche più diffuse. Inoltre non si capisce su quali prove scientifiche si basi il dottore nelle sue diete.
Contro
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Questa dieta promette la perdita di 10 kg in 4 settimane e per chi volesse perderne di più le indicazioni sono semplicemente di continuarla fino al peso desiderato.
Consiste in 3 fasi da ripetere ogni settimana:
- la fase 1, chiamata, “allentare la tensione e calmare i surreni”, dura 2 giorni: sono permessi alimenti ricchi di carboidrati (cereali integrali e frutta ad ogni pasto e spuntino sempre a base di frutta), piccole porzioni di alimenti proteici solo a pranzo e a cena e sono escluse tutte le fonti alimentari di grasso.
- la fase 2, detta “sbloccare il grasso accumulato e sviluppare massa muscolare”, dura 2 giorni: sono permessi alimenti proteici (in particolare carne, affettati, uova, pesce) e verdure. Anche la colazione e gli spuntini, che sono obbligatori, devono essere proteici, ad esempio bianco d’uovo, tonno al naturale o salmone affumicato.
- la fase 3, ovvero “liberare la combustione: ormoni, cuore e calore”, dura 3 giorni: si dà via libera ai grassi buoni, come frutta secca, burro vegetale (es di mandorle), avocado, olio d’oliva. Durante i pasti sono comprese anche fonti proteiche mentre i carboidrati sono quasi del tutto assenti.
Ad ogni fase è associata un'attività fisica differente:
- nella fase 1 viene consigliata attività aerobica leggera
- nella fase 2 degli esercizi con i pesi
- nella fase 3 attività rilassanti come lo yoga
In tutte le fasi è obbligatorio mangiare ogni 3-4 ore, quindi chi cena presto o va a letto tardi deve aggiungere uno spuntino dopo cena.
Sono esclusi da questa dieta il latte e i suoi derivati, il frumento, il mais e le loro farine, il caffè, gli “zuccheri artificiali”, la soia e sono caldamente consigliati i prodotti biologici, soprattutto quelli di origine animale.

Valutazione: mediocre
Molte delle regole di questa dieta dovrebbero avere un approccio più scientifico, ad esempio la regola n.1, che vale sia per la dieta che per il mantenimento, dice “se è artificiale, fa male”, quando in realtà una fonte “naturale” di grassi saturi, come ad esempio il burro, può essere più dannosa di un colorante artificiale presente in minime quantità. L’autrice consiglia di preferire “zuccheri grezzi” quando è ormai dimostrato che zucchero di canna e di barbabietola hanno lo stesso potere calorico e lo stesso effetto sulla glicemia. I latticini e il frumento vengono classificati come “dannosi per la salute” senza alcuna giustificazione o prove tangibili.
Pro
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Contro
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La Dieta Social è un modello di alimentazione consapevole proposto tramite Social Network, ispirato al metodo molecolare del Prof. Pier Luigi Rossi, che si basa sulla conoscenza delle molecole nutrienti contenute negli alimenti. La direttrice del programma, Stefania De Napoli, propone di far raggiungere il peso forma in salute senza dover contare le calorie e senza pesare i cibi, seguendo un piano alimentare di tre settimane.
Si tratta di un percorso collettivo: dal momento in cui ci si iscrive, si può entrare in contatto con tutti i partecipanti che seguono il tuo stesso percorso e la stessa dieta.
Lo schema proposto consiste nell'alternanza di quattro giorni proteici e un giorno glucidico; il pasto proteico prevede di assumere il doppio delle proteine confronto ai carboidrati. Viceversa il pasto glucidico. Al termine dei cinque giorni, il modulo si ripropone.
Il metodo molecolare si propone di gestire in modo ottimale la fase post prandiale, assicurando come obiettivi nutrizionali valori desiderati di glicemia, insulinemia e lipemia, attraverso la scelta degli alimenti e la loro combinazione molecolare.
Propongono cinque contatti con il cibo durante l’arco della giornata. A pranzo e a cena il pasto è sempre composto da una porzione di verdure crude e una di verdure cotte.
Valutazione: accettabile
La Dieta Social promuove la standardizzazione del processo di dimagrimento tramite piani alimentari uguali per tutti, senza un consulto individuale con una persona qualificata che possa personalizzare la dieta da seguire prendendo in considerazione eventuali patologie e parametri associati alla persona. Nonostante propongano un metodo in cui le calorie non contano e non si pesano i cibi, vengono elencate le porzioni di ogni alimento, ad eccezione delle verdure.
Pro
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Contro
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Fondato da Dallas e Melissa Hartwig, Whole 30 è un programma della durata di 30 giorni che enfatizza l’assunzione di cibi naturali e non trasformati, raffinati e privi di valore nutritivo. Si ispira ai principi fondamentali della Paleo dieta, con eliminazione di cereali, legumi e latticini, oltre a zuccheri, sostituti dello zucchero, alcol e olii di semi.
Gli alimenti sopra citati vengono aboliti in quanto non rispondenti a principi di promozione del benessere fisico e psicologico, riassunti nei loro quattro “criteri di qualità”:
- promuovere una risposta psicologica salutare
- promuovere una risposta ormonale salutare
- sostenere la salute dell’intestino
- sostenere le funzioni immunitarie e minimizzare i processi infiammatori
L’abolizione di questi alimenti è prevista per il periodo in cui si segue la dieta, ma incoraggiano a continuare con queste regole se non si sente l’esigenza di reintrodurre gli alimenti proibiti. In questo caso, la reintroduzione prevede l’inserimento graduale e separato di ogni gruppo di alimenti, ma solo per quelli che alla persona mancano e che hanno voglia di avere nella loro dieta.
Valutazione: mediocre
Gli apporti di carboidrati, proteine e grassi sono sbilanciati rispetto ai fabbisogni di riferimento. L’apporto proteico derivante solo da alimenti di origine animale, oltre a un'aderenza “ad libitum” alla dieta, senza restrizioni sull'assunzione di carne (anche se magra, come da loro consigliato), potrebbe potenzialmente essere favorevole ad alte assunzioni di grassi totali, grassi saturi e colesterolo.
Pro
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Contro
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Si tratta di una dieta che ha come alimento base il riso e viene presentata con un kit di piatti già pronti per sette giorni. Sul sito a lei dedicato, la dieta del riso del professor Sorrentino e di Riso Scotti, viene definita come dimagrante, sgonfiante e detox.
Come viene proposta la dieta
Quello che devi fare è solo acquistare un kit che contiene tutti i pasti per sette giorni.
Il menu prevede, ad esempio, riso integrale e lenticchie, vellutate di verdure, spezzatini di soia. Nel kit della settimana sono compresi anche gli snack (barrette, mini-gallette, croccanti), le bevande (come tè e tisane), i condimenti e degli integratori. Tutto viene fornito in sette contenitori diversi, uno per ogni giorno della settimana.
I kit hanno un costo di 189 euro. Per le donne, viene proposto un kit da 1000 kcal giornaliere. Per gli uomini, invece, la dieta proposta è da 1300 kcal al giorno.
Sul sito si trovano anche prodotti per il mantenimento (integratori, tisane, snack come barrette e croccanti).
La dieta può essere ripetuta per un massimo di due volte al mese: sia di seguito che ad intervalli durante il mantenimento.

Valutazione: Mediocre
La dieta, così come proposta sul sito, dura una settimana. Stesso discorso per il mantenimento che è consigliato per un periodo molto breve (una o due settimane). A nostro avviso, però, la dieta dovrebbe consistere in un cambiamento del proprio stile di vita graduale e duraturo, con l’introduzione di nuove regole alimentari (dieta variata, ricca di frutta e di verdura), correlate a buone abitudini di vita (es. attività fisica regolare) da seguire nel lungo periodo e non solo per qualche settimana.
Il rischio nell’adottare questa dieta è di abituarsi, per essere in forma, non tanto a curare la nostra alimentazione e a fare moto, ma a ricorrere ad alimenti pronti, tra cui integratori dagli effetti non scientificamente fondati.
Si tratta poi di una dieta standardizzata, che non considera le esigenze specifiche individuali. L’alimentazione deve essere invece adattata sulla base dello stato di salute e degli obiettivi dell’individuo.
Gli apporti calorici proposti, inoltre, sono troppo scarsi. E’ sconsigliabile una dieta che scenda al di sotto di 1200 kcal per una donna e di 1400 kcal per un uomo.
Secondo quanto riportato sul sito, infine, la dieta del riso consentirebbe di perdere in una sola settimana dai 2 ai 3,2 kg, rispettivamente per donne e uomini. La giusta raccomandazione, però, è di perdere dal mezzo chilo a 1 chilo di massa grassa per settimana. Senza considerare che è scorretto fare previsioni sui tempi necessari per ottenere un certo calo di peso che, tra l’altro, di per sé, non dà nemmeno sufficienti garanzie se non avviene a spese dei depositi di grasso. Sono numerosi i fattori in gioco che non permettono di assicurare a priori il risultato ottenibile.
Pro
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Contro
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