Vini in cartone: davvero all’altezza?

Dagli anni ’80 del secolo scorso sugli scaffali dei supermercati il vino si può trovare anche in brick. Si tratta di prodotti molto diffusi e con un posizionamento di prezzo molto competitivo. Ma quali caratteristiche hanno i vini venduti “in cartone”? Quali sono i formati più diffusi? Come possono essere riciclati?
I vini confezionati in brick si possono trovare in diverse versioni (bianco, rosso e rosato) e sono ormai diversi i marchi che si possono acquistare. Esistono numerose catene di supermercati che propongono prodotti con il loro marchio. Si tratta di imballaggi tecnicamente validi per conservare i vini di pronto consumo, perchè proteggono in modo efficace dalla luce e dall’aria. Ma quali sono i vini che possono essere venduti in questo tipo di contenitore? In quali formati si possono trovare? Come si conservano? Come si riciclano? Ecco le risposte.
Vietati per i DOP e gli spumanti
Il confezionamento in brick non è consentito per tutti i tipi di vini, ma è permesso solo nel caso dei vini generici, cioè per quelli che un tempo venivano chiamati “da tavola”, e dei vini a Indicazione Geografica Tipica (identificati anche con la sigla IGT o, come sono denominati a livello europeo, IGP).
Fatte salve le disposizioni stabilite negli specifici disciplinari di produzione che potrebbero ammettere questo tipo di confezionamento, il brick è invece generalmente vietato per i vini DOP (cioè a Denominazione di Origine Protetta), che in Italia sono presentati come DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Il divieto di utilizzo di questo imballaggio vi è anche per i vini spumanti.
I formati più diffusi
I formati di questi contenitori sono andati differenziandosi negli anni e al classico prodotto da litro si affiancano i brick da mezzo litro, da 250 ml e i multipack da 3 x 250 ml, dimostrando che il brick è più versatile e più adattabile della classica bottiglia di vetro ai bisogni dei consumatori.
Come si conservano i vini in brick?
Per quanto riguarda le modalità di conservazione di questi prodotti, se ancora chiusi si conservano a temperatura ambiente, senza la necessità di un ambiente buio, quindi vanno benissimo in dispensa. I vini in brick aperti è meglio poi conservarli in frigorifero.
Quali sono le informazioni che devono essere presenti in etichetta?
Riguardo all’etichettatura, le indicazioni da riportare sono le stesse per i vini in bottiglia.
Dove vanno gettati i contenitori?
Il contenitore è fatto di tetrapack, cioè un poliaccoppiato di carta con plastica e alluminio che servono per impermeabilizzare e proteggere il contenuto.
Essendo la carta più del 60% dell’imballaggio, può essere riciclato nella carta, ma si produce una piccola parte di residui non riciclabili di plastica e alluminio, mentre il vetro può essere riciclato più facilmente perché monomateriale e con elevato tasso di raccolta e di qualità. Questo imballaggio è più leggero della bottiglia tradizionale e produce meno rifiuti sia perché la carta pesa meno del vetro sia perché i contenitori sono da 1 litro invece che da 750 ml.
Il tappo è semplice da aprire e chiudere e con una buona tenuta (ad esempio anche per essere riposto orizzontalmente nel frigo) per evitare lo spreco, mentre il tappo di sughero o silicone è più difficile da riutilizzare.
La forma compatta e il materiale resistente lo rendono efficiente nel trasporto, mentre la bottiglia in vetro è più fragile.
Per ridurre l’impatto sull’ambiente la carta che proviene da fonti rinnovabili (alberi) può essere certificata da foreste sostenibili (FSC, PEFC) e il tappo può essere di origine vegetale (ad es. da canna da zucchero) riducendo l’uso di risorse fossili per la plastica.
A casa:
- il contenitore va schiacciato per ridurre l’ingombro e si raccoglie con la carta, ma è meglio controllare le disposizioni del proprio comune e le indicazioni del produttore;
- Il tappo dei contenitori in cartone, se si riesce a separare, può essere gettato nella raccolta della plastica. Se rimane attaccato, non è un problema: all’impianto di riciclo le frazioni di plastica vengono separate dalla carta.
Il bag in box
Un altro modo di acquistare il vino è di scegliere quello confezionato nel così detti “bag in box”. Rispetto al brick è meno diffuso tra gli scaffali dei supermercati, ma è un sistema utilizzato anche nelle cantine a vendita diretta o nei punti vendita al dettaglio. Si tratta di sacche di materiale poliaccoppiato munite di rubinetto in materiale plastico e racchiuse in una scatola di cartone. Di solito sono di formato più grande delle bottiglie. I formati disponibili sono molti, ma i più comuni per la vendita al dettaglio sono quelli da 3 e 5 litri.
Il confezionamento in bag in box, come per il brick, è consentito per tutti i tipi di vini ad eccezione in generale dei DOP (sempre che non sia ammesso dai relativi disciplinari di produzione) e degli spumanti.
Dato che il rubinetto per la fuoriuscita del vino consente lo svuotamento dello stesso senza ingresso di aria dall’esterno, anche in questo caso, una volta aperto, non è necessario la conservazione a temperature di frigorifero.
Per quanto riguarda le informazioni da riportare in etichetta, anche in questo caso le indicazioni sono le stesse previste per il vino in bottiglia.
Scegliere il bicchiere giusto è importante per poter assaporare al meglio un vino, anche quello in brick. Segui i consigli su come scegliere il bicchiere più adatto per degustare il vino.