Raffrescatori portatili “a cubo”: poco utili

Con l’arrivo dell’estate televendite e inserzioni pubblicitarie hanno spinto enormemente le vendite dei cosiddetti “micro condizionatori”, che in realtà non sono condizionatori ma piccoli raffrescatori. Abbiamo utilizzato questi raffrescatori, che costano solitamente poco e consumano poco, per analizzare il loro funzionamento. Emettono aria sicuramente più fresca di quella circostante, ma non fredda come l’aria che esce da un condizionatore. Non risultano efficaci se non in aree ridotte, inoltre non purificano l’aria ed emettono un rumore fastidioso. Ma vediamo bene di cosa si tratta.

Raffrescatori, cosa sono

Il condizionatore è una “pompa di calore”, che estrae calore dall'aria per riversarlo all’esterno dell’ambiente che si vuole raffreddare. Il raffrescatore, invece, si basa sull’evaporazione, il passaggio di un liquido (in questo caso l’acqua) a vapore che avviene cedendo energia, sotto forma di calore, dall’aria all’acqua stessa. Lo stesso principio della pentola sul fuoco piena di acqua, ma qui non c’è nessun fuoco. Nel raffrescatore una corrente d’aria viene fatta passare attraverso un evaporatore, costituito da un panno imbevuto d’acqua, in modo che l’aria ceda calore all’acqua, che evapora. 

Quanto consumano i raffrescatori

Questi oggetti costano poco e consumano poco, in genere tra i 5 ed i 7 Watt (contro 1kW o più di un condizionatore), giusto l’energia necessaria a muovere una piccola ventola, tanto che basta il caricabatterie di uno smartphone per alimentarli. Da questo scaturisce l’affermazione sulla presunta ‘ecosostenibilità’ di questi congegni, affermazione spesso sbandierata nelle televendite e nelle pubblicità.

Raffrescatori, sono efficaci?

In molti si chiedono se questi dispositivi sono davvero efficaci...

 

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