Perché sul listino italiano le banche hanno una presenza importante (il settore finanziario pesa per circa un terzo del totale del valore di Borsa). Tra un paio di mesi le banche italiane pubblicheranno i risultati dell’ultimo trimestre 2013, facendo così il punto sull’intero anno. E di solito è in occasione dei conti di fine anno che le banche fanno “pulizia” nei conti, in particolare svalutando i crediti che presentano poche possibilità di essere recuperati o le attività acquisite in passato a caro prezzo.
È proprio a causa delle svalutazioni che tutte le principali banche italiane avevano chiuso il 4° trimestre 2012 in rosso (vedi tabella): chi per importi marginali, come Intesa Sanpaolo, chi per cifre molto più pesanti, come Mps. E queste “grandi pulizie” hanno pesato sul valore delle azioni (vedi grafico): tra febbraio e marzo 2013, in occasione della pubblicazione dei risultati 2012, il prezzo delle banche in Borsa ha interrotto bruscamente la crescita dei mesi precedenti, trascinando al ribasso l’intera Borsa di Milano. E la stessa cosa era successa anche un anno prima. Certo le “pulizie di bilancio” non sono una regola fissa, ma secondo noi è più che probabile che arrivino anche quest’anno.
IL TRIMESTRE PIù FREDDO PER LE BANCHE | |||
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Utile (perdita) primi nove mesi 2012 | Perdita 4° trimestre 2012 | Risultato complessivo 2012 | |
B. Pop. di Milano | -106 | -324 | -430 |
Banco Popolare | -53 | -891 | -944 |
Intesa Sanpaolo | 1.688 | -83 | 1.605 |
Monte Paschi | -1.579 | -1.591 | -3.17 |
Ubi Banca | 223 | -140 | 83 |
Unicredit | 1.419 | -553 | 866 |
Dati in milioni di euro |
MESI POCO FORTUNATI
Sia nel 2012, sia nel 2013, tra febbraio e marzo il settore bancario italiano (grassetto; base 100) ha iniziato una fase di calo, trascinando al ribasso tutta la Borsa di Milano (linea sottile). Tutta “colpa” della pubblicazione dei risultati annuali, caratterizzati da pesanti svalutazioni; e la stessa cosa potrebbe ripetersi anche quest’anno.
Primo, perché l’avvicinarsi delle nuove norme europee sulla vigilanza impone alle banche ancora più rigore nei conti, e secondo perché le difficoltà nel recuperare i crediti non si sono affatto attenuate quest’anno. Anzi, il perdurare della crisi economica sta rendendo sempre più difficile a famiglie e imprese rimborsare i prestiti ottenuti. Secondo l’ultimo rapporto dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, a settembre 2013 i crediti con difficoltà di recupero sono aumentati del 28,3% rispetto a un anno prima, pur tenendo conto degli accantonamenti già effettuati dalle banche per farvi fronte; la percentuale di crediti “problematici” rispetto al totale delle attività ha raggiunto il 7,5%, contro il 5,9% di un anno fa.
Che fare quindi? Per il momento, puoi sfruttare la buona intonazione di Piazza Affari, ad esempio con il certificate 5x long di Société Générale (54,56 euro; Isin IT0006723263) di cui ti abbiamo parlato settimana scorsa. Fallo, però, con alcuni accorgimenti, ad esempio ponendo un limite alle perdite complessive che sei disposto a sopportare (vedi Altroconsumo Finanza n° 1060). E soprattutto, tieni presente che il vento potrebbe presto cambiare.