Primo: la protezione solo parziale
Anche se costruiti in modo diverso l’uno dall’altro, la promessa alla base di questi certificate è sempre la stessa: approfittare dei rialzi dei mercati, con un prodotto che ti dà un rendimento legato a un’azione o un indice, ma senza correre i rischi di un investimento diretto in Borsa. La prima cosa a cui devi fare attenzione è proprio quanto sia “efficace” questa protezione: in molti casi, è solo parziale. Prendi ad esempio il certificate emesso da Banca Imi negli scorsi giorni (Isin XS1369272999) legato all’andamento dell’azione Generali: la protezione è solo del 55%. Che cosa significa? Che se da oggi a marzo 2020 (quando scadrà il certificate) Generali perderà fino al 45%, il tuo investimento farà altrettanto. Solo se Generali perderà ancora di più, la tua perdita sarà “solo” del 45%.
Secondo: la possibile chiusura anticipata
Supponiamo che l’azione Generali salga, anziché scendere: dal secondo anno in poi, se il prezzo di Generali è più alto del valore iniziale, il tuo certificate ti verrà rimborsato in anticipo. È questa la seconda cosa a cui devi fare attenzione: non solo non hai la certezza di quanto durerà il tuo investimento, ma significa anche che incasserai solo una parte dei “cedoloni” promessi (nel caso di questo certificate, l’8% lordo annuo). Il fatto, poi, che il rimborso dipenda dal prezzo di Generali in alcune date precise, aumenta questo rischio: basta una fiammata temporanea per far scattare il rimborso anticipato.
Terzo: la mini-cedola
Supponiamo che il certificate che ti hanno proposto superi i primi due ostacoli: benissimo! Ma l’inghippo potrebbe nascondersi nella cedola. Prendi ad esempio il certificate emesso da Unicredit (Isin IT0005171597) di cui ti abbiamo parlato settimana scorsa. Ha una protezione del capitale del 100% e non prevede clausole di rimborso anticipato, ma se le cose vanno bene (cioè se l’indice di Borsa sottostante sale) si limita a darti un 3% lordo. Non è molto, tanto più se consideri che investendo direttamente in Borsa incassi i dividendi, investendo nei certificate no.
Quarto: i dividendi
E proprio i dividendi sono il quarto punto critico, che rende poco allettante anche certificate come quello emesso da Banca Imi (Isin XS1369272213) sull’indice Eurostoxx Select Dividend 30. Ha una protezione del 95% (quasi totale quindi), non ha rimborso anticipato, a scadenza (tra sei anni) ti può pagare fino al 150% di quanto investito… ma il “parametro di riferimento” è un indice che riassume l’andamento di società dell’eurozona che danno dividendi elevati. E tu questi dividendi non li incassi. Se questo certificate fosse stato emesso 6 anni fa (fine febbraio 2010) e scadesse ora (fine febbraio 2016), avresti guadagnato in totale il 5,4% (cioè il rialzo dell’indice considerando il solo andamento dei prezzi). Se avessi investito direttamente in Borsa nelle stesse società dell’indice, incassando anche i dividendi, il tuo risultato sarebbe stato un +47,6%.
Quinto: la quotazione
Ultimo, ma non ultimo, aspetto da considerare è se il certificate sarà quotato. È importante soprattutto per poter recuperare i tuoi soldi in anticipo sulla scadenza (ad esempio per far fronte a delle spese impreviste). È un po’ meno importante, invece, per poter approfittare di eventuali rialzi del prezzo: se anche le Borse dovessero andare particolarmente bene, non ci aspettiamo grandi fiammate nei prezzi dei certificate. Questo perché, a differenza delle azioni o degli indici su cui sono costruiti, i certificate hanno un tetto massimo ai guadagni: questo è sempre stato, e resta, il loro principale limite.
Ma allora sono sempre da evitare?
Al momento dell’emissione, quasi sempre la risposta è sì. Una volta quotati, invece, dipenderà dal prezzo: potrebbero diventare interessanti, specialmente quelli con capitale protetto al 100% (se il prezzo scende sotto 100, possono trasformarsi in una sorta di obbligazione zero coupon). Non ci aspettiamo grandi possibilità di investimento, ma ci sono due elementi che potrebbero giocare a favore di questa strategia. Primo, il fatto che sono prodotti poco liquidi, per cui il prezzo potrebbe subire qualche scivolone di cui approfittare. Secondo, puoi sfruttare un vantaggio fiscale: a differenza degli interessi e dei dividendi, i guadagni di questi certificate possono essere compensati con eventuali minusvalenze che hai maturato in passato. Ti terremo informato.