Variazioni settimanali su prezzi al 20/10/17
New York chiude la settimana a +0,9%
La stagione dei conti trimestrali societari negli Usa sta procedendo tra alti e bassi, sia per quanto riguarda il settore finanziario, sia per quanto riguarda quello tecnologico – sono i due settori principali della Borsa a stelle e strisce. Per questo, pur chiudendo la settimana in attivo e su nuovi massimi storici, la Borsa Usa non ha archiviato chissà quali rialzi. Più che dai conti societari i motivi di ottimismo sono arrivati dalla politica. Da un lato, infatti, il Senato americano ha approvato il bilancio proposto dall’amministrazione Trump, fatto che rende più semplice l’approvazione della tanto attesa riforma fiscale. Dall’altro, si sono intensificate le indiscrezioni su chi sarà il nuovo governatore della Banca centrale Usa: sulla carta si tratta di una persona che non dovrebbe portare stravolgimenti all’annunciata politica sui tassi d’interesse. Per ora, dunque, un sospiro di sollievo, ma la strada, soprattutto per la riforma fiscale, è ancora lunga. Il settore farmaceutico è il terzo “pilastro” della Borsa di New York. Nel settore ti segnaliamo il +3,1% di Abbott (56,32 Usd; Isin US0028241000) dopo la presentazione di conti trimestrali che si sono attestati nella parte alta della “forchetta” dei risultati attesi dal mercato. Il gruppo ha anche perfezionato l’acquisto di Alere (diagnostici) e il titolo resta correttamente valutato. Mantieni.
Settore tecnologico: +0,4%
Si diceva dei conti trimestrali e tra quelli che più sono piaciuti al mercato ci sono senza dubbio quelli di IBM (162,07 Usd; Isin US4592001014): i vertici del colosso della tecnologia dopo ben 22 trimestri di risultati in calo hanno annunciato per il 3° trimestre ricavi stabili e utili in leggera crescita. Le prospettive per la fine dell’anno sembrano essere ancora migliori: che sia arrivato il momento della svolta? Il mercato ci crede – il titolo ha chiuso la settimana a +10,2% – e anche noi siamo ottimisti. Nonostante il balzo in Borsa, il titolo resta conveniente. Acquista. Debole, invece, Apple (156,25 Usd; Isin US0378331005) che ha chiuso la settimana con un calo dello 0,5%. I risultati trimestrali ancora non sono stati annunciati, ma le indiscrezioni che stanno trapelando non sono rassicuranti: gli ordini del nuovo telefonino iPhone 8 starebbero andando peggio delle previsioni mentre in Cina il nuovo Apple Watch sembra non funzionare bene come dovrebbe, generando delusione tra i consumatori. Vedremo se questi timori saranno confermati: i conti sono attesi per il 2 novembre (da noi sarà tarda serata). Tu, nel frattempo, al più limitati a mantenere le azioni Apple che hai già in mano. Ricorda che se ti riconosci nel profilo di “investitore difensivo” non devi avere in mano azioni americane. Devi, quindi, venderle tutte, comprese quelle che hanno come consiglio “acquista” o “mantieni”, come Apple. Vedi qui sul sito alla sezione portafogli tutti i dettagli.
Risultati contrastanti anche in Europa
Piano piano anche in Europa la stagione dei conti trimestrali sta entrando nel vivo. E anche qui da noi non mancano le indicazioni contrastanti. Da un lato, per esempio, il mercato è stato rassicurato da Danone (70,29 euro; Isin FR0000120644): i conti del terzo trimestre hanno mostrato ricavi in crescita sopra le attese grazie all’aumento dei prezzi di vendita e al miglioramento delle vendite in Cina. Il titolo è salito del 2%, ma secondo noi i problemi del gruppo sono tutto fuorché superati. Il titolo è caro. Vendi. Dall’altro, però, il mercato è stato innervosito dai risultati di un altro gigante dei prodotti alimentari e per la cura della persona, Unilever (47,79 euro; Isin NL0000009355). Il titolo ha perso in settimana il 7,7% dopo aver mostrato nel corso del 3° trimetre un rallentamento della crescita delle vendite per effetto di condizioni di mercato difficili, soprattutto in Nord America. A questo punto il gruppo ha due scelte: o rinuncia all’obiettivo di redditività prefissato per il 2020 o perde altre quote di mercato. In entrambi casi la prospettiva non è delle migliori: se le hai in mano, vendi queste azioni care. Mercato del Nord America difficile anche per un altro colosso degli alimentari come Nestlé (83,45 franchi; Isin CH0038863350): la crescita dei ricavi nei primi nove mesi dell’anno è ai minimi dal 1999. Anche i prossimi mesi resteranno difficili, nonostante la ristrutturazione. Abbassiamo le stime sull’utile per azione del 2017 da 3 a2,85 franchi, ma il titolo resta correttamente valutato. Mantieni.
Incroci pericolosi tra Milano e Madrid
A pesare sulle Borse europee c’è stata anche la tensione politica in Spagna, con la minaccia di una dichiarazione unilaterale d’indipendenza da parte della Catalogna. Stiamo parlando di scenari da fantapolitica, ma tanto è bastato a far perdere ulteriore terreno alla Borsa di Madrid (-0,3% in settimana). Tra le azioni iberiche, però, si è distinta Abertis (19,06 euro; Isin ES0111845014), salita in settimana del 9,1%. Il rialzo è legato all’arrivo di un’offerta d’acquisto (OPA), rivale di quella lanciata da Atlantia (27,29 euro). L’ha lanciata una società tedesca, Hochtief (150,15 euro; Isin DE0006070006) – dietro, però ci sono gli spagnoli – offrendo 18,76 euro in contanti per ogni azione Atlantia (oppure 0,1281 azioni Hochtief per ogni azione Abertis). Il prezzo offerto da Hochtief è del 13,6% superiore ai 16,5 euro offerti da Atlantia. Che fare con le Abertis? Mantienile. Primo: l’offerta di Hochtief deve essere ancora approvata dalla Consob spagnola e ci potrebbero volere anche tre mesi, quindi non rischi di vedere sparire le azioni da un giorno all’altro. Secondo: l’offerta di Atlantia per ora è sospesa, ma il gruppo italiano potrebbe rilanciare. In ogni caso non ci aspettiamo che Atlantia possa arrivare oltre i 20 euro per azione: non vale la pena comprare ora speculativamente le Abertis. Mantieni anche le Atlantia: l’incertezza di una guerra con gli spagnoli per il controllo di Abertis c’è, ma la società ha le spalle grosse per reggerla. Non per nulla le azioni in settimana hanno comunque retto, chiudendo a -0,6% a fronte di un -0,3% per Milano (continuano le tensioni sui titoli bancari in vista delle nuove regole europee sui crediti “marci”). Se hai le Hochtief, vendile: il gruppo rischia di indebitarsi parecchio e di dover fare un consistente aumento di capitale. Milano è stata condizionata anche dalla frenata di Fca (14,23 euro; -5,4%): starebbe per tagliare la produzione di Alfa Romeo e Maserati per i limiti alle importazioni fissati dalla Cina. Inoltre, si teme che i conti del terzo trimestre non siano granché. Se investi per il lungo periodo e sei un buon padre di famiglia vendi le FCA. Mantienile solo se le hai comprate sulla base della speculazione data su Altroconsumo Finanza n° 1233.
Risposte per te |
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@Graziano Anche se sull’Eurotlx o su Borsa italiana costa meno come commissioni bancarie, consigliamo di comprare le Engie (14,32 euro; Isin FR0010208488) a Parigi per evitare problemi in caso di operazioni sul capitale. |
@Marco Su tutti gli acquisti di azioni inglesi devi pagare una tassa alla Regina. Si chiama “stamp duty” ed è pari allo 0,5% dell’importo investito. Si applica solo al momento dell’acquisto, non a quello della vendita. |
@Vincenzo La class action su Teva è per chi ha comprato azioni dal 15 novembre 2016 perché quella è la data di pubblicazione dei primi conti trimestrali che avrebbero “nascosto” informazioni al mercato. La causa è ancora tutta da definire. |