UN PROSPETTO PIENO DI BUCHI
Non sappiamo ancora a che prezzo le azioni Airbnb saranno offerte. Inoltre non sappiamo il periodo di durata dell’offerta, né quando è prevista la quotazione effettiva delle azioni Airbnb, né quante azioni saranno offerte, né quanta parte dei soldi che darai per comprare le azioni andranno a finire nelle casse della società e quanta nelle tasche degli attuali proprietari.
Quest’ultimo aspetto è importante: se non c’è offerta di nuove azioni, significa che nelle casse della società non entra un centesimo. E quindi la quotazione in Borsa serve solo agli attuali proprietari per liberarsi, in un momento di difficoltà per la società (vedi paragrafo seguente) delle azioni Airbnb che già hanno in mano.
Assurdo che non si sappiano queste cose sulla quotazione? Per come si svolgono le operazioni di quotazione in Borsa in Italia sì, ma tutto ciò è normale per gli Usa: il prospetto informativo di Airbnb – il documento che riporta tutte le informazioni essenziali per valutare l’opportunità di sottoscrivere le azioni – per ora è pieno di “buchi” in corrispondenza di tutti gli elementi suddetti. Verrà riempito piano piano, nel corso dei prossimi giorni, quando le banche che aiutano la società a sbarcare in Borsa sonderanno l’umore del mercato.
Il prospetto “coi buchi” è normale per tutte le società che si quotano a New York. Per avere il prospetto definitivo di Facebook, per esempio, sono state necessarie ben 8 integrazioni rispetto al primo prospetto. E tra la prima versione “coi buchi” a quella definitiva sono passati 3 mesi e mezzo.
UNA SOCIETÀ IN DIFFICOLTÀ
Ma che ce ne facciamo di un prospetto così? Possiamo comunque consultare quei bilanci a cui, fino a oggi, non avevamo facilmente accesso e cominciare a valutare lo stato di salute della società. E la situazione sembra tutto fuorché rosea. Airbnb nella sua storia non ha mai chiuso un bilancio in utile. Inoltre, solo un anno i costi operativi sono stati inferiori ai ricavi – in tutti gli altri anni la società risulta in perdita già a livello industriale, quindi prima ancora di pagare gli interessi sui debiti o le tasse. Anche il ritmo di crescita dei ricavi si è via via raffreddato: +60% nel 2017, +42% nel 2018, +32% nel 2019. Fino ad arrivare alla mazzata del 2020: complici le restrizioni alla mobilità, il calo dei ricavi nei primi nove dell’anno è stata del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La società si dimostra ottimista e si fa forte di un terzo trimestre chiuso con un piccolo utile, ma la realtà è che per arrivare a quel risultato ha dovuto licenziare un quarto della sua forza lavoro e rivedere di molto le spese per il miglioramento della piattaforma. Inoltre, benché si dica ottimista per un turismo “a chilometro zero”, storicamente circa la metà degli affitti su Airbnb sono fatti da viaggiatori che si spostano da un Paese all’altro (più del doppio della media del settore alberghiero) o che si spostano a oltre 800 chilometri dal luogo di residenza. Insomma, difficile che, almeno nel breve termine, possa reggere il colpo delle ulteriori misure restrittive alla mobilità.
I risultati positivi nel terzo trimestre non sono una novità: anche negli anni scorsi c’erano stati ma questo non ha poi impedito alla società di chiudere il bilancio annuale in perdita. Sarà così anche quest’anno.
UN PREZZO GIUSTO
Pur con tutti i limiti dei dati mancanti nel prospetto, noi stimiamo che, in caso di una ripresa vigorosa del turismo internazionale dal 2022, un valore ora corretto per queste azioni possa essere di circa 15 dollari l’una. Stando alle indiscrezioni che circolano sulla stampa, invece, Airbnb starebbe cercando di puntare a un prezzo di quotazione di 35/40 dollari per azione.
Più del doppio, dunque, di quello che a nostro parere sarebbe ora corretto.
PER ORA PUOI SOLO ASPETTARE
Insomma, se questi sono i numeri, non c’è dunque alcuna ragione per correre a comprare. E in ogni caso sappi che anche volendolo fare non potrai farlo prima dello sbarco in Borsa. Non essendoci un prospetto nella nostra lingua l’offerta non può essere sottoscritta dagli italiani. Non solo, in generale anche i piccoli risparmiatori americani fanno fatica a comprare le loro “matricole” prima dello sbarco in Borsa: le grandi banche che aiutano le società a quotarsi girano le azioni con trattative private ai propri clienti (grandi fondi d’investimento, broker…) e solo una piccola frazione di queste poi in genere arriva ai piccoli risparmiatori. Insomma comprare azioni americane prima dello sbarco in Borsa per te è impossibile. Puoi farlo solo una volta che sbarcano sul mercato. Occhio, non ti aspettare di farlo nei primi minuti del primo giorno di quotazione: le banche, normalmente, ci mettono un po’ a “censire” queste matricole e a renderle disponibili nei sistemi di trading. Questo significa che sistematicamente perderai gli eventuali rialzi di prezzo del primo giorno. Così è accaduto in generale per le altre azioni “social” negli anni scorsi: impennata subito rispetto al prezzo di quotazione, in apertura del primo giorno di negoziazione, al più qualche altra giornata positiva e poi lunga discesa. Un motivo in più per aspettare.
A settembre le prenotazioni “domestiche” (viaggiatori all’interno dello stesso Paese) sono salite del 14% rispetto a settembre 2019 ma quelle internazionali sono scese del 63%. Visto il peso di queste ultime, la contrazione complessiva per Airbnb è stata del 23%.
Se pensi che il settore dei viaggi abbia toccato il fondo e che, complici i lockdown attuali, possa esserci una ripresa soprattutto in Europa in concomitanza delle festività natalizie, puoi pensare di comprare l’Etf Lyxor Stoxx euro 600 Travel & Leisure (24,19 euro; Isin LU1834988781). Attenzione, i rischi sono molto elevati: secondo alcuni esponenti del settore, il turismo non tornerà mai come era prima del Covid-19. Sconsigliamo l’Etf al buon padre di famiglia.