Torna nettamente a peggiorare l’andamento delle richieste. La media dell’ultimo mese segna ancora il bel tempo, ma solo per un effetto “statistico”.
Dato attuale: 473.000
Attese:
449.000
Periodo di riferimento: settimana chiusa il 13 febbraio
2010
Dato precedente: 442.000 (settimana chiusa il 6 febbraio
2010)
Il sollievo derivato dai dati pubblicati la scorsa settimana è durato poco: le richieste di sussidio di disoccupazione tornano prepotentemente a salire, fino a un livello ben più alto di quello preventivato dal mercato. Le richieste di sussidio della scorsa settimana erano pari a 442.000 (il dato è stato rivisto rispetto alla prima pubblicazione), ora invece si attesta a 473.000; il mercato si era preparato a un aumento molto più contenuto, fino a 449.000.
Nonostante questo balzo, la media delle ultime settimane è in lieve calo, da 469.000 a 467.500: un dato che mette in luce tutti i limiti di questa rilevazione. Se infatti è vero che la media permette di “attutire” gli alti e bassi congiunturali,è anche vero che segnala con ritardo brusche inversioni di tendenza come quella di oggi. In altre parole, il brutto dato di oggi è stato più che compensato dall’uscita dal calcolo del dato di cinque settimane fa, ancora più negativo.
Monitorando infine l’andamento delle richieste continuative, il panorama resta ancora confuso: le richieste sono infatti ferme a quota 4,563 milioni, senza indicare una direzione precisa in cui si sta muovendo il mercato.
SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE USA:
PER SAPERNE DI
PIÙ
Descrizione. Settimanalmente, il Dipartimento del Lavoro Usa pubblica il numero di nuove richieste di sussidi di disoccupazione. È un indicatore dell’andamento dell’economia americana, perché un aumento delle richieste di sussidi sono un segnale di difficoltà: un maggior numero di disoccupati si traduce infatti in minori consumi, con conseguenze negative sul Pil (la ricchezza complessivamente prodotta nel Paese).
Punti di forza. È un dato tempestivo, che permette di anticipare gli andamenti di altri indicatori dello stato di salute del mercato del lavoro pubblicati mensilmente (come la disoccupazione o le non farm payrolls, il numero di buste paga escluso il settore agricolo).
Punti di debolezza. Essendo settimanali, i dati sono “di corto respiro” e sono soggetti a frequenti mutamenti, legati anche alla stagionalità.
È in grado di influenzare i mercati? Sì, soprattutto quando ci sono segnali di difficoltà per l’economia americana: la sua tempestività permette infatti di cogliere quasi “in tempo reale” i segnali di ulteriore peggioramento.