Consigli

Social Network: consigli per difendere la tua privacy

07 marzo 2018
privacy social

Quanto sei attento alle informazioni personali che lasci in rete? È vero che nel mondo dei social network il termine privacy assume contorni sempre più sottili, tuttavia il rischio di brutte sorprese è dietro l’angolo. Ecco gli errori più comuni che facciamo sui social.

Ci sono i più disinibiti, che usano i social network come una sorta di diario personale in cui parlare di sé e di ciò che pensano; ci sono i discreti, quelli che li usano per restare, virtualmente, nella loro rete di persone e interessi, ma senza esporsi più di tanto; ci sono gli “apocalittici”, quelli che decidono di starsene al di fuori e anzi li snobbano un po', considerando quasi dei matti quelli che si “mettono in piazza così”.

Si tratta ovviamente solo di una semplificazione, ma tra le mille sfumature possibili, l'approccio di ciascuno può essere davvero molto differente quando si parla di social: di Facebook in particolare. 

Utenti troppo disinvolti

Abbiamo condotto un’inchiesta sulla piattaforma più usata (dal 76% degli utilizzatori di internet) e che più si presta all'espressione diretta della personalità. Ma qual è l'atteggiamento generale degli utenti rispetto alle proprie informazioni più intime? Dai nostri dati sembra che ci sia ormai una notevole disinvoltura: per il 37% degli utenti non è un problema mostrare la propria personalità online, anche se questa potrebbe essere accessibile a degli sconosciuti. Circa una persona su quattro ritiene per niente sensibili informazioni private che potrebbero essere deducibili dalla sua attività online e relative, per esempio, alle sue presenti e passate relazioni sentimentali, o al suo lavoro.

Attenzione alla privacy

Eppure i problemi legati alla privacy possono capitare: status o foto imbarazzanti che inaspettatamente creano dei grattacapi al lavoro, con il partner, con i familiari o in generale danni alla reputazione: il 24% di chi è su Facebook ha avuto almeno uno di questi problemi e la percentuale sale al 41% tra i più giovani (18-24 anni). D'altronde, non è che, sui social, si è sempre così cauti o padroni di ciò che accade, come mostrano i contenuti postati per sbaglio (è successo al 23% delle persone) o di cui ci si è pentiti (25%), cancellazione di tag che ci identificano in una foto imbarazzante (39%) e così via.  

Qualche consigli per limitare i danni

Si può essere disinibiti sui social, certo, ma questo non vuol dire che non si debba avere il più possibile il controllo di ciò che si fa o ci succede intorno. Un buon punto di partenza è considerare ogni post come destinato a essere comunque pubblico e a restare online potenzialmente per sempre. Ancora più attenzione va data per chi è interessato a una possibile futura ricerca di lavoro: le risorse umane ormai vanno spesso sui profili dei candidati per farsene un'idea. 

Nell'inchiesta abbiamo elencato alcuni piccoli accorgimenti da seguire per proteggere la propria privacy su Facebook:

  • Meglio eliminare dalla lista degli amici persone che si ritrovano lì per caso e con cui non si ha alcun rapporto;
  • In Impostazioni-Privacy si può decidere a chi rendere visibili i post che si fanno e in cui si è taggati;
  • Si può anche scegliere la privacy per singolo post, ma attenzione: il post seguente manterrà la stessa impostazione; quindi, per non rischiare di continuare a postare contenuti visibili a tutti senza rendersene conto, dopo un post pubblico è meglio farne subito uno privato;
  • Selezionando Diario e Aggiunta di tag si può scegliere chi può scrivere sul proprio diario e fare in modo di poter approvare ogni post in cui si viene taggati prima che sia reso visibile sul proprio profilo.