Telefono: tornano le penali per il recesso anticipato. È il momento di dire basta

Con il disegno di legge sulla concorrenza approvato dal Governo vengono di fatto reintrodotte le penali per la disdetta anticipata del contratto di telefonia. Se il ddl dovesse diventare legge, i consumatori potrebbero pagare anche più di 100 euro per il recesso anticipato. Una pratica che riteniamo scorretta e che combattiamo da tempo.
Cambiare operatore telefonico, fisso o mobile, prima della scadenza del contratto potrebbe costarti caro. Il disegno di legge sulla concorrenza approvato in questi giorni dal Governo, prevede all’art. 16 che “nel caso di risoluzione anticipata le spese devono essere eque e proporzionate al valore del contratto”. Frase un po’ tecnica, ma che di fatto significa che con questa norma vengono reintrodotte le vecchie penali. Se il ddl dovesse completare il suo iter e diventare legge i consumatori, infatti, rischieranno di pagare anche oltre i 100 euro per recedere anticipatamente dal contratto.
Il ministero dello Sviluppo economico si è affrettato a precisare che non verrà reintrodotta nessuna penale. Vogliamo sperare che sia davvero così: attendiamo quindi modifiche e chiarimenti sulla norma prima che il provvedimento del Governo diventi legge.
La situazione oggi
Oggi la facoltà di passare da un operatore all’altro è garantita dalla legge Bersani del 2007 che per facilitare la concorrenza nel settore della telefonia ha abolito le penali per la disattivazione delle linee. Legge, però, viene puntualmente aggirata dagli operatori che continuano a imporre i cosiddetti "contributi di disattivazione" (in bolletta sono indicati come importo per dismissione o costo per attività di migrazione ecc.) ostacolando il recesso da parte dei consumatori. Recedere da un contratto telefonico o passare a un altro operatore, quindi, può costare dai 30 ai 100 euro. Per questo motivo abbiamo presentato sei ricorsi contro le principali compagnie telefoniche.
I nostri ricorsi contro le 6 compagnie telefoniche
Abbiamo inviato 6 ricorsi per pratiche commerciali scorrette all'Agcom e all'Antitrust contro le principali compagnie di telefonia fissa: Fastweb, Infostrada, Telecom, Tiscali e Vodafone (anche rispetto ai clienti Teletù). Alle Autorità abbiamo contestato la pratica messa in atto da questi operatori, del non informare correttamente gli utenti sull'entità di questi costi, che non sono in ogni caso congrui o giustificati.
Se passasse il disegno di legge voluto dal Governo, non solo questi comportamenti degli operatori sarebbero di nuovo giustificati, ma si pagherebbe ancora di più.
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