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La Grecia sotto pressione: rendimenti alle stelle e prezzi alle stalle
12 anni fa - lunedì 26 aprile 2010· La settimana scorsa è stata assai turbolenta per i titoli di Stato greci che se la sono dovuta vedere con la notizia che l'aiuto dei partner europei al governo greco sarebbe stato tre volte quello preventivato (90 miliardi anziché 30, peccato però che la notizia non riguardasse l'oggi, ma la possibilità di ulteriori interventi dal 2011 in poi).
· In seguito i bond greci si sono confrontati con le voci venute dagli Usa per cui la Grecia starebbe pensando di pagare solo il 75% dei suoi debiti (con un taglio del 25%), quindi con la notizia che il rapporto deficit/Pil nel 2009 è stato più alto delle attese e, infine con un ulteriore taglio del giudizio (da A2, nostro discreto a A3, sufficiente) da parte dell'unica agenzia di rating che conserva sulla Grecia un giudizio sopra la tripla B.
· Nel frattempo anche i Cds (i contratti d'assicurazione stipulati sull'insolvenza del debito greco) sono saliti ai massimi (vedi grafico qui sotto) facendo pensare a una maggior probabilità di default greco e si sono trascinati dietro i rendimenti dei titoli di Stato ellenici oggi generalmente sopra l'8% (per converso i prezzi sono crollati, a seconda dei titoli anche sotto quota 80 centesimi).
· Se ciò non bastasse chi intende assicurarsi da un default greco da qui a due o tre anni deve pagare un prezzo più elevato rispetto a chi si vuole assicurare dal fallimento nei prossimi dieci anni. Questo dato fa pensare che i mercati percepiscano le difficoltà della Grecia come un problema che riguarda un futuro vicino.
· Infine hanno pesato sulla situazione le numerose dichiarazioni di esponenti del governo tedesco restii a fornire un aiuto alla Grecia per motivi di politica interna (il 9 maggio c'è un'importante elezione regionale e gli elettori tedeschi non sono particolarmente entusiasti di fronte all'idea di dare una mano alla Grecia).
La tragedia greca farà dei morti o finirà in farsa?
· C'è un problema di fondo con la Grecia: che finora tutte le notizie sono state riviste costantemente in versione peggiorativa. Il deficit è stato più alto del previsto e il piano di recupero sta andando per le lunghe. Non c'è fiducia completa nel fatto che i greci siano all'altezza dei compiti che ora la Storia sta assegnando loro (e gli scioperi dimostrano che il problema più urgente del popolo greco è portare a casa il pane piuttosto che ripianare i debiti). Quindi la notizia di un taglio del 25% per alcuni potrebbe essere assolutamente plausibile.
· Tuttavia il debito greco non è in mano ai greci, ma è in mano ai risparmiatori europei e quando gli Stati europei finanzieranno direttamente la repubblica ellenica secondo i progetti già approvati questo debito sarà pure in mano agli Stati. Insomma nessuno ha davvero convenienza a veder saltare la Grecia (come ha ricordato il ministro Tremonti sul Titanic non bastava un biglietto di prima classe per poter dire di non essere toccati dal naufragio).
· Infine la Grecia rischierebbe grosso a pagare solo il 75% dei suoi debiti. Certo uno Stato può decidere di fare quel che vuole, anche in barba ad accordi internazionali (inutile dire che un simile provvedimento sarebbe "illegale"), ma poi gli altri Stati sono liberi di fargliela pagare.
· Detto ciò il prezzo delle tre obbligazioni greche che vi consigliamo è sceso tra 74 e 82, un livello compatibile con un eventuale pagamento di solo il 75% del suo debito, per cui non ci sembra il caso di venderle. Infatti, se ci sarà un taglio del 25% nei pagamenti (di fatto un default) è improbabile che le perdite aumentino. Se non ci sarà, sono assicurati alti rendimenti. E comunque il premier greco venerdì ha chiesto ufficialmente gli aiuti europei, il che potrebbe contribuire a una soluzione più rapida.
UN TERMOMETRO IN CUI IL MERCURIO RIBOLLE
Il rischio di insolvenza greco (in grassetto, il prezzo dei Cds, i contratti assicurativi contro un'insolvenza nei prossimi 10 anni) è ai massimi, tuttavia è pur sempre circa la metà di quello argentino (linea sottile).