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La mannaia delle agenzie di rating decapita i bond greci
12 anni fa - venerdì 18 giugno 2010Ci sono state novità per i conti greci la scorsa settimana? No: sui giornali o dalle agenzie non è uscito nulla che arricchisse le informazioni a disposizione dei risparmiatori circa la salute dello Stato ellenico. D'altronde è anche ovvio che in momenti di crisi, gestita la sbornia di paure e di timori della prima ora, si entri in una lunga fase in cui i governi mettono mano alle misure necessarie a riparare i danni del passato e in cui gli investitori stanno a guardare. E questo è più o meno in linea con la situazione descritta fino a qualche giorno fa sia dai tassi, sia dai Cds (le assicurazioni sul rischio di un default) della Grecia. Tuttavia, nella quiete di questo primo scorcio di giugno, qualcosa è successo.
ATENE: ARRIVA UNA NUOVA BOCCIATURA
Continuano ad arrivare i tagli delle agenzie di rating sul debito pubblico greco, tagli che ci costringono a rivedere anche noi l'affidabilità della Grecia e a darvi un consiglio di vendita sui bond ellenici. La reazione al taglio dei Cds (in grassetto, scala sinistra) e dei tassi d'interesse (linea sottile, scala destra quelli a 7-10 anni) si è fatta sentire.
Atene bocciata all'ultimo esame sull'affidabilità
· Se già da tempo Fitch e S&P davano dell'affidabilità greca un giudizio molto negativo (il giudizio di S&P è da tempo pari a BB+, sotto l'investment grade, ossia un livello per speculatori), questa valutazione da parte delle principali agenzie di rating non era ancora unanime. Infatti fino al 14 giugno Moody dava alla Grecia ancora una valutazione pari ad A3, corrispondente al nostro sufficiente. E noi condividevamo tale giudizio, visto che se è vero che la Grecia è virtualmente fallita (lo abbiamo sempre detto), è anche vero che l'Europa è intenzionata a sostenerla.
· Ora, però, anche Moody ha declassato la Grecia e ha tagliato di ben 4 livelli il suo giudizio portandolo a quota Ba1, un livello spazzatura, identico a quello descritto nella valutazione di S&P. A noi non è giunta notizia di alcuna grave novità sulla Grecia, tale da giustificare un simile taglio (vedi grafico). Che abbiano informazioni "privilegiate"?
E noi dobbiamo passare a vendere i suoi bond
· A questo punto la scelta è inevitabile e ci viene imposta dalle metodologie di selezione dei bond che ci siamo imposti fin dagli albori di Soldi Sette e a cui intendiamo attenerci anche in questi casi per restare credibili (per saperne di più potete andare sul nostro sito al link www.altroconsumo.it/finanza/map/show/694010/src/4912843.htm). Il livello di affidabilità dei titoli di Stato greci passa, quindi, da sufficiente a rischioso. E di conseguenza il nostro consiglio per i titoli di Stato greci passa da acquistare (per scadenze a 5-7 anni) o mantenere (per scadenze 7-10 anni) a vendere.
· Come si esce dall’investimento? Dipende da quando avete acquistato i bond. Ad esempio chi ha acquistato il 6 febbraio 2010 incassa perdite tra il 16% e il 17,5% (al netto di tasse e commissioni), mentre chi ha acquistato i bond il 5 maggio, guadagna tra il 5,9% e il 7,3%.
· Per ottenere rendimenti comunque interessanti potete a questo punto puntare sui titoli in euro che vi consigliamo a pagina 11. Rendimenti elevati sono forniti dai titoli di Stato spagnoli e portoghesi che, comunque, beneficiano di una affidabilità superiore a quella greca.
· Ovviamente il consiglio di vendere è destinato al buon padre di famiglia, per chi non teme il rischio e vuole azzardare una speculazione, l'opzione di mantenere i titoli di Stato greci che ha acquistato (magari riducendone il peso a una parte limitata del suo portafoglio complessivo) resta aperta. Infatti la sentenza sul rating greco non significa necessariamente che la Grecia salti di qui a domani, sconta più che altro la prospettiva che, terminata l'emergenza europea, terminino anche gli aiuti e che alla fine Atene debba ristrutturare il suo debito, pagandolo anziché il 100% una somma inferiore. Quanto? Usando una regola del pollice si può pensare a una somma intorno ai prezzi attuali di 80, cioè l'80% del loro valore. Il premio della scommessa sta nel fatto che la Grecia alla fine non ristrutturi (il guadagno sarà un incasso di 100 euro ogni 80 euro spesi), il rischio sta che la Grecia alla fine ristrutturi molto male con incassi di 50, 60 euro contro 80 euro spesi).