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  • Crisi Russia-Ucraina: 7 consigli per gestire gli investimenti
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Crisi Russia-Ucraina: 7 consigli per gestire gli investimenti

4 mesi fa - mercoledì 23 febbraio 2022
In questi giorni i venti di guerra in Ucraina stanno facendo tremare i mercati. Cosa fare in momenti come questi per proteggere i propri investimenti? Ecco i nostri 7 consigli.
Analisi

Analisi

Primo consiglio: non farti prendere dal panico

Il primo consiglio che ti diamo è quello di non farti spaventare da possibili giornate pesanti sulle Borse. Il tempo, infatti, con gli investimenti azionari è galantuomo: mantenendo i nervi saldi c’è la possibilità di recuperare le perdite. Prendiamo, per esempio, la prima crisi russa-ucraina legata all’annessione della Crimea, a inizio 2014. Ci sono state giornate pesanti, ma nel complesso nel periodo tra il 20 febbraio e la fine di marzo del 2014 le Borse mondiali erano rimaste sostanzialmente piatte e già un anno dopo quel 20 febbraio 2014 guadagnavano circa il 31%. Torniamo indietro alla crisi legata all’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq: nel periodo tra il febbraio 1990 e agosto 1990 le Borse mondiali persero in media il 25%. Già cinque anni dopo quel febbraio 1990, però, non solo avevano recuperato tutte le perdite, ma erano persino in guadagno del 30,6% – le variazioni riportate sono tutte in euro e a dividendi inclusi. Insomma, ricorda che la pazienza è la virtù dei forti ed è l’arma più potente che hai anche in finanza.

Ricorda che fino a quando non vendi le perdite sono solo virtuali: per questo è importante prima di iniziare a investire capire per quanto tempo si possono tenere i soldi parcheggiati in azioni o obbligazioni. Un orizzonte d’investimento per un buon padre di famiglia che costruisce un portafoglio diversificato è di solito, di almeno, cinque anni.

 

Secondo consiglio: non mettere tutte le uova nello stesso paniere

Il tempo sicuramente aiuta, ma bisogna anche scegliere i mercati giusti. Il secondo consiglio è, dunque, quello di non investire tutti i tuoi risparmi su una sola azione o su un solo mercato (per esempio solo azioni italiane), ma di ripartire bene i tuoi risparmi su più Borse. Quali listini scegliere e quanto investirci? In questo ti aiutiamo noi. Per esempio, già da qualche settimana ti sconsigliamo di investire sulla Borsa russa – vendi dunque azioni, fondi d’investimento, Etf che puntano su questo listino. Tutto l’Occidente sembra, infatti, pronto a intervenire con sanzioni molto pesanti nei confronti della Russia in caso di intervento militare in Ucraina: questa volta si parla di armi economiche molto potenti, dal tagliare fuori le banche russe dai circuiti internazionali, alla sospensione di progetti con imprese russe. Insomma, la mazzata per l’economia russa potrebbe essere devastante e il rialzo del prezzo del greggio potrebbe non bastare a sostenerla. Consigliamo, invece, di puntare sulla Borsa americana: un conflitto in Ucraina spaventa perché rischia di far impennare ulteriormente i costi dell’energia, pesando sui bilanci di famiglie e imprese che potrebbero essere costrette a tirare la cinghia facendo, dunque, rallentare la crescita economica – e questo farebbe male alle Borse. In questo scenario l’economia americana, e la sua Borsa, potrebbero reggere meglio di altre: con i prezzi del greggio elevati il Paese potrebbe ulteriormente rilanciare il suo settore energetico (soprattutto gas e petrolio da scisti bituminosi), ottenendo il duplice effetto di rendersi ancora meno dipendente dagli umori del Cremlino in termini di forniture di energia e di creare ricchezza che può far crescere la sua economia. Considerando, però, che la Borsa di New York non è proprio a buon mercato ti consigliamo di limitare il suo peso nel tuo portafoglio d’investimenti tra il 5% e il 15%, a seconda di che tipo di investitore sei – se particolarmente prudente limitala al 5%, se più “dinamico” puoi salire fino al 15%. Per conoscere che tipo di investitore sei e per conoscere gli altri mercati in cui ti consigliamo di investire – non solo Borse, in alcuni casi è bene investire qualcosa anche in obbligazioni – vai su www.altroconsumo.it/investi/portafogli e scopri una delle nostre “torte di portafoglio”: una miscela di Borse e investimenti in obbligazioni studiata per farti affrontare al meglio i momenti difficili e darti soddisfazioni nel medio/lungo periodo. Devi solo copiare una delle tre “torte”. L’Italia è uno dei Paesi più esposti a una possibile interruzione delle forniture di energia da parte della Russia. Per questa ragione al momento non ti consigliamo investimenti azionari che sono legati alla Borsa di Milano. 

In un portafoglio ben diversificato è bene introdurre anche delle obbligazioni, più sicure rispetto alle azioni. I rendimenti delle obbligazioni, però, sono ancora al lumicino e per contrastare il carovita le Borse rappresentano una scelta migliore: ecco perché anche a un investitore “difensivo” consigliamo comunque di investire il 30% del portafoglio in azioni (o fondi /Etf azionari).

 

Terzo consiglio: acquista a rate

Ti spaventa comunque l’idea di vedere i tuoi risparmi andare in rosso? Puoi provare a ridurre l’impatto di eventuali ribassi dei mercati facendo i tuoi investimenti un pochino per volta. Abbiamo messo a confronto il valore del portafoglio, a oggi, di chi avesse deciso di puntare 5.000 euro in un colpo solo sulle Borse mondiali alla fine del 2006 con il valore del portafoglio di chi, invece, avesse deciso di scaglionare i 5.000 euro in cinque anni, investendo 1.000 euro a fine 2006, poi 1.000 euro a fine 2007, poi altri 1.000 a fine 2008 e ancora 1.000 euro a fine 2009 e 2010. Ebbene, come vedi nel primo caso oggi i 5.000 euro sarebbero circa 15.400, mentre nel secondo caso sarebbero circa 17.750, un bel 15% in più (il dato è in euro e dividendi inclusi e non include il costo delle commissioni di compravendita). Questo perché comprando poco per volta puoi trasformare i momenti di calo dei mercati in opportunità (compri a meno) per sfruttare meglio la ripresa futura. Puoi dunque provare a replicare le nostre torte di portafoglio non investendo tutto il tuo capitale in una volta sola, ma un po’ per volta. Occhio comunque ai costi che ti pratica la tua banca per fare gli acquisti.

Ogni volta che fai un investimento su uno strumento finanziario la tua banca ti fa pagare delle commissioni. Di solito queste commissioni sono percentuali, quindi pagare una volta lo 0,7% su 5.000 euro o 5 volte lo 0,7% su 1.000 euro per te non cambia. Attenzione, però, che a volte sono previsti dei minimi commissionali che possono entrare in gioco se l’importo investito è molto piccolo. In tal caso la strategia dell’acquisto a “rate” potrebbe costare in termini di commissioni di più di quella dell’acquisto “secco” tutto in uno.

 

Quarto consiglio: un po’ di oro in cassaforte

Oltre a creare un portafoglio diversificato in azioni e obbligazioni ti consigliamo anche di investire una piccola parte dei tuoi risparmi in oro. Si tratta del bene rifugio per eccellenza, che tende a salire quando le Borse vanno male. Non per nulla in questo travagliato avvio di 2020, le Borse mondiali hanno mediamente perso il 6% in euro e dividendi inclusi, mentre il prezzo dell’oro è salito di circa il 4% permettendoti di recuperare buona parte di quelle perdite. Attenzione: non ti aspettare una relazione univoca del tipo le Borse calano dell’1%, l’oro sale dell’1%. Anzi ci potranno essere anche giornate in cui calano sia le Borse, sia l’oro – nulla in finanza è univoco. Questo perché sul prezzo dell’oro incidono diversi fattori, dall’andamento dei tassi d’interesse, a quello della domanda di oro per la gioielleria. In ogni caso, l’oro è un elemento che può ridurre il rischio complessivo del tuo patrimonio, soprattutto in caso di maretta sui mercati. Quanto investire in oro? Ti consigliamo al massimo il 10% del valore del tuo portafoglio d’investimenti in azioni e obbligazioni. Esempio: se è di 100.000 euro, puoi investire fino ad altri 10.000 euro in oro – considera l’oro un po’ come un’assicurazione, che si fa in aggiunta al bene che hai già comprato (per maggiori dettagli sull’oro puoi leggere Investi n° 1442).

Il modo più semplice ed economico per investire in oro è comprando l’Etc Invesco physical gold (161,73 euro; Isin IE00B579F325), quotato a Milano. Il prodotto compra materialmente dei lingotti che poi vengono custoditi nei caveau della banca JP Morgan a Londra: il suo prezzo, dunque, riflette quello, in euro, di un decimo di oncia di oro della massima qualità. Puoi acquistarlo facilmente anche tramite il trading online della tua banca e quest’ultima dovrebbe farti pagare commissioni pari all’incirca allo 0,2% del tuo investimento.

 

Quinto consiglio: guadagna dai cali di borsa (solo per speculatori)

La strategia fondamentale da seguire per affrontare al meglio le prossime settimane è quella che ti abbiamo fin qui descritto. Se, però, hai particolare confidenza coi temi della finanza e hai qualche soldino da scommettere e che sai, nel caso, di poter perdere, puoi azzardare delle speculazioni “mordi e fuggi” su prodotti che guadagnano quando le Borse scendono. Quelli più semplici da acquistare sono in assoluto i cosiddetti certificate a leva fissa short: guadagnano se la Borsa scende e perdono se la Borsa sale. Ce ne sono tanti sul mercato, ma quelli più interessanti per una scommessa sul ribasso dei mercati sono quelli a leva 7: per esempio, il certificate a leva fissa short di Société Générale con codice Isin LU2200517063 e prezzo attuale di 0,1005 euro, guadagna il 14% in un solo giorno se la Borsa di Milano perde in quel giorno il 2%. Attenzione: vale anche al contrario, quindi se il mercato ti viene contro rischi di perdere tanto e alla svelta. Inoltre questi prodotti presentano una serie di complicazioni quindi prima di acquistarli devi essere conscio di conoscere bene tutte le regole di utilizzo – per esempio, funzionano bene solo giorno per giorno, ma non su periodi più lunghi di tempo, quindi se in una settimana la Borsa ha fatto -1%, non è detto che il tuo certificate a leva fissa short abbia fatto +7% (vedi Investi n° 1434). Questi certificate sono, però, solo uno degli strumenti a tua disposizione per guadagnare quando i mercati scendono: li abbiamo passati in rassegna tutti nel corso delle scorse settimane, dai certificate turbo short (come quelli a “leva fissa” ma che “funzionano” anche su più giorni”, fino ai future). Qui sotto trovi tutti i riferimenti se sei curioso di andarteli a studiare e vuoi provare ad usarli: ricorda, comunque, che siamo nell’ambito di prodotti complessi e rischiosi. Puoi perdere tutto anche in una sola giornata.

Ecco una piccola guida se vuoi approfondire il tema dei prodotti “derivati” “short” che ti fanno guadagnare quando le Borse scendono: turbo certificate, vedi Investi n° 1430; mini future, vedi Investi n° 1431; certificate a leva fissa, vedi Investi n° 1434; opzioni e covered warrant, vedi Investi n° 1437; cfd vedi Investi n° 1442; Etf short, vedi Investi n° 1444.

 

Sesto consiglio: non farti ingolosire dal petrolio

Come ti abbiamo detto la guerra in Ucraina fa paura soprattutto per un possibile incremento dei prezzi dell’energia. Come spesso accade in finanza, però, il mercato tende a muoversi prima che gli eventi accadano e in questo tribolato mese di febbraio il prezzo del petrolio è, in realtà, salito “solo” di circa il 6% contro il +16,5% registrato nel mese di gennaio 2022 e il +51% registrato in tutto il 2021 (esistono diverse qualità di petrolio e ognuna ha il suo prezzo. Qui facciamo sempre riferimento a quello brent). Insomma, anche se ulteriori fiammate sopra i 100 dollari al barile non sono escluse, sembra quasi che il grosso della corsa del prezzo del greggio sia già stato scontato dal mercato. Non per nulla, a meno di un prolungarsi di un eventuale conflitto in Ucraina per parecchi mesi, no ci aspettiamo che il prezzo del petrolio possa stabilizzarsi nel 2022 su un valore medio compreso tra gli 80 e gli 85 dollari al barile (al momento viaggiamo sui 97 dollari al barile) per poi ripiegare nel 2023 su valori medi attorno ai 70 dollari. A determinare queste prospettive diversi fattori (vedi Investi n° 1450) tra cui la possibilità che il greggio iraniano possa tornare a fluire sul mercato, determinando un aumento dell’offerta complessiva di energia che potrebbe compensare le mancanze di afflussi dalla Russia. Insomma, ti sconsigliamo di acquistare prodotti legati al prezzo del greggio e del gas (i cui andamenti sono spesso connessi a quelli del petrolio) e di limitarti a mantenere gli investimenti già fatti in passato sulle azioni delle compagnie petrolifere, alle prese con un’impegnativa transizione verso forme di energia più pulite, che potrebbe pesare sulla redditività dei gruppi.

Tutti i prodotti finanziari che seguono il prezzo del greggio, come l’Etc wisdomtree brent crude oil (36,725 euro; Isin JE00B78CGV99) non comprano veri barili di greggio ma investono in prodotti finanziari chiamati “future” legati al petrolio. Ogni volta devono comprare e vendere questi “future” e questo, spesso, si traduce in un costo che grava sul prodotto se lo si tiene per un po' di tempo. Sono dunque prodotti ideali solo per scommesse "mordi e fuggi", ma li sconsigliamo.

 

Settimo consiglio: le azioni della difesa non ti difendono

Una riflessione, infine, sulle società legate alla Difesa, quelle dedite alla realizzazione di armamenti e strumentazione (anche informatica) da utilizzare in caso di conflitto. Sebbene le tensioni militari di solito rappresentino un’occasione per spuntare maggiori contratti e, quindi, sulla carta possono agevolare l’andamento di queste azioni, al momento il mercato resta abbastanza tiepido nei confronti del settore: se è vero che rispetto al -2,8% fatto in media dalle azioni mondiali a febbraio i titoli del settore della Difesa hanno guadagnato, è anche vero che tale rialzo è limitato allo 0,7%. La sensazione è che (fortunatamente) si possa non arrivare a un coinvolgimento di contingenti internazionali in Ucraina, ma che, piuttosto, l’Occidente abbia intenzione di condurre l’offensiva alla Russia mediante l’arma delle sanzioni economiche. Inoltre, sono anni che alcuni Paesi hanno intrapreso una riduzione delle spese militari, anche se negli Stati Uniti – il Paese in assoluto più rilevante in tal senso – non si vedono i segnali di rallentamento che alcuni si aspettavano dopo la fine dell’amministrazione Trump. Anche al di là di aspetti “etici”, non ci sembra ci siano le motivazioni per una scommessa sul settore. Anzi, visto il buon andamento registrato nei mesi di pandemia, in controtendenza col resto del settore, ti consigliamo di chiudere definitivamente la scommessa sulle Elbit System (173,92 Usd; Isin IL0010811243), società della Difesa israeliana. Dall’inizio del 2020 le Elbit Systems hanno messo su in euro e dividendi inclusi circa il 15% contro il +3% medio delle altre azioni del settore della Difesa. Chi ottiene i risultati migliori col titolo è chi ha fatto la scommessa dopo il nostro primo consiglio dell’aprile 2017 (vedi Investi n° 1216) – guadagna il 53,5% in euro e dividendi inclusi contro il +30,5% medio fatto sullo stesso periodo dalle altre azioni del settore della Difesa – mentre il risultato più “contenuto” lo ottiene chi ha comprato a novembre 2017 (vedi consiglio su Investi n° 1245), che, però, si porta comunque a casa un +39,5% contro il +26% in media offerto dalle altre azioni del settore della Difesa.

In passato abbiamo consigliato anche azioni di Bae Systems (591,8 pence; Isin GB0002634946), società che lavora per lo più con la Difesa britannica. Anche queste ultime nel corso della pandemia si sono comportate meglio di altre azioni del settore della Difesa (+circa +17% in euro e dividendi inclusi contro il +3% circa delle altre azioni del settore). Hanno un po’recuperato lo svantaggio nei confronti delle altre azioni del settore accumulato in passato: se le hai in portafoglio puoi mantenerle, altrimenti non è il caso di acquistarle ora. Mantieni anche le Lockheed Martin (386,46 Usd; Isin US5398301094).

 

Tutti i prezzi e le variazioni riportate sono alla chiusura del 21 febbraio.

 

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