Smartphone a scuola: meglio vietarlo o "integrarlo"? Cosa dicono studi ed esperti su adolescenti e web
Diversi istituti e licei decidono di bandire i telefoni tra i banchi di scuola. E così si riaccende il dibattito: vietare è il modo migliore per garantire il benessere dei ragazzi? Esiste una vera dipendenza da internet e cellulari? Il web non ha colpe, ma attenzione ai disagi che si esprimono in rete. Nell'articolo completo i risultati degli studi scientifici e il parere dello psicologo Matteo Lancini.
- di
- Stefania Villa

Come ogni anno a settembre, alla ripresa della scuola, si riaccende il dibattito su cellulare sì-cellulare no per gli studenti in aula.
Quest’anno diversi licei e istituti pare abbiano deciso di bandire totalmente gli smartphone, mentre il dilemma continua: giusto vietare i telefoni per contrastarne la “dipendenza" o meglio insegnare a usare questi dispositivi nel modo corretto?
Su Altroconsumo InSalute (n. 159 agosto 2022), abbiamo affrontato anche questo tema, parlando del benessere mentale degli adolescenti in relazione all’uso che fanno di web e dispositivi. Si può davvero parlare di dipendenza? Come si esprime il malessere dei ragazzi online? Come riconoscerlo e aiutarli?
Siamo andati a vedere cosa dicono gli studi in merito e abbiamo intervistato Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro, direttore del master in "Prevenzione e trattamento delle dipendenze da internet in adolescenza", nel comitato scientifico dell'ultimo studio sulla salute mentale di bambini e ragazzi dopo la pandemia dell'Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia).
Perché se è vero che, da un lato, sono aumentati i segnali di malessere tra i ragazzi e che ritiro sociale, cyberbullismo, iperesposizone online sono una realtà, dall’altro è anche necessario capire che "la colpa" non può essere data a internet e cellulare, che fanno ormai parte della nostra realtà (neanche gli studi riescono ad arrivare a conclusioni di questo tipo).
E l'esperto Lancini ha un’opinione piuttosto chiara in merito al tema che in queste ore agita gli operatori del settore:“(...) La scuola che riapre – dice nell’intervista completa - e che, dopo aver obbligato i ragazzi a stare a casa davanti allo schermo, ora ritorna all’idea che si debbano spegnere cellulare e internet, piuttosto che integrare queste esperienze, ormai parte della vita di tutti: questo non è solo follia, ma dimostra quanto gli adulti siano più concentrati a difendere la propria idea educativa che a identificarsi con i giovani e soprattutto con la società che loro stessi hanno creato, in cui la rete è al centro di ogni attività (...) Il problema non è quanto tempo passano online i ragazzi, ma che non si danno alternative valide (...) Ben prima della pandemia abbiamo chiuso cortili e i giardini, dove una volta il corpo dei ragazzi poteva muoversi liberamente e sperimentarsi (....) ”.
Cosa fare
Se ci dovessero essere segnali di un uso distorto di smartphone e web da parte di adolescenti e pre-adolescenti, la soluzione in generale non è sequestrare il cellulare: internet e i social sono ormai parte integrante delle nostre vite, si rischierebbe persino l’effetto opposto. Piuttosto parlate, chiedete ai figli cosa fanno online, monitoratelo se ancora piccoli, in modo condiviso, non investigativo. Informatevi in prima persona e spiegate i rischi della rete, cercate di capire se dietro un cattivo utilizzo dei social c’è qualcosa di più ed eventualmente rivolgetevi a un esperto.