Epatite sconosciuta nei bambini: primi casi anche in Italia. Che cosa si sa e come riconoscerla
Mal di pancia, vomito e diarrea; qualche volta febbre. E soprattutto ittero, il colorito giallo di pelle e occhi tipico dei casi di epatite. Ma quella che sta colpendo i bambini sotto i 10 anni negli Usa e in mezza Europa (e ora anche in Italia) non fa parte di nessun tipo di epatite virale classica. E ancora non si conoscono cause e trasmissione. Ecco quello che si sa al momento e quali sono i segnali a cui stare attenti.
- contributo tecnico di
- Daniele Caldara
- di
- Luca Cartapatti

Alla fine è arrivata anche da noi: sono 11 (di cui uno grave) al momento i possibili casi anche nel nostro Paese della sconosciuta epatite acuta che sta colpendo i bambini in diversi Paesi del mondo. Dopo i primi casi segnalati a inizio aprile nel Regno Unito a oggi sono già 111 solo nelle isole britanniche i bambini coinvolti, per lo più di età inferiore ai 10 anni, dei quali 10 hanno richiesto persino un trapianto di fegato data la gravità della loro condizione. In questi giorni sono stati segnalati altri casi, seppur in numero molto più limitato, negli Stati Uniti e in Israele e in altri paesi europei come Irlanda, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Romania, Francia e Spagna (e ora, appunto, anche in Italia). Stando agli ultimi aggiornamento, i casi nel mondo ammonterebbero a circa 200.
Al momento si hanno solo ipotesi sulle cause. Vista la segnalazione contemporanea in vari paesi, si pensa ad un’origine infettiva, ma è già stato escluso si tratti dei classici agenti virali che danno origine all’epatite. Ma che cos'è e come si manifesta questa strana epatite? Quali sono i campanelli che devono allertare i genitori? E cosa si può fare?
Che cos'è l’epatite e come riconoscere questi casi
L’epatite acuta è un'infiammazione del fegato che riconosce molte cause, ma principalmente le infezioni da virus dell’epatite. Possono essere anche causate da sostanze tossiche, farmaci o malattie autoimmuni. Attualmente, tutte queste cause comuni sono state escluse e sono al vaglio altre ipotesi.
Le epatiti acute hanno tipicamente sintomi poco caratteristici, che possono variare da bambino a bambino. I bambini possono essere inappetenti, avere la nausea, vomitare, avere mal di pancia e diarrea e sintomi simil-influenzali come malessere generale, dolori muscolari e articolari e in alcuni casi anche prurito, come un’orticaria. A parte il prurito, questi sintomi sono comuni alle influenze stagionali e alle gastroenteriti. Nello specifico questa epatite di origine sconosciuta non fa eccezione. I casi rilevati nel Regno Unito si sono manifestati con:
- dolore addominale, vomito e diarrea nei giorni o nelle settimane precedenti;
- colorito giallastro (il cosiddetto ittero);
- febbre, in alcuni casi (la maggior parte però sembra non averla avuta, stando a quanto riportato nei giorni scorsi dal Centro di controllo delle malattie europeo);
- transaminasi molto elevate (si tratta di un parametro ematico che viene valutato in pronto soccorso di fronte a sintomi suggestivi di epatite).
Il colorito giallastro della pelle e delle sclere (cioè la parte bianca dell’occhio) è invece un sintomo che deve allertare il genitore, oltre ad un eccessivo malessere. Altri sintomi suggestivi di una infiammazione del fegato solo le urine scure e le feci chiare. In questi casi, è bene consultare il pediatra di riferimento.
Le cause? Forse un'infezione virale
In questo momento non è chiaro quale sia la causa di queste strane epatiti. Data la diffusione in vari paesi e le caratteristiche cliniche dei casi, la causa più probabile sembra essere quella infettiva. Sono già state escluse le cause più classiche di epatite, cioè i virus delle epatiti di tipo A, B, C, D ed E o l’esposizione a sostanze tossiche.
Dalle analisi dei casi rilevati nel regno Unito si è riscontrata di frequente un’infezione da adenovirus, un virus respiratorio che normalmente infetta i bambini dando sintomi simil-influenzali, con anche vomito e diarrea. L’ipotesi che queste epatiti possano essere causate da adenovirus è al vaglio, ma va riconosciuto che le infezioni da adenovirus sono molto comuni e in quest’ultimo periodi vari agenti virali che danno sindromi influenzali hanno rialzato la testa in tutto il mondo dopo l’allentamento delle misure anti-Covid. È quindi necessario capire se c’è stato un cambiamento nell’assetto genetico di questi virus che possa aver scatenato così facilmente queste infiammazioni del fegato.
Solo ipotesi al vaglio
Il riscontro di un’infezione da adenovirus in più bambini potrebbe quindi essere una coincidenza, così come potrebbe essere invece la spiegazione: secondo un’ipotesi degli esperti al lavoro, potrebbe anche essere un effetto dell’indebolimento della memoria immunitaria dei bambini dopo mesi e mesi di restrizioni per frenare il Covid. La limitazione delle interazioni avrebbe impedito quell’ “allenamento immunitario” a cui i bambini sono sottoposti normalmente interagendo tra di loro e contagiandosi a vicenda con raffreddori e influenze. Questo potrebbe aver inciso sulle capacità di difendersi efficacemente da infezioni banali, per cui alcuni bambini immunologicamente più “vergini” potrebbero avere risposto all’infezione in modo eccessivamente vigoroso.
Alcuni bambini sono risultati positivi al Covid, ma in questo momento non è chiaro se il Covid possa davvero avere un ruolo nello scatenare queste epatiti. Inoltre, data la diffusione del Covid in tutto il mondo, ci si attenderebbe una maggiore diffusione di questi strani casi di epatite. Rimane comunque un’ipotesi al vaglio.
Per quanto riguarda l’Italia, degli 11 casi sospetti segnalati solo 3 sono stati confermati. In un caso è stato necessario il trapianto di fegato. Sono ora in corso gli accertamenti necessari per stabilire se questi casi rappresentino un’anomalia per il nostro paese, dato che ogni anno in Italia, così come negli altri paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta.
Escluso il legame con i vaccini anticovid
Escluso un collegamento con il vaccino anti-Covid, vista anche l’età di molti dei casi (1-5 anni) per cui il vaccino non è ora indicato. Inoltre nel corso di questi mesi la vaccinazione è stata somministrata a molti pazienti con malattie gravi o autoimmuni del fegato e a pazienti trapiantati di fegato, senza il riscontro di particolari reazioni avverse.
Il collegamento con un’infezione da adenovirus ha però risvegliato le paure verso i vaccini, visto che le vaccinazioni a vettore virale, come quella di Astrazeneca o Janssen, usano proprio gli adenovirus come tecnologia vaccinale. Si tratta però di adenovirus modificati in laboratorio e incapaci di replicarsi e infettare. È quindi implausibile che siano loro a causare le infiammazioni del fegato. Per lo stesso motivo è altrettanto implausibile che la causa stia in un virus ricombinante originato dal rimescolamento genetico di adenovirus che infettano i bambini e adenovirus dei vaccini: perché accada questo, i virus dovrebbero entrambi essere in grado di moltiplicarsi, cosa che non avviene per il vettore virale dei vaccini.