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Dispositivi medici pericolosi: i casi di chi si è rivolto a noi per l'anticoncezionale Essure

Pacemaker, supporti ortopedici, protesi al seno, cateteri. Una recente inchiesta denuncia il fenomeno dei medical device pericolosi impiantati nei corpi dei malati di mezzo mondo. C'è anche l'anticoncezionale permanente Essure: più di 30 donne si sono rivolte a noi per essere supportate nella richiesta di risarcimento.

11 febbraio 2019
malattie croniche

È destinata a fare molto rumore l'inchiesta sui dispositivi medici pubblicata da L'Espresso. Si tratta di un'indagine mondiale durata un anno, coordinata dall'International consortium of investigative journalists (Icij) che ha visto la partecipazione, per l'Italia, de L'Espresso e di Report (Rai Tre). Al centro dell'inchiesta, i dispositivi medici (medical device) che vengono impiantati nei corpi dei pazienti. Innovativi strumenti salvavita che però, in alcuni casi, si rivelano rischiosi e possono causare problemi anche gravissimi. L'inchiesta presenta casi di pacemaker, defibrillatori, protesi al seno, supporti ortopedici...

L'anticoncezionale Essure e le donne che si sono rivolte ad Altroconsumo
Fra i dispositivi messi sotto accusa dall'inchiesta c'è Essure, un anticoncezionale permanente della ditta Conceptus, acquisita da Bayer. Device, ideato per favorire la chiusura per cicatrizzazione delle tube di Falloppio, ritirato dal mercato nel settembre 2017. Da diversi mesi c'è una mobilitazione di donne in diversi parti del mondo per lamentare una serie di effetti collaterali: cefalee anche gravi, bronchiti, obesità, depressione.
In Italia, sarebbero state vendute circa settemila spirali. Alcune delle donne che hanno scelto di impiantare Essure si sono rivolte a Paolo Martinello, presidente della Fondazione Altroconsumo, per inviare a Bayer una richiesta di risarcimento danni. Nel video le loro testimonianze.

I legali di Altroconsumo si sono già attivati e offrono assistenza gratuita a chi ha avuto problemi con questo dispositivo. Si può contattare il numero 026961555. Intendiamo inoltre muoverci per chiedere l'intervento del minsitero della Salute e, considerata la portata internazionale della vicenda, di allargare il discorso alle autorità sanitarie degli altri paesi dell'Unione europea, coordinandoci con Euroconsumers (gruppo di cui facciamo parte) e con il Beuc, l'organismo che riunisce le organizzazioni di consumatori europee, fra cui noi. Il sasso è appena stato lanciato, vi invitiamo a seguire con noi i prossimi passaggi di una storia che avrà certamente nuovi sviluppi.