La serenità travolta dal Covid
La pandemia ha reso la popolazione italiana più ansiosa e depressa, soprattutto quella nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni. In vista di un futuro ancora incerto servono risorse per la salute mentale.

I lunghi mesi della pandemia di Covid hanno prodotto notevoli ricadute sulla salute mentale. Sono state condotte moltissime indagini sia a livello internazionale sia nazionale per quantificare gli effetti negativi del Covid sul benessere psicologico. Numerosi sono i sintomi comportamentali descritti, sia in chi è stato contagiato dal virus, sia in chi è stato colpito da fattori indiretti, come i lunghi periodi di quarantena, la perdita del sostegno sociale e la sovraesposizione alle notizie sulla pandemia. Secondo l’ultimo rapporto sulla salute mentale pubblicato dal ministero della Salute, nel 2020 in Italia le persone che hanno avuto bisogno delle cure psichiatriche dei servizi specialistici, sono state circa 730mila: in pratica 144 ogni 10mila abitanti adulti. Tra loro più di 232mila hanno chiesto aiuto ai servizi di salute mentale per la prima volta: uno tsunami per il servizio sanitario.
I dati dell’Oms: più 25%
Secondo un documento pubblicato a marzo di quest’anno dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel primo anno della pandemia la diffusione globale di ansia e depressione è aumentata del 25%. Un incremento enorme. Una delle principali spiegazioni dell’aumento del disagio mentale è lo stress senza precedenti causato dall’isolamento sociale. Solitudine, paura dell’infezione, sofferenza e paura della morte per i propri cari e per sè stessi, dolore dopo il lutto e preoccupazioni finanziarie sono stati tutti citati come fattori di stress che hanno portato a questa situazione.
La crisi? È dei giovani
A farne le spese sono stati soprattutto i giovani: dagli Stati Uniti all’Italia, i dati sono decisamente allarmanti. Negli Stati Uniti ansia, depressione, comportamenti compulsivi, autolesionismo e persino casi di suicidi sono aumentati, soprattutto tra gli adolescenti. Questa ondata ha sollevato diversi interrogativi: i ricercatori si sono chiesti se questi fenomeni siano in qualche modo legati all’età anagrafica e prima semplicemente non erano stati riconosciuti o se siano la conseguenza dell’isolamento sociale causato dalla pandemia. I confronti storici sono difficili, perché i dati su questi fenomeni vengono raccolti soltanto da pochi anni. I tassi crescenti di visite al pronto soccorso per suicidio e autolesionismo, tuttavia, lasciano pochi dubbi sul fatto che la situazione sia cambiata in modo significativo, arrivando a un livello di minaccia fisica mai registrato. In Italia, uno studio realizzato dall’Istituto superiore di sanità ha fatto il punto, rilevando sì un aumento dei sintomi depressivi nella popolazione generale, soprattutto in concomitanza con i periodi di lockdown, ma “mentre in media la risposta della popolazione italiana depone per una buona resilienza di fronte allo stress generato dalla pandemia, un più severo peggioramento, rispetto agli anni precedenti, è stato osservato in alcune categorie demografiche, in particolare nei giovani, tra 18 e 34 anni, che in passato risultavano essere tipicamente un gruppo protetto a minor rischio”, hanno evidenziato gli autori della ricerca. Negli adolescenti sono aumentati del 30% i casi di autolesionismo, violenza, uso di sostanze, depressione e del 70% i disturbi del comportamento alimentare.
Carenza cronica di risorse
L’Oms ha lanciato l’allarme, sottolineando una carenza globale cronica di risorse per la cura della psiche. Nel 2020 i governi di tutto il mondo hanno speso in media poco più del 2% dei loro budget sanitari per la salute mentale e quelli europei il 3,6%. Gli esperti invece sostengono da tempo la necessità di incrementare questa percentuale portandola fino al 10% del budget totale di salute nei paesi ad alto reddito. Dévora Kestel, direttore del Dipartimento per la salute mentale dell’Oms, riassume così la situazione: “Sebbene la pandemia abbia generato interesse e preoccupazione per la salute mentale, ha anche rivelato un sottoinvestimento storico nei servizi offerti”. E in Italia? Per il 2022 il Governo ha stanziato un finanziamento emergenziale per il cosiddetto “bonus psicologo”, un contributo pari a 600 euro a persona per sostenere le spese della psicoterapia. La legge di bilancio ha poi previsto uno stanziamento di 38 milioni di euro, di cui 20 destinati ad assumere psicologi nelle scuole e nei centri di salute mentale pubblici che si occupano di bambini e adolescenti. Un investimento “inedito”, secondo quanto dichiarato dal ministro Speranza, che lo ha fortemente voluto, ma purtroppo non ancora sufficiente a colmare i bisogni. In Italia c’è una grande richiesta di aiuto psicologico, ma solo chi può permetterselo economicamente lo ottiene, perché gli psicologi nel servizio pubblico sono pochissimi e si è costretti sostanzialmente e rivolgersi a un professionista privato. Servono quindi più fondi strutturali per creare una rete pubblica che sia non solo di cura, ma anche di prevenzione.
Rafforza la resilienza
Come uscirne: rafforzando la resilienza. Ecco 5 consigli utili.
1. Adotta un atteggiamento flessibile
In psicologia, la parola “resilienza” indica la capacità di adattarsi agli eventi, soprattutto quando si attraversano momenti avversi o traumatici. Un atteggiamento resiliente permette di affrontare situazioni critiche in maniera piuttosto positiva e di prevenire conseguenze a livello psicologico.
2. Allena la resilienza
La letteratura scientifica è ricca di consigli su come promuovere e rafforzare la resilienza, una capacità che non tutti hanno innata, ma che si può far crescere con i giusti comportamenti.
3. Costruisci relazioni
Per migliorare il benessere psicologico è importante mantenere viva la relazione con gli altri. Solitudine e isolamento sono deleteri.
4. Fai attenzione alla routine quotidiana
Pianificare le attività quotidiane mantenendo una routine e prendersi cura del proprio corpo sono gesti fondamentali. Una corretta alimentazione, la giusta quantità di sonno, l’idratazione e l’esercizio fisico regolare aiutano a ridurre stress e ansia.
5. Cerca aiuto
È importante chiedere un aiuto professionale se si ha la sensazione di non essere in grado di gestire le attività quotidiane, se si soffre di ansia, di disturbi del sonno o di altri sintomi negativi.