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Spray anti-covid: dagli studi nessuna certezza

Nelle farmacie e sul web iniziano a fare capolino alcuni spray che vantano di proteggerci dai virus (compreso il Covid-19), prevenendo l’infezione o riducendo la durata dei sintomi. Ma funzionano davvero? Abbiamo preso in esame composizione, caratteristiche e studi clinici di alcuni prodotti in commercio in Italia: in molti casi gli studi fatti non danno certezze. Ecco perché.

12 febbraio 2021
Spray nasale

Taffix, Vicks Prima difesa, Lontax, Zerinol virus defence, Viruprotect: sono solo alcuni nomi dei recenti dispositivi medici in commercio in Italia, pubblicizzati come protezione dalle infezioni delle vie respiratorie. Alcuni promettono di arrestare l’avanzata anche del Covid inattivandolo fino al 99%. Ma di cosa si tratta? Sono di fatto spray per naso o gola, messi sul mercato con l'indicazione di prevenire o ridurre la durata e l’intensità dei sintomi del raffreddore, e che sono stati rivalutati di recente anche per un eventuale azione contro il nuovo coronavirus.

Ci si chiede allora se siano davvero efficaci contro il raffreddore, e soprattutto, se possano anche bloccare il Covid-19. Sulla base dei dati a nostra disposizione, non è possibile stabilire che questi spray siano utili a ridurre il rischio di infezione da SARS-COV-2, in quanto l’efficacia che vantano è il risultato soltanto di studi di laboratorio e non di una sperimentazione sull'uomo completa e soddisfacente. Per quanto riguarda invece la loro utilità nel prevenire o curare il raffreddore i dati sembrerebbero più favorevoli, ma parliamo di pochi studi, spesso di piccole dimensioni e con difetti sostanziali che riducono l’attendibilità dei risultati. Pertanto, ad oggi poche certezze della loro utilità.

L'idea di fondo: bloccare il virus

Come abbiamo imparato molto bene durante l’ultimo anno, le infezioni del tratto respiratorio superiore - il raffreddore, la tosse, l’influenza e la stessa Covid-19 - sono causate da virus che si diffondono tra le persone con le goccioline di saliva emesse con il respiro, parlando, cantando, tossendo o starnutendo. La bocca e il naso rappresentano pertanto la principale porta d’ingresso per fare entrare i virus nel nostro organismo: è proprio per evitare che il contagio si diffonda che è nata l’ipotesi di creare all’interno della bocca e del naso un ambiente ostile.

Il principio di questi tipi di prodotti, pertanto, è quello di bloccare il virus all’ingresso rivestendo la mucosa delle cavità orale e nasale con un gel barriera che impedisca al virus di legarsi alle cellule della mucosa e di diffondersi al resto delle vie aeree.

Come è ormai noto, i virus, per sopravvivere e riprodursi, hanno bisogno di infettare una cellula ospite: va da sé che, ostacolandone l’ingresso, si bloccherebbe l’infezione sul nascere. L’ipotesi ha raccolto l’interesse di diverse aziende di farmaci o dispositivi medici che hanno sviluppato degli spray, registrati come dispositivi medici, che non agiscono farmacologicamente sui virus di raffreddori e influenze o sui sintomi, ma ostacolano il virus con un’azione meccanica.

Abbiamo letto e valutato i dati degli studi al momento a disposizione per ognuno di questi prodotti. Ecco cosa è emerso.

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