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Vaccino antinfluenzale, l'odissea dei cittadini

Tra dosi che non arrivano e appuntamenti saltati, l’odissea dei cittadini che non riescono ad accedere alla vaccinazione. E  anche chi ne ha diritto gratis è costretto a rivolgersi ai privati. Ecco cosa è emerso dalle testimonianze che quattrocento lettori hanno affidato ad Altroconsumo.

  • contributo tecnico di
  • Laura Filippucci
  • di
  • Matteo Metta
04 dicembre 2020
  • contributo tecnico di
  • Laura Filippucci
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  • Matteo Metta
vaccini antinfluenzali

In un anno normale, la campagna vaccinale antinfluenzale a quest’ora sarebbe già alle battute finali, se non addirittura conclusa. Invece a farla da padrona è ancora l’incertezza. Non si sa, infatti, se e quando arriveranno le centinaia di migliaia di dosi che ancora mancano all’appello in tutte le Regioni. Tant’è che alcune sono già passate alle diffide e alle carte bollate. Sui quantitativi inevasi le case farmaceutiche si difendono parlando di una forte pressione sulla produzione e di uno sforzo industriale senza precedenti. Il risultato è che mai si era vista una campagna vaccinale procedere così a singhiozzo, mancando di fatto il suo obiettivo: cioè la profilassi in tempo utile di tutti i soggetti a rischio che ne facciano richiesta e del maggior numero possibile di coloro che, pur non inclusi nelle categorie a rischio, decidono di acquistarlo a proprie spese. I medici di famiglia lamentano di ricevere ogni volta poche dosi e di non riuscire a far fronte alla domanda. Che quest’anno è stata massiccia, sia perché le autorità sanitarie hanno fortemente raccomandato la vaccinazione contro l’influenza (per evitare confusione di sintomi con il Covid) sia perché è stata allargata la platea dei beneficiari che vengono vaccinati gratuitamente in quanto soggetti a rischio (l’età di rischio è infatti stata abbassata da 65 a 60 anni). 

A caro prezzo nelle strutture private

In occasione dell’uscita della nostra indagine in 200 farmacie di dieci città a caccia del vaccino antinfluenzale a pagamento, che evidenziava l’impossibilità di acquistare subito nemmeno una dose di vaccino, abbiamo aperto uno spazio per raccogliere le testimonianze dei lettori. In pochi giorni più di quattrocento persone ci hanno raccontato quali e quante difficoltà stanno incontrando per ottenere l’antinfluenzale. Per molti l’unica soluzione sembrano essere i centri privati, come ci racconta con amarezza Anna (tutti i nomi sono di fantasia, a tutela della privacy), 60 anni, residente nella provincia di Monza e Brianza: «Per poter essere vaccinati, l'unico modo è rivolgersi a strutture private al costo di euro 65 a vaccinazione. Le farmacie, dove fino allo scorso anno si acquistavano i vaccini, ne sono sprovviste e non danno nessuna data in cui è possibile trovarli.  Ho genitori anziani, padre invalido al 100% (88 anni) con Alzheimer e madre (90 anni) con Parkinson, ma purtroppo il medico di base da inizio novembre continua a dire che non ha ricevuto sufficienti vaccini per procedere alla loro vaccinazione.  Ieri, dopo mia ulteriore sollecitazione, mi ha risposto che "forse" li avrà a partire dal 15 dicembre. Sono senza parole. Spero solo che i miei genitori non si ammalino». L’ottantaquattrenne Bruno, di Milano, è invece tra i tanti che si sono dovuti rivolgere a una struttura privata per essere vaccinati. Il suo medico curante non ha aderito alla campagna vaccinale, mentre l’Ats (Agenzia di tutela della salute) gli dava disponibilità dalla metà di dicembre. Per essere sicuro ha preferito andare a pagamento: «Ho chiamato la Multimedica che mi ha fissato un appuntamento a sette giorni». Giulia e Giorgio di Milano, entrambi settantacinquenni, hanno preso la stessa decisione: «A metà novembre ci avevano finalmente dato un appuntamento, ma dovevamo aspettare un mese e andare fuori Milano. Abbiamo provveduto privatamente alla clinica San Siro. Vaccinazione effettuata dopo 48 ore. Costo 55 euro». 

Cattiva programmazione

Il 65% di chi ha voluto condividere con noi la propria esperienza ha più di 60 anni o comunque rientra nelle categorie alle quali il vaccino è raccomandato e gratuito (per malattia, tipo di lavoro, gravidanza ecc.). Un terzo vive in Lombardia. Ma numerose sono anche le testimonianze che arrivano dal Lazio, dal Piemonte e dell’Emilia-Romagna. Chi ci ha scritto si è quasi sempre rivolto al medico curante (otto casi su dieci) e/o in farmacia (nella metà dei casi). Un tratto comune contraddistingue le esperienze dei nostri lettori, l’aver riscontrato sempre poca chiarezza o addirittura confusione. «Siamo in una situazione imbarazzante. Mi sono vaccinato a mie spese anche negli scorsi anni così come mia moglie e mio figlio. Trovo che quest'anno ci sia una spiccata malagestione amministrativa e riscontro anche un enorme problema sulla comunicazione che è sempre nebulosa, poco efficace e spesso assente su tempi, modalità e reali possibilità». Ornella, di Bari, punta invece il dito sulla mancanza di un’adeguata programmazione: «Ritengo che sia stata fatta una campagna sulla importanza di vaccinarsi alla quale non è corrisposta una adeguata fornitura di vaccini. Nella mia regione, la Puglia, moltissimi medici di base non hanno ricevuto nemmeno un terzo del quantitativo richiesto mentre alcuni altri medici, non so per quale caso fortunato, hanno ricevuto sin dall'inizio un quantitativo sufficiente di vaccini. Questo è frutto di una cattiva programmazione». 

Appuntamento saltato

Avere già un appuntamento con il proprio medico di famiglia non dà la certezza matematica di ricevere l’antinfluenzale. In tanti si sono visti disdire l’appuntamento all’ultimo minuto, come ci racconta Angela, 78 anni, romana: «A metà ottobre ho chiamato per l’appuntamento, che mi è stato fissato per i primi giorni di novembre. Ma è stato disdetto dal medico, perché non ha più vaccini. Ho telefonato una volta a settimana per sapere ed ancora i vaccini non sono arrivati. Mi è stato risposto di provare ad andare all'Asl di zona, a Roma». Anche Gianni, della provincia dell’Aquila, era sicuro di avere la vaccinazione “in tasca”: «Io e mia moglie avevamo la prenotazione il 9 novembre, ma è saltata per mancanza di vaccino. Siamo ancora in attesa che il medico ci richiami». I medici sono in forte imbarazzo perché sono loro a dover comunicare che il vaccino non è disponibile, deludendo le aspettative dei pazienti. Normale che cerchino di consigliare altre soluzioni, come è successo a Gino, sessantatreenne di Genova: «Il medico di famiglia dice che i vaccini sono stati consegnati in misura irrisoria e consiglia di rivolgersi alla Asl di competenza, che a sua volta risponde che non hanno disponibilità di vaccini. Insomma, è un continuo rimpallo». C’è anche chi come Giorgio che, sulla soglia degli ottant’anni, deve fare un lungo tragitto per potersi vaccinare: «Sono riuscito a prenotare in un paese a 20 chilometri da Brescia, dove risiedo. Ma può andar bene, se otterrò davvero il vaccino». 

Vaccino rimborsato a chi doveva ottenerlo gratis

Ma perché cittadini che hanno diritto alla gratuità, ma hanno fatto il vaccino privatamente, devono sopportare la spesa? Per porre rimedio a questa ingiustizia il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione che prevede il rimborso del costo del vaccino a chi doveva riceverlo gratis. Si tratterà di un rimborso forfetario, che dovrà essere stabilito dalla Regione. Una strada che auspichiamo sia seguita a livello nazionale. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla sanità.

Anche tu hai difficoltà a fare il vaccino? Raccontalo

Se anche tu stai avendo disagi a fare il vaccino antinfluenzale, raccontaci il tuo problema. Compila in maniera anonima questo breve questionario e raccontaci la tua vicenda. Ci aiuterà ad aggiornare questa inchiesta e a vedere come vanno le cose in merito a questa delicata questione.

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