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Vaccini Covid, favorevoli tre italiani su quattro. Serve trasparenza e corretta informazione

IL 76% degli intervistati favorevole al vaccino Covid, ma rispetto a gennaio calano le persone che non hanno dubbi a riguardo. A pesare è soprattutto la vicenda Astrazeneca. I più informati sono anche più disponibili, per questo è importante trasparenza e corretta informazione sul piano vaccini. Più della metà è favorevole al passaporto vaccinale.

  • di
  • Natalia Milazzo
08 aprile 2021
  • di
  • Natalia Milazzo
fiala di vaccino

Vaccino, e non solo: ora si parla anche di passaporto vaccinale. Il tema delle vaccinazioni contro il Covid resta in testa tra quelli più dibattuti sui media: Altroconsumo nel mese di marzo (26-30 marzo 2021) ha nuovamente interrogato un campione di 1.002 italiani di età 18-74 anni, distribuito come la popolazione generale per genere, età, livello di istruzione e area geografica.

A loro Altroconsumo ha chiesto la posizione sul vaccino contro il Covid, inclusa l’opportunità di istituire un passaporto vaccinale, che consenta a chi ne è in possesso di ritrovare la libertà di spostamenti e la ripresa di almeno alcune attività.

Dopo la prima inchiesta, realizzata a gennaio, abbiamo voluto verificare gli effetti sull’opinione pubblica delle vicende degli ultimi mesi, tra cui in particolare la sospensione temporanea del vaccino AstraZeneca, legata alla possibile presenza di rari effetti indesiderati gravi.

Anche alla luce dei dati emersi in questa indagine, abbiamo inviato al Governo cinque richieste per avere maggiore chiarezza e trasparenza sul piano vaccinale, dire no a favoritismi nelle liste, informazioni corrette su AstraZeneca e la garanzia che il passaporto vaccinale non sia discriminatorio per i cittadini.

Ti vaccineresti? Tre su quattro rispondono sì

Gli italiani sono disponibili a sottoporsi alla vaccinazione? Se gli fosse proposto di farlo nei prossimi giorni il 76% sarebbe disposto (il 45% risponde sicuramente sì, il 31% probabilmente sì).

Da notare che la percentuale di chi non ha remore e vorrebbe vaccinarsi il prima possibile, benché alta, è scesa del 8% rispetto all’inchiesta di gennaio, effetto probabile delle preoccupazioni relative al vaccino AstraZeneca.

Saresti disposto a vaccinarti settimana prossima? 

Se si vanno a vedere infatti le motivazioni di chi ha dei dubbi o non ha intenzione di vaccinarsi, al primo posto (52%) risulta proprio il timore di effetti indesiderati, mentre al secondo (33%) la mancanza di fiducia in alcuni dei vaccini. Uno su quattro (25%) ha risposto di non fidarsi del processo di realizzazione/approvazione dei vaccini, mentre una su cinque (22%) risponde che non si vaccinerebbe a breve perché non appartiene a nessuna categoria a rischio. Per il 20% dietro ai vaccini ci sono interessi nascosti. Il 14% dichiara di non fidarsi dei vaccini in generale.

Sono particolarmente disponibili a vaccinarsi sia i più giovani (82% disponibili tra gli under 35) - presumibilmente per il desiderio di riprendere al più presto una vita normale – sia in modo particolare le persone sopra i 64 anni, disponibili nell’87% dei casi.

Perchè non lo faresti o non saresti sicuro di farlo?

Informazione, la chiave del successo

La disponibilità a farsi vaccinare a breve mostra di essere fortemente associata anche al livello di informazione che si ritiene di avere sui vaccini.

Più le persone si ritengono informate, più si dichiarano disponibili a farsi vaccinare: i disponibili sono infatti 81% tra chi pensa di essere ben informato, contro il 67% tra chi si dichiara poco o per niente informato.

Ma quanto si sentono informate sui vaccini le persone e in particolare su quali aspetti?

Nel complesso, chi dichiara di sentirsi informato bene o molto bene è il 41%, con un aumento del 5% rispetto a gennaio.

Rispetto a gennaio, aumentano le persone che si sentono informate soprattutto sugli effetti indesiderati (+10%): probabile effetto dell’attenzione data dai media agli effetti indesiderati legati al vaccino AstraZeneca.

L’aspetto su cui le persone si sentono in assoluto più informate però è l’efficacia del vaccino (47% si sentono informati, +6% rispetto a gennaio), seguita appunto dagli effetti indesiderati (39% si sentono informati, + 10% rispetto a gennaio).

Da notare che ben uno su quattro (25%) dichiara di non essere informato riguardo alla strategia vaccinale, punto sul quale la percentuale di persone informate aumenta solo del 2% rispetto a gennaio. Sicuramente da migliorare l’organizzazione e la comunicazione su questo punto, come Altroconsumo chiede da tempo.

Le persone con un alto livello di istruzione tendono a sentirsi maggiormente informate rispetto a chi ha un livello di istruzione basso: lo sforzo per estendere l’informazione a tutti deve essere probabilmente aumentato.

Quanto ti senti informato sui vaccini?

Effetto AstraZeneca

La sospensione temporanea delle vaccinazioni con AstraZeneca ha avuto un impatto negativo soprattutto sulla fiducia nella sicurezza di questo vaccino: lo dichiara il 63% di chi ha risposto.

Coerentemente, il 71% dichiara di avere preoccupazioni, anche moderate, sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, mentre le preoccupazioni per gli altri vaccini sono più contenute e meno diffuse.

Tuttavia per il 48% la sospensione temporanea di AstraZeneca ha provocato una minore fiducia anche nella organizzazione della campagna di vaccinazione in generale, per il 44% nelle altre vaccinazioni contro il Covid, per il 42% nella supervisione dell’Ema sulla sicurezza dei vaccini e ancora per il 42% sulla capacità del Governo di salvaguardare la salute dei cittadini.

Istituire un passaporto vaccinale?

La Commissione europea ha recentemente proposto di creare un passaporto Covid (Digital Green Certificate), per facilitare i liberi spostamenti dei cittadini all’interno dell’UE nella prossima estate. Il documento dovrebbe includere una di queste possibilità: certificato di vaccinazione contro il Covid, risultati di un test negativo, certificazione di avere avuto il Covid ed essere guariti.

Nel complesso, l’idea di istituire un passaporto Covid è accolta favorevolmente: per il 58% si tratterebbe di una misura apprezzabile, che consentirebbe di muoversi liberamente in Ue, e per il 62% avrebbe l’effetto di favorire l’adesione alla vaccinazione da parte di chi altrimenti non la farebbe.

Tuttavia non mancano preoccupazioni: per il 45% il passaporto vaccinale creerà un’ingiusta discriminazione tra chi è vaccinato e chi non essendolo dovrà pagare per i tamponi e fare quarantene, mentre per il 31% I dati sanitari archiviati sul passaporto vaccinale potrebbero essere utilizzati per scopi diversi dal monitoraggio del COVID-19.

Sul lato opposto, c’è chi estenderebbe magiormente l’iniziativa: per il 46% Il passaporto vaccinale dovrebbe essere applicato anche per accedere ad altri servizi come ristoranti, cinema, palestre, discoteche…

Infine, c’è chi giustamente si preoccupa del turismo, settore duramente penalizzato dalla crisi: per il 47% Il Governo Italiano dovrebbe offrire tamponi gratuiti agli stranieri che quest’estate vogliono trascorrere le vacanze in Italia.

Insomma, dai dati nel complesso emerge una spinta nei confronti delle istituzioni europee verso la creazione di un passaporto Covid da usare con attenzione a evitare discriminazioni a alla tutela della privacy sui dati personali.

Cosa pensano gli italiani del passaporto vaccinale