Conti online, la parola agli italiani

Gestire i soldi online fa risparmiare tempo e denaro, ma gli italiani non si fidano per paura delle truffe. Eppure il vero hacker è il conto tradizionale che costa molto di più: in media 91,80 euro all’anno (dati Bankitalia del 2014) contro i costi competitivi (anche azzerati) di molti conti online. Potete verificarlo direttamente consultando il nostro servizio che confronta i conti disponibili sul mercato e vi dice qual è il più conveniente per il vostro tipo di utilizzo.
Gli italiani e l’internet banking: la nostra inchiesta
Qual è il rapporto degli italiani con i servizi di internet banking? Li abbiamo interpellati con un questionario a cui hanno risposto più di 5mila persone. Scelgono lo sportello o si affidano ai servizi online? Chi usa la rete è soddisfatto? Le risposte degli intervistati ci hanno permesso di valutare l’affidabilità dei conti online delle principali banche italiane. In testa alla classifica di soddisfazione le banche online.
Chi si butta in rete è contento
La paura paralizza il 74% degli italiani che dichiarano apertamente di non fidarsi a maneggiare i loro soldi via web. Lo sportello è irrinunciabile per il 62%, mentre codici, password e tutto il servizio in rete è giudicato complicato dal 17%.
Chi ha superato la paura e si è buttato in rete usando il servizio di home banking (il 63% degli intervistati) ne elenca i vantaggi: dal tempo risparmiato facendo tutto seduti davanti al computer, in qualsiasi momento della giornata senza essere condizionati dagli orari di apertura della banca, al fatto che le operazioni via web sono più economiche se non proprio a costo zero.
Frodi rare e senza conseguenze
Anche la paura, se si ascolta la voce di chi ha un conto online, è ingiustificata: il 96% non è stato vittima di frodi negli ultimi cinque anni. Tra coloro che hanno avuto qualche problema (il 4%), meno dell’1% non ha avuto il rimborso di quanto sottratto. Non solo. Solo il 7% degli intervistati dichiara di aver avuto problemi rilevanti con l’internet banking: dal disaccordo sui tassi di interesse a transazioni non autorizzate o registrate in maniera sbagliata. Del resto, la legge è dalla nostra parte: dall’inizio del 2010 le regole del gioco sono quelle della direttiva sui servizi di pagamento europea (Psd) recepita con decreto legislativo il 27 gennaio scorso. Il decreto dice chiaramente che la banca deve restituire ai clienti le somme sottratte con operazioni non autorizzate, cioè fraudolente.