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Ing, poca chiarezza nella promozione del conto Arancio

Il messaggio pubblicitario è dedicato a chi vuole aprire un conto corrente Arancio, accreditare stipendio e pensione per poi aprire un conto di deposito Arancio che prevede in promozione l'opzione +3%. Le informazioni sono poco chiare, infatti il tasso del 3% è lordo (netto diventa 2,22%) ed è annuo, ma vale solo per 4 mesi.

25 febbraio 2019
banca ing

"Apri conto corrente Arancio, accredita lo stipendio e con conto Arancio hai il 3% sulle somme vincolate per quattro mesi. Hai capito? 3%". Questo è il messaggio pubblicitario che passa in questi giorni su radio e tv, dedicato alla promozione di Ing che scade il 28 marzo 2019. La promozione è dedicata a chi decide di aprire un conto corrente Arancio e di accreditare stipendio e pensione. Se il cliente apre anche un conto di deposito Arancio accede all’opzione Arancio +3%, che prevede per quattro mesi un tasso promozionale lordo del 3% sulle somme depositate entro un massimo di 150.000 euro. 

Cosa dice il sito di Ing

Le informazioni dei messaggi pubblicitari sono scarne ed anche in home page del sito di Ing la promozione è spiegata tralasciando molti particolari. Sul sito web di Ing si legge che "la promozione '+3% per 4 mesi' è valida fino al 28/03/2019 e si riferisce alla possibilità di ottenere un tasso del 3% sulle somme vincolate per quattro mesi con l'opzione Arancio+. L'offerta è rivolta ai titolari di conto Arancio che effettuano per la prima volta l'accredito dello stipendio/pensione (causale ABI 27) o, in caso di titolari di Partita IVA, di 1000 euro mensili, per almeno 3 mesi, su conto corrente Arancio. Istruzioni dell'iniziativa disponibili sulle pagine di conto Arancio e di conto corrente Arancio".

Il messaggio non è chiaro

Ci sono diversi elementi poco chiari nel messaggio pubblicitario che a nostro avviso presenta diversi elementi di scorrettezza:

  • Prima di tutto la promozione +3% per quattro mesi. L’utente medio si aspetterebbe che alla scadenza del vincolo (i quattro mesi pubblicizzati) la somma depositata abbia un incremento del 3%. Se dunque sono stati depositati in vincolo 2000 euro, questi, dopo 4 mesi, secondo l’utente medio, dovrebbero diventare 2060 euro. Ma in realtà si tratta di un tasso di interesse annuo del 3% che viene dunque riconosciuto quota parte rispetto ai giorni di durata del vincolo su base annua (365 gg). E dunque i 2000 euro dopo 4 mesi diventeranno in realtà 2020 euro. 
  • Non è indicato nei messaggi che si tratta di tasso lordo: gli interessi saranno colpiti da una ritenuta fiscale del 26%. Il tasso d’interesse netto è del 2,22%. I 2020 euro saranno in realtà 2014,80 euro. Sulla somma in giacenza si paga anche l’imposta di bollo dello 0,2%. Dunque il totale si riduce a 2010,77 euro. 
  • Tutte queste informazioni non sono assolutamente indicate in pubblicità neppure in nota. È vero, sono riportate nei foglietti informativi (e comunque non benissimo perché si dice “ritenuta fiscale sugli interessi maturati come da normativa vigente” e “Imposta di bollo a carico del cliente nella misura prevista per legge”, senza alcuna quantificazione), ma il consumatore medio è comunque portato a fare delle scelte ascoltando il messaggio, scelte che non avrebbe fatto o avrebbe fatto in altro modo se solo avesse avuto delle informazioni complete. Si tratta dunque di una pratica scorretta secondo il Codice del Consumo (dlgs 206/2005).
  • Aggiungiamo che il tasso base del conto di deposito è lo 0,05% lordo (0,037% netto). È possibile avere dei tassi più alti in caso di vincoli ma bisogna depositare almeno 10.000 euro e vincolare per almeno altri 12 mesi e comunque non si va oltre lo 0,60% lordo con vincolo di tre anni (0,444% netto). Questi sono elementi che si deducono dal foglietto informativo. In conclusione sarebbe stato meglio specificare nel messaggio pubblicitario 3% annuo e lordo per quattro, vincolo di quattro mesi e poi indicare un tasso di rendimento annuo con un’ipotesi di deposito. Per i 2000 euro indicati prima dopo un anno il tasso di rendimento netto annuo sarebbe lo 0,765%.
  • Sul sito Ing in questa sezione è possibile accedere a un form di calcolo che dovrebbe evidenziare quanto si guadagna. Peccato che il guadagno sia al lordo della tassazione vigente che però viene solo citata genericamente senza alcuna quantificazione (eppure è sempre del 26%). Il guadagno è per definizione la differenza tra “Ricavi e costi” e quindi dovrebbero essere evidenziati i ricavi da interessi al netto dei costi cioè le imposte previste.

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