Buoni postali con errori: scopri se hai diritto a maggiori interessi
Sei in possesso di un buono postale sottoscritto tra il 1 luglio 1986 e il 23 giugno 1997? Potresti aver diritto a interessi più alti di quelli riconosciuti da Poste, perché quei buoni potrebbero contenere un errore. Scopri se è il tuo caso e come far valere i tuoi diritti. Abbiamo già aiutato oltre 400 risparmiatori e fatto rimborsare più di 150mila euro.
- contributo tecnico di
- Anna Vizzari
- di
- Luca Cartapatti

I buoni postali acquistati negli anni '80 e '90, si sa, avevano tassi di interesse davvero interessanti addirittura a due cifre. Tuttavia molti di questi buoni sono viziati da errori formali dovuti alla vecchia abitudine di Poste Italiane di utilizzare moduli di serie precedenti, ai quali veniva apposto semplicemente un timbro con i tassi della nuova serie (più bassi di quella precedente). Questi moduli, dunque, hanno sul retro una tabella con gli interessi previsti per la serie precedente che però sono stati modificati da un timbro con i tassi più bassi.
I buoni in questione sono quelli ordinari sottoscritti nel periodo compreso tra il 1 luglio 1986 e il 23 giugno 1997, ovvero i buoni della serie Q, della serie R e della serie S. Sei in possesso di qualcuno di questi buoni? Vuoi sapere se sono proprio quelli che potrebbero ottenere più interessi? Abbiamo creato per te un semplice vademecum per capire subito se hai diritto a richiedere all'ABF gli interessi che Poste non ti ha riconosciuto.
Puoi scaricarlo gratuitamente semplicemente registrandoti al sito di Altroconsumo. E se hai diritto al rimborso, noi possiamo aiutarti a fare ricorso all'Arbitro Bancario Finanziario: chiamaci al numero che trovi all'interno del vademecum.
Fino ad ora, grazie al nostro supporto, più di 430 risparmiatori hanno già avviato le pratiche di rimborso per buoni postali del valore di oltre 1 miliardo di vecchie lire. Mentre i primi 19 che hanno concluso l'iter hanno già recuperato un totale di quasi 153.000 euro. Cosa aspetti.
Ti spettano tassi più alti
Una decisione dell’ABF (Arbitro Bancario Finanziario), scaturita proprio dal caso di un nostro socio, apre infatti un nuovo scenario e la possibilità di ottenere un rimborso più favorevole, grazie al riconoscimento di tassi di interesse più elevati. Infatti i tassi del timbro applicato da Poste si fermano al 20esimo anno di possesso e nulla dicono circa il periodo compreso tra il 21esimo e il 30esimo anno. Per questo periodo l’ABF ha affermato che i tassi semplici da applicare, visto che non sono stati modificati dal timbro, sono quelli della serie stampata in originale sul buono cartaceo, certamente più vantaggiosi.
Ci sono altre tipologie di errori formali: sul buono puoi trovare più stampigliature, oppure il tuo buono potrebbe indicare tassi diversi da quelli previsti per la serie da te sottoscritta. Anche in questi casi puoi avere diritto ad ottenere un rimborso decisamente più elevato rispetto a quanto conteggiato da Poste Italiane.
Rimborsi anche a tre zeri
Se possiedi dei buoni per il periodo che ti abbiamo indicato, ti consigliamo di confrontarli con quelli che troverai nel nostro vademecum perché potresti ottenere maggiori interessi per cifre anche molto significative.
Il tasso semplice riconosciuto alla serie P è del 15% e quello della serie Q è del 12%. Dunque per ogni 1.000 euro di capitale accumulato al 20esimo anno il cliente avrebbe diritto a 300 euro di interessi in più. Per fare un esempio, se il capitale accumulato fosse di 5.000 euro il rimborso da chiedere a Poste in più sarebbe di ben 1.500 euro.
Ovviamente tutto dipende anche da quando il buono è stato sottoscritto e dal modulo usato da Poste. Addirittura ci potrebbero essere dei casi in cui la differenza sarebbe del 10%. E quindi in questo caso su ogni 1.000 euro di capitale accumulato il rimborso in più da chiedere sarebbe di 1.000 euro. Oppure ci potrebbero essere anche casi di rimborsi più ridotti: appena 5 euro ogni 1.000 euro.
Tuttavia ti consigliamo di seguire la strada che ti abbiamo indicato anche qualora l’importo investito nel buono da contestare non fosse particolarmente elevato.