Mezzi pubblici: il biglietto si pagherà con carta di credito
Nel trasporto pubblico sono sempre più diffusi metodi di pagamento alternativi al classico biglietto cartaceo o all'abbonamento. Oggi tramite smartphone, in futuro anche con carta di credito. Ecco cosa già si può fare e cosa ci risceva il futuro per viaggiare sui mezzi pubblici.

In principio ci fu la smart card, poi l’sms, il QR code e infine le app. In un futuro il più prossimo possibile si potrà pagare direttamente con carta di credito, come succede già a Londra. E in Italia? La situazione è variegata. Club Italia, associazione che raccoglie le aziende di trasporto pubblico con sistemi di pagamento elettronici, ha svolto un’indagine alla quale hanno risposto una sessantina di aziende di trasporto locale. Tra queste il 66% usa un’app, il 43% l’sms, il 23% il QR code.
Più risparmio, meno evasione
Le aziende di trasporto hanno interesse a sviluppare sistemi di bigliettazione elettronica sia per risparmiare, in termini di produzione, stampa e distribuzione dei biglietti cartacei, sia perché avere informazioni puntuali su quanti utenti usano i mezzi pubblici, e come, consente di ottimizzare il servizio. Poi c’è la questione della lotta all’evasione
Sms, quali limiti
L’sms è la forma più rudimentale di biglietto elettronico. È semplice da far funzionare ma si presta alle frodi, perché un messaggio testuale può essere copiato e usato da più utenti. Inoltre non prevede una validazione, il che non consente di capire dove viaggia l’utente né di essere certi che paghi, a meno che non incappi in un controllore. Il messaggino inoltre taglia fuori i turisti stranieri, perché le aziende di trasporto locale hanno accordi solo con i gestori telefonici italiani, Tim, Vodafone, Tre e Wind. Il principale limite per chi viaggia è che oltre al prezzo del biglietto gli viene addebitato il costo dell’sms, che non rientra nei forfait e negli abbonamenti. Il vantaggio è la velocità: basta mandare un messaggio all'azienda di trasporto e dopo qualche secondo si riceve il biglietto. Non occorre fornire dati personali e a ben vedere non serve neanche uno smartphone.
L’app è un passo avanti
A Milano il biglietto si può fare con l’app, pagando con PayPal, previa registrazione, o con l’sms. Per salire in metropolitana è necessario cliccare il link che contiene un QR code che viene letto dai tornelli all’ingresso. Il Consorzio Unico Campania ha la sua app, con la quale è possibile fare biglietti per le aziende trasporto di Napoli e varie città della regione via sms, ma entro fine anno esordiranno i pagamenti con carta di credito. Ha puntato su un app anche Roma, dove però Atac ha rinunciato ad averne una propria e si è affidata a My Cicero, una piattaforma che raccoglie la bigliettazione di molte aziende di trasporto locale ed extraurbano in varie parti d’Italia, integrando anche Trenitalia. Si paga caricando il borsellino virtuale dell’app, con carta di credito, PayPal, Satispay e altri, o pagando ogni volta con carta di credito.
Il futuro è contactless
L’evoluzione successiva, che viene incontro all’esigenza di validazione obbligatoria, è l’uso di sistemi Nfc, comunicazione di prossimità, come già succede a Bologna. Per pagare si passa lo smartphone sul validatore a bordo dei bus. Per usare questo sistema la rete del trasporto deve essere dotata di validatori con tecnologia Calypso, uno standard aperto e interoperabile, il che per fortuna è il caso di molte città italiane. Mentre per i dispositivi Android lo standard Nfc è aperto, e quindi può essere usato per produrre app, con gli iPhone di Apple è chiuso. A Bologna per il momento sono partiti solo con Android.
Treviso come Londra
La frontiera più avanzata è quella che consente di passare su un lettore direttamente la carta di credito. A Londra un sistema intelligente tiene traccia dei percorsi fatti e a fine giornata addebita la miglior tariffa possibile. AEP, che produce sistemi e apparati di bigliettazione elettronica, ha dotato di apparecchi simili i bus per l'aeroporto di Treviso. Molte altre città sembrano interessate a questo sistema che richiede terminali particolari, simili ai pos ma più rapidi nell’uso, con una serie di robuste garanzie di sicurezza.