Pendolari, il 39% dei treni è in ritardo
Abbiamo cronometrato 2.576 corse locali a Milano, Roma e Napoli: quattro su dieci sono arrivate dopo il previsto, nel 19% dei casi con almeno dieci minuti di ritardo. E la situazione è peggiorata negli anni.

Vita dura per i pendolari in Italia: lo confermano i dati della nostra inchiesta sui treni locali, monitorati in nove stazioni di Milano, Roma e Napoli. Quattro treni su dieci sono arrivati in ritardo, spesso di parecchio. La situazione, dal 2015 a oggi, è peggiorata.
Per i risultati completi del monitoraggio, con i dati per città, ente e singola tratta, leggi l’articolo pubblicato su Inchieste di febbraio.
Ritardi e cancellazioni
Per dieci giorni abbiamo monitorato 2.576 treni, aspettandoli al binario di arrivo: del 39% dei treni in ritardo di più di 5 minuti, il 19% ha tardato di oltre 10 minuti e il 10% di oltre 15 minuti. Occhio a quell' "oltre": vuol dire che ci sono più di 250 treni che in dieci giorni sono arrivati in ritardo anche di 20, 30, 40, 50, fino a 100 minuti. La situazione, rispetto all'ultima rilevazione del 2015, è peggiorata: i treni non puntuali sono aumentati del 6%. E poi ci sono state le cancellazioni: il 2% dei treni degli oltre 2.500 treni presi in considerazione, cioè 46 corse.
Risultati per città
I risultati generali danno la cifra di una situazione pessima per i pendolari, senza miglioramenti. Ma ogni città ha una situazione a sé. Milano e Napoli hanno le performance peggiori: i ritardi dai dieci minuti in su sono rispettivamente il 25% e il 24%. Mentre a Roma si scende all'8%. Risultati comunque da pesare: la Lombardia non va bene, ma è anche l'unica regione fra queste in cui c'è stato un aumento di pendolari (già tanti) - da 650mila al giorno nel 2011 a 735mila nel 2017 (+13%) - e che non ha ridotto le tratte (almeno, tra 2010 e 2017). Napoli registra gli stessi ritardi ma, in Campania, c'è da aggiungere anche il taglio del 15% dei treni tra 2010 e 2017, con una riduzione dei pendolari (ora 279mila) del 40% rispetto al 2011. Nel Lazio la situazione è di stallo, con pendolari - 540mila - invariati negli anni (dati Pendolaria 2017).
Il caso Trenord
I ritardi sono stati sparsi, ma alcuni treni hanno fatto l'en plein: sono sette, tutti per Milano, sempre in ritardo e spesso di molto. In generale, come si nota nelle tabelle dell’inchiesta, ogni città ha varie tratte pessime. Abbiamo anche il treno cancellato per eccellenza: il Luino-Milano Garibaldi, non è mai arrivato sei giorni su dieci. Magari era già stato sostituito da un bus, anche se, in verità, il piano di efficientamento di Trenord che poi lo avrebbe previsto non era ancora in vigore ai tempi delle nostre rilevazioni. Si tratta di un piano applicato dallo scorso dicembre che prevede la riduzione di alcune linee serali e festive e la sostituzione di treni in orari non di punta con bus: 139 corse che trasporterebbero meno di 50 passeggeri; una misura scelta per far respirare un sistema sovraccarico e per migliorare il servizio generale, ma che ha scatenato le proteste dei pendolari coinvolti.
La nostra iniziativa
Abbiamo incontrato Trenord e Regione Lombardia per discutere delle criticità del piano: capillarità del servizio, tempi di percorrenza più lunghi, minore puntualità. Nei prossimi mesi ci rivedremo, per verificare i risultati del monitoraggio che Trenord eseguirà sull'efficienza del servizio: chiederemo garanzie per gli utenti coinvolti dalle modifiche, mettendo sul tavolo anche i risultati della nostra inchiesta.