La Banca centrale della Corea del Sud ha tagliato i tassi dello 0,25%, portandoli al 2,50%. Si tratta del quarto taglio al costo del denaro dall'inizio dell'allentamento monetario iniziato lo scorso ottobre. E' il deterioramento economico che giustifica questa politica monetaria. Nel primo trimestre, infatti, l'attività economica si è contratta dello 0,2% dopo essere aumentata leggermente dello 0,1% nei due trimestri precedenti. Negli ultimi dodici mesi, l'economia sudcoreana non ha mostrato alcun dinamismo e ha persino visto il suo Pil ridursi dello 0,1%. E le ultime statistiche annunciano una continuazione di questa crisi economica.
A causa delle turbolenze del commercio internazionale, la produzione industriale, che dipende fortemente dalle spedizioni all'estero, è diminuita dello 0,9% tra marzo e aprile. Già in calo dell'1% a marzo, il fatturato al dettaglio è nuovamente diminuito bruscamente ad aprile (-0,9%). Le famiglie sudcoreane sono preoccupate per gli sviluppi economici. Anche la situazione politica caotica con la successione di quattro presidenti ad interim in sei mesi non è in grado di rassicurarli.
Con un’economia che stenta, anche l’inflazione rallenta: a maggio il carovita annuale si è attestato all’1,9% annuale, in rallentamento dal 2,1% di aprile e sotto le attese di mercato (sempre a +2,1%). Su base mensile, il carovita è sceso dello 0,1%.
Questa situazione indica una crescita debole del Pil quest'anno, nella migliore delle ipotesi dell'1%, e nessun netto miglioramento nel 2026. Alla luce di queste prospettive deboli, non investire in Corea del Sud, nè con le azioni, nè con le obbligazioni.