Le ultime aste dei titoli di Stato, non solo quella del BoT a 12 mesi ma anche quelle dei BTp con scadenza più lunghe, hanno mostrato rendimenti, all’emissione, in calo. Conseguenza della discesa dei rendimenti sul mercato dei nostri titoli di Stato, che, seppur non linearmente, si è manifestato soprattutto nell’ultimo periodo. Le scommesse su una Bce che effettuerà due tagli nell’ultima parte del 2024 si sono riverberate, inevitabilmente, sul livello generale dei tassi.
In un contesto come questo, cosa fare? I titoli di Stato italiani sono ancora interessanti? Bisogna cambiare le scadenze? In generale, i titoli di Stato italiani meritano di rimanere all’interno dei portafogli come parte della più ampia posta dei bond in euro. In ottica di diversificazione, un’esposizione, al massimo il 5%, ai nostri BoT e BTp consente di inserire obbligazioni con rendimenti superiori ai “colleghi” europei. Come detto, i rendimenti sono in calo, ma lo sono per tutta la zona euro: è una tendenza generalizzata. Questo mantiene i rendimenti dei nostri BoT e BTp superiori a quelli dei titoli di altri Stati.
Bisogna intervenire sulle scadenze? Al momento, arriviamo a consigliare titoli con scadenza anche di 7 anni, una durata medio-lunga, che permette di beneficiare da un calo dei tassi, ma anche di assicurarsi rendimenti alti per un periodo di tempo elevato, mantenendo il titolo fino a scadenza, mentre i rendimenti scendono. Quello che stiamo monitorando, sono invece le scadenze più corte: su questo bisognerà monitorare il mercato per cogliere il momento più opportuno per un cambio. I titoli a tasso varabile, invece, così come i titoli indicizzati all’inflazione, non sono interessanti.
Quali sono gli appuntamenti da monitorare? Il 27, 28 e 29 agosto ci saranno, rispettivamente, le aste dei BTp short term, dei BoT e dei titoli a medio-lungo termine. Ovviamente le comunicazioni dei titoli offerti arriveranno con qualche giorno di anticipo: seguici per rimanere aggiornato.
