Sul n° 1561 ti avevamo indicato la speculazione sui bond ibridi – poi ribadita sul n° 1570 - per puntare sulla capacità di questa tipologia di obbligazioni di generare rendimenti superiori, una volta corretti per il rischio. Come puoi vedere in tabella, questa capacità si è confermata anche nel periodo in cui questa tipologia di bond è stata consigliata all’acquisto. Infatti, non solo l’Etf consigliato sui bond ibridi - Invesco Euro Cor Hybrid Bond Ucits Etf A (43,06; Isin IE00BKWD3B81) - ha reso di più rispetto ai bond ad alto rendimento e ai titoli di Stato, prendendo prodotti che puntano sulle rispettive categorie di titoli con scadenze analoghe, ma lo ha fatto una volta che si considera anche il rischio.
| ETF A CONFRONTO |
| Prodotto |
Rendimento |
R/R |
Sharpe ratio |
| Invesco Euro Corporate Hybrid Bond UCITS ETF Acc |
6,30% |
0,37 |
0,238 |
| iShares € Govt Bond 5-7yr UCITS ETF EUR (Dist) |
3% |
0,073 |
0,019 |
| Xtrackers II EUR High Yield Corp Bond UCITS ETF 1D |
4,90% |
0,353 |
0,193 |
| Dati calcolati tra il 22/05/2024 e il 17/01/2025 |
Oltre a ciò, c’è anche da constatare che lo spread, cioè il differenziale di rendimento, con i titoli AAA della zona euro, si è ridotto nello stesso periodo di tempo e si trova ora su livelli molto vicini ai minimi storici, nonostante il rendimento, in termini assoluti, sia molto più alto. Il livello degli spread è una metrica fondamentale per la valutazione dei bond: oggi gli ibridi riconoscono un rendimento relativamente meno vantaggioso rispetto al passato considerandone il rischio.
In sintesi: le motivazioni per avere in portafoglio gli ibridi sono ancora valide, ma per chi non si è posizionato su questi titoli in precedenza, ora non è più conveniente come prima. Per cui, il consiglio passa a mantenere.
La linea in rosso è lo spread tra i rendimenti dei bond ibridi e quelli dei titoli AAA in euro. La linea in blu è il rendimento degli ibridi
