Il 2025: spread, tassi, valute
il 2025 delle obbligazioni
il 2025 delle obbligazioni
Nella zona euro, parlando di tassi, i temi dominanti sono stati due: il taglio dei tassi della Bce, che può dirsi oramai concluso, e lo spread dell'Italia - ma anche quello francese. Il differenziale tra i rendimenti di un titolo decennale italiano e di un decennale tedesco è progressivamente sceso da 115 a 65 punti: un calo di 50 punti, pari allo 0,5%. Lo spread italiano è ora più basso rispetto a quello francese (a 70 punti); ciò nonostante, i rendimenti di un decennale italiano in questo 2025 non si sono praticamente mossi. Infatti, il nostro BTp a 10 anni è passato dal rendere il 3,54% al 3,51% lordo annuo. Ciò significa che la riduzione dello spread è tutta imputabile all'aumento dei rendimenti del Bund tedesco – è infatti aumentato dal 2,36% al 2,86% lordo annuo. Nonostante le promozioni arrivate dalle agenzie di rating, il rendimento richiesto dal mercato non è cambiato per i nostri BTp: ciò che è cambiato è il premio per il rischio richiesto dal mercato per acquistare debito tedesco, a causa del rallentamento economico, dell'abbandono del rigore fiscale che per anni è stato l'emblema del rigore tedesco.
I rendimenti dei Treasury, parliamo sempre di un decennale, nonostante forti volatilità, chiudono il 2025 in calo dal 4,57% di inizio anno al 4,15% lordo annuo. I titoli di Stato Usa hanno conosciuto periodi di forte tensione quest'anno per vari motivi, che sono anche quelli che hanno impattato negativamente sull'andamento del dollaro. L'incertezza e i pericoli della politica commerciale di Trump, l'elevato livello del debito pubblico a cui si è aggiunta la volontà del presidente Trump di una politica fiscale espansiva, le paure per l'indipendenza della Fed - con i ripetuti attacchi nei confronti dell'attuale governatore e con l'incertezza sul nuovo sul nome del nuovo governatore - sono stati una combinazione che i mercati non hanno gradito.
Guardando alle valute, sono state poche quelle che hanno guadagnato nei confronti dell’euro. Tra le migliori in assoluto c’è la corona svedese, che ha beneficiato di un differenziale dei tassi favorevole. Dopo un taglio iniziale, la Banca centrale ha lasciato intendere possibili strette future, mentre la Bce manteneva un approccio più accomodante. Questa divergenza ha reso la corona più appetibile. C’è poi il fiorino ungherese, rafforzatosi grazie a una politica monetaria restrittiva, garantendo rendimenti reali superiori a quelli di eurozona e Usa. Questo ha attratto flussi di capitale e sostenuto la valuta. La corona ceca ha mostrato forza grazie alla scelta della Banca centrale di mantenere i tassi al 3,50%. La solidità dell’economia ceca e prospettive di crescita strutturale hanno sostenuto la valuta.
Al contrario, tra le peggiori valute dell’anno c’è la lira turca, che ha continuato a indebolirsi a causa di un’inflazione elevata (seppur in calo durante l’anno), instabilità politica e dipendenza dalle importazioni energetiche. La rupia indiana ha sofferto per la fuga di capitali esteri, tensioni commerciali con gli Usa e il differenziale dei tassi a favore del dollaro, aggravato dall’aumento dei costi delle importazioni. La rupia indonesiana è stata penalizzata da tensioni geopolitiche, deficit delle partite correnti e uscite di capitali, che hanno eroso la fiducia e aumentato la pressione sul cambio.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI NEL 2025
Ishares Eu Govt Bond 5-7y: +2,1%
Xtrackers iBoxx Corp Bd Yld: +.3,3%
Xtrackers II HY Corp. Bond 1D: +4,6%
Vanguard USD Trea. Bond: -6,6%
Xtrackers II US Tre. 1D: -6,4%
iShares $ HY Corp Bond: -3,7%
Spdr Bl 1-10y Us Cor Bond: -5,2%
iShares China CNY Bond: -7,8%
(I rendimenti considerano, reinvestiti, gli eventuali dividendi staccati)