Spunti dalle obbligazioni: spread e rupia indiana
Opportunità tra le obbligazioni
Opportunità tra le obbligazioni
A meritare l’onere delle cronache è stato lo spread tra BTP e Bund, sceso, durante la settimana, anche sotto 70 punti – un livello che non si vedeva da xx anni. Uno spread così basso richiede un cambio nella strategia, almeno sui nostrani titoli italiani? Come spesso detto, lo spread è un differenziale tra rendimenti, per cui le sue variazioni dipendono sia dal BTp e dal Bund: una sua discesa non è automaticamente ed univocamente attribuibile a un calo dei rendimenti italiani. Sono diverse le combinazioni, tra cui, per esempio, un rialzo dei rendimenti del Bund accompagnato da certamente un calo dei rendimenti dei BTp, ma potrebbe anche essere accompagnato da un rialzo, inferiore, oppure una staticità dei rendimenti dei nostri titoli di Stato a 10 anni. Bisogna quindi andare a guardare come si sono mossi, in termini assoluti, i tassi dei nostri BTp. Facendolo, si scopre che il rendimento del decennale è sullo stesso livello di un mese fa, per esempio, ma addirittura più alto rispetto a quello di un anno fa. Infatti, nell’ultimo mese, il rendimento del BTp a 10 anni è salito dello 0,04%, quello del Bund dello 0,09%. Guardando agli ultimi dodici mesi le variazioni sono state, rispettivamente, di +0,2% e di +0,7%. Dunque, ad oggi guardando anche alle variazioni conosciute nell’ultimo mese, non ci sono cambiamenti da fare. La vera lettura da dare alla discesa, anche se temporanea, dello spread sotto quota 70 è quella per cui i mercati considerano l’Italia meno insicura, o più sicura, rispetto alla Germania.
Tra i peggiori andamenti della settimana c’è quello della rupia india (-1,6%). Questo movimento riflette una serie di fattori macroeconomici e geopolitici. In primo luogo, i ritardi nella conclusione di un accordo commerciale con gli Stati Uniti e l’imposizione di tariffe del 50% sulle esportazioni indiane hanno alimentato le pressioni sul cambio. Inoltre, c’è anche un deficit commerciale ai massimi storici. Nonostante la debolezza della valuta, l’economia indiana continua a mostrare una crescita robusta, la più veloce degli ultimi sei trimestri. Data la capacità di crescita dimostrata dall’economia, l’India è presente nei nostri portafogli, ma solo con la Borsa, non con le obbligazioni. Il calo settimanale, dunque, non rappresenta un punto d’ingresso sui bond denominati in questa valuta.