Buono a Cedola: cosa offre davvero (e cosa no) il buono fruttifero con cedole semestrali
Buono postale a cedola
Buono postale a cedola
Il Buono a Cedola è un buono fruttifero postale pensato per chi vuole ottenere pagamenti periodici dal proprio risparmio, invece di attendere la scadenza finale per incassare gli interessi. È emesso da Cassa Depositi e Prestiti e collocato da Poste Italiane, ed è disponibile solo in forma dematerializzata per persone fisiche maggiorenni.
L’idea di fondo è semplice: presti il tuo denaro per cinque anni e, nel frattempo, ricevi cedole di interessi ogni sei mesi, con la garanzia di riavere il capitale a scadenza. Ma, come spesso accade, la semplicità nasconde alcuni aspetti che è bene valutare con attenzione.
Il Buono a Cedola dura 5 anni dalla data di sottoscrizione. Durante questo periodo, ogni sei mesi Poste accredita una cedola di interessi sul conto corrente postale o sul libretto di risparmio usato per la sottoscrizione, che deve avere la stessa intestazione del buono.
Il capitale iniziale non cresce nel tempo: viene restituito per intero solo alla fine dei cinque anni, salvo che il risparmiatore non chieda un rimborso anticipato. In altre parole, le cedole rappresentano l’unico flusso di rendimento durante la vita del buono.
Dal punto di vista dei costi, non ci sono commissioni di acquisto o di rimborso. Questo è un elemento positivo, ma non deve far dimenticare che il rendimento effettivo dipende interamente dai tassi riconosciuti e dalla durata dell’investimento.
Uno degli aspetti più importanti da valutare prima di sottoscrivere un Buono a Cedola è quanto rende concretamente la serie oggi in collocamento, non in teoria ma nei numeri.
Il Buono a Cedola oggi in collocamento (serie TC005A251110) ha una durata di cinque anni e prevede tassi cedolari annui crescenti, con pagamento delle cedole ogni sei mesi. In particolare, i tassi cedolari annui lordi riconosciuti sono:
Al netto della tassazione del 12,5%, i tassi annui netti risultano più bassi e crescono gradualmente nel tempo. Se il buono viene mantenuto fino alla scadenza dei cinque anni, il tasso effettivo annuo di rendimento netto è pari a circa 1,4%
Il Buono a Cedola è riservato ai maggiorenni e può essere cointestato fino a quattro persone. Non è uno strumento pensato per i minori né per chi cerca una gestione molto flessibile del proprio risparmio.
Può risultare interessante per chi:
È invece meno adatto a chi:
L’importo minimo per sottoscrivere un Buono a Cedola è 1.000 euro, con incrementi possibili di 50 euro alla volta. Il limite massimo giornaliero è molto alto (fino a 1 milione di euro), ma questo dato ha soprattutto un valore teorico: per la maggior parte dei risparmiatori il vero nodo non è quanto si può investire, ma se conviene farlo.
Le cedole sono fisse e vengono calcolate sul capitale investito, con una modalità semplice e trasparente. Tuttavia, è importante sapere che:
In pratica, la regolarità dei flussi è garantita solo se il buono viene mantenuto nel tempo. Chi pensa di poter “entrare e uscire” liberamente rischia di rimanere deluso.
Il Buono a Cedola può essere rimborsato in qualsiasi momento, anche parzialmente, ma con alcuni vincoli. Dopo i cinque anni, il buono non produce più interessi e scatta un termine di prescrizione di dieci anni: passato questo periodo, le somme non richieste non sono più recuperabili.
Questo aspetto è spesso sottovalutato, ma è fondamentale per chi tende a “dimenticare” i propri strumenti di risparmio nel cassetto.
Dal punto di vista fiscale, il Buono a Cedola beneficia di una tassazione agevolata al 12,50% sugli interessi, inferiore a quella applicata a molti altri strumenti finanziari. È inoltre esente da imposta di successione.
Resta però l’imposta di bollo, che può incidere sul valore netto, soprattutto in caso di rimborso anticipato. In alcuni casi, tra bollo e interessi già incassati, il risultato finale può essere meno favorevole di quanto ci si aspetti.
Il Buono a Cedola gode della garanzia dello Stato sul rimborso del capitale e degli interessi. Questo lo rende uno strumento percepito come sicuro. Tuttavia, non va confuso con un conto deposito: non rientra nel Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e ha regole proprie, più rigide in termini di durata e flessibilità.
Inoltre, il buono non può essere ceduto né usato come garanzia, se non in caso di successione.
Il vero vantaggio del Buono a cedola è la prevedibilità: sai in anticipo quando e quanto incasserai. Per alcuni risparmiatori, questa caratteristica vale più di un rendimento potenzialmente più alto ma incerto.
Il limite principale è che il rendimento va valutato in rapporto all’inflazione e alle alternative disponibili. In periodi di inflazione elevata, le cedole fisse rischiano di perdere potere d’acquisto. Inoltre, il vincolo di cinque anni può risultare penalizzante per chi ha bisogno di flessibilità.
Come sempre, la scelta miglior è quella che offre il miglior equilibrio tra rendimento, vincoli e bisogni personali. Il Buono a Cedola resta uno strumento semplice, facile da sottoscrivere. Richiede, però, un importo minimo più alto rispetto agli altri buoni (1.000 euro invece di 50) e va detto che oggi, sul mercato trovi però dei titoli di Stato che offrono rendimenti più elevati, come per esempio il BTp 6% 1/05/2031(Isin IT0001444378) che, comprato a 115,58, rende il 2,2% netto l'anno,