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Banche fallite, al via le domande

Data di pubblicazione  30 agosto 2019
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Se sei rimasto coinvolto nei dissesti delle banche venete o di Banca Etruria & C, è ora di presentare la domanda di indennizzo. Hai 6 mesi di tempo, ma fallo il prima possibile.

Quanto puoi ottenere

Dopo gli ultimi passi formali, è finalmente operativo il fondo di ristoro per gli investitori danneggiati di cui ti avevamo già parlato a luglio (vedi Altroconsumo Finanza n° 1326). Se avevi investito in azioni o obbligazioni subordinate di Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, Carichieti o una loro controllata, puoi ora riottenere almeno una parte di quello che hai perso.

Se avevi investito in azioni, l’indennizzo sarà pari al 30% del costo di acquisto, fino a un massimo di 100.000 euro; se invece avevi investito in obbligazioni subordinate, puoi riottenere il 95% del costo di riacquisto (sempre con un limite massimo di 100.000 euro).

 

Come presentare domanda

L’unico modo per presentare domanda è compilare online il modulo di richiesta presente sul sito della Consap (la concessionaria pubblica incaricata di gestire il fondo di ristoro): non sono, purtroppo, possibili altre modalità di presentazione della domanda, per esempio spedendo la documentazione cartacea. Il primo passo, quindi, è collegarti al sito e cliccare sul pulsante “accedi” per registrarti, cioè creare uno username e una password con cui potrai poi accedere al modulo vero e proprio. Puoi compilare la domanda tutta in una volta, ma anche “a rate”, visto che il modulo non è impossibile ma neanche semplicissimo. A renderlo complicato è soprattutto il fatto che devi allegare in formato digitale tutta la documentazione che dimostri i tuoi diritti: dai tuoi documenti personali (carta d’identità e codice fiscale), alla documentazione bancaria che attesta i tuoi acquisti, alla documentazione che dimostra i rimborsi già ottenuti, e perfino una documentazione della tua banca che certifichi l’intestazione delle coordinate bancarie (in pratica l’Iban) del conto su cui chiedi che ti venga accreditato l’indennizzo.

 

C’è tempo, ma non aspettare troppo

Insomma, anche se in formato digitale, la “carta bollata” che devi preparare è parecchia. Alcune banche, per esempio Intesa Sanpaolo, hanno preparato un modulo standard con cui puoi richiedere tutta la documentazione “ai fini FIR” – FIR sta per fondo indennizzo risparmiatori, in pratica è la documentazione da allegare alla domanda. Non è detto, però, che tutte le banche facciano altrettanto (Intesa è particolarmente coinvolta perché ha acquisito molte attività delle banche venete, compresi i loro clienti). Per questo, anche se ci sono sei mesi di tempo, ti consigliamo di cominciare a compilare la domanda il prima possibile, così avrai tutto il tempo di procurarti gli eventuali documenti mancanti. Ricorda, inoltre, che le risorse del fondo sono limitate: un altro buon motivo per agire il prima possibile.

I rimborsi non saranno erogati tutti alla fine del semestre, ma man mano che le domande verranno esaminate. Per chi non supera i 35.000 euro di reddito, o i 100.000 euro di investimenti, la procedura di esame è semplificata, quasi automatica. Per chi invece supera questi livelli, l’esame della domanda sarà un po’ più approfondito.

 

Sia per le azioni sia per le obbligazioni, dall’ammontare dell’indennizzo saranno detratte le cifre che eventualmente hai già recuperato tramite altre vie (cause giudiziarie, proposte di transazione…). Per i bond, inoltre, sarà detratto “l’extra-rendimento” che hai eventualmente ottenuto con le cedole rispetto a un titolo di Stato di durata analoga.

 

Le stesse modalità di accesso (username e password) ti serviranno per rientrare sul sito di tanto in tanto e tenere monitorato l’iter della tua domanda.

 

Gli indennizzi verranno corrisposti esclusivamente tramite bonifico bancario o postale. Per questo, devi obbligatoriamente indicare le coordinate della tua banca.

 

Le domande devono essere presentate entro 180 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, che è avvenuta lo scorso 21 agosto. C’è tempo, quindi, fino a metà febbraio 2020, ma ti consigliamo di attivarti il prima possibile.

 

 

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