Dai dati sull'inflazione di giugno del Messico arrivano informazioni contrastanti e di difficile interpretazione, che rendono il lavoro della Banca centrale messicana ancora più complesso.
I prezzi al consumo sono aumentati del 4,98% (dal 4,69%) rispetto all'anno precedente, sopra la stima del 4,84%. L'inflazione di fondo è calata invece al 4,13%, dal 4,21% di maggio (attese a 4,15%).
Sull'indice generale dei prezzi, che è risultato più alto rispetto all'indice di fondo - che invece elimina cibo ed energia, hanno fortemente impattato i prezzi dei beni alimentari. La siccità ha infatti contribuito a un picco nei prezzi del cibo ed è stata una delle principali pressioni sul carovita di giugno.
In quest'ottica il dato sull'inflazione generale di giugno risulta essere un po’ meno negativo. Il problema è che la Banca centrale messicana sta cercando di procedere con un allentamento monetario, riducendo i tassi di interesse. Ora sono fermi all'11% e per la riunione di agosto c'è chi pensa che potranno essere tagliati di uno 0,25%. Da una parte però l'aumento dell'indice generale di giugno è un dato che non può essere ignorato, dall'altro ci sono le dichiarazioni della Banca centrale che vede comunque spazi per tagliare il costo del denaro.
Il quadro completo però è ancora più complesso. Non ci sono solo dei dati discordanti tra l'inflazione generale e quella di fondo, ma c'è anche la debolezza del peso messicano dopo le elezioni del mese scorso, che hanno dato alla coalizione di governo abbastanza seggi al Congresso per cambiare la costituzione e preoccupare gli investitori. Ciò rende un po’ più scettici su un’eventuale mossa ad agosto.
Per quanto riguarda gli investimenti. I bond in peso messicano non sono interessanti, ma puoi sempre rivolgere le tue attenzioni alla speculazione sui bond emergenti in dollari Usa. Per le azioni controlla i nostri portafogli.