Aumento di capitale

Cosa significa aumento di capitale?

Un aumento di capitale è un'operazione tramite cui gli azionisti apportano nuovo denaro a una società. In cambio di questo apporto di nuovi mezzi finanziari, la società emette nuove azioni che solitamente vengono offerte agli azionisti a un prezzo inferiore alla quotazione di Borsa.

Se consideriamo un contesto più ampio delle operazioni sul capitale, gli aumenti di capitale possono essere anche gratuiti, cioè la società consegna ai vecchi azionisti un numero di nuovi titoli in proporzione al numero di azioni già detenuto, e per farlo attinge alle riserve. In questo caso alla società non arrivano nuove risorse: c'è un aumento del capitale sociale, ma il patrimonio netto rimane lo stesso.

Come funziona un aumento di capitale?

Concentriamoci sul caso di aumento di capitale a pagamento, cioè quello in cui i soci apportano nuovi capitali. Supponiamo che una società abbia già un capitale di 400 euro suddiviso in 200 azioni del valore di 2 l'euro l'una. 

Per raccogliere altri 50 euro, la società decide di offrire 50 nuove azioni ai vecchi azionisti, al prezzo di 1 euro l'una (perché l'aumento di capitale abbia successo il prezzo delle azioni di nuova emissione deve essere inferiore al prezzo delle vecchie azioni, altrimenti gli investitori comprerebbero le azioni già in circolazione, anziché quelle nuove).

Il vecchio azionista ha due possibilità. La prima è acquistare le nuove azioni in proporzione a quelle già detenute (se per esempio ha 20 azioni del valore di 2 euro l'una, ne può comprare altre 5 al prezzo di un euro l'una). 

La seconda possibilità è non fare nulla (non è obbligato a partecipare) e tenersi solo le vecchie azioni. C'è però da considerare che, dopo la sottoscrizione dell aumento di capitale il valore di ognuna delle azioni che avrà in mano sarà più basso. 

Riprendendo il nostro esempio, dopo l'aumento di capitale la società avrà un patrimonio di 450 euro diviso in 250 azioni, quindi ogni azione varrà, sulla carta, 1,8 euro e non 2 euro come in precedenza (diciamo "sulla carta" perché nella pratica i prezzi del titolo continueranno a oscillare). Per questo, per compensare questa perdita, ai vecchi azionisti è in genere assegnato un diritto di opzione (o diritto di prelazione).

Cos'è il diritto di opzione? 

In pratica, è quel diritto che dà la "precedenza" ai vecchi azionisti per comprare le nuove azioni al prezzo scontato. Esercitando il diritto l'azionista acquista le azioni (è il primo caso nel nostro esempio). Se invece non vuole mettere altri soldi nella società e decide di non aderire all'aumento di capitale (è il secondo caso nel nostro esempio), allora può vendere il diritto di opzione e con il ricavato compensare la perdita di valore delle vecchie azioni. Sarà, a quel punto, chi ha comprato il diritto di opzione a sottoscrivere le nuove azioni.

Attenzione, però, al fatto che il prezzo del diritto di opzione può essere molto ballerino, specialmente nel caso in cui l'aumento di capitale sia molto grande in rapporto al capitale attuale. Spesso perde valore già nei primi attimi di contrattazione, quindi nella pratica la "compensazione" della perdita per il vecchio azionista è solo parziale.

Pro e contro dell'aumento di capitale

L'aumento di capitale, alla fine, è un bene e un male per gli azionisti? Dipende. Prima di tutto dipende dalle motivazioni che hanno spinto la società a farlo. Se per esempio serve a far fronte a una mole di debiti sempre più pesante, non è un bel segnale. Se invece serve a finanziare nuovi investimenti e nuovi sviluppi dell'attività, può portare a risultati futuri migliori, con conseguenti benefici anche per il prezzo delle azioni e quindi per gli azionisti.

Altri fattori da tenere in considerazione sono le dimensioni dell'aumento, come ti abbiamo già accennato, specialmente per gli azionisti che non vogliano partecipare. Stesso discorso per le condizioni del mercato: se l'aumento di capitale è varato in un periodo in cui le Borse sono in difficoltà, la società dovrà emettere le nuove azioni con forte sconto rispetto alle vecchie; una fetta consistente del valore delle vecchie azioni passerebbe quindi al diritto di opzione, e come ti abbiamo detto non è sempre possibile recuperare tutta questa "perdita" vendendo il diritto di opzione.

L'aumento di capitale influisce, infine, anche sul "peso" di ciascun azionista nel capitale complessivo: se non si aderisce, la propria quota viene "diluita". Un problema secondario per i piccoli azionisti, che in genere non votano, ma un aspetto importante, invece, per gli azionisti di riferimento.