Buyback
BUYBACK: COS’È
Il buyback è il riacquisto di azioni proprie da parte della stessa società che le ha emesse. Può essere fatto in due modi: attraverso un’offerta pubblica, oppure acquistando le azioni sul mercato. Le operazioni di buyback sono una pratica molto diffusa negli ultimi anni, specialmente tra le società quotate a Wall Street che fanno parte dell’indice S&P 500.
PERCHÉ LO FANNO?
Ci possono essere diversi motivi per cui una società quotata decide di avviare delle operazioni di buyback. Molte società, per esempio, varano dei piani di remunerazione a dipendenti e manager che prevedono l’assegnazione di azioni; gli acquisti servono, quindi, a procurarsi le azioni da consegnare nell’ambito di questi piani. Ne è un esempio tipico i piani di stock option, con cui il management può comprare azioni della società a un prezzo predefinito – si tratta quindi di una sorta di paga aggiuntiva per i vertici della società.
Un altro motivo per acquistare azioni proprie da parte della stessa società può essere legato alle strategie di espansione: per esempio, una società ne vuole acquistare un’altra pagandola in azioni, non in contanti, evitando però di “annacquare” la quota degli azionisti rilevanti emettendo nuove azioni.
La maggior parte dei riacquisti ha, però, un’altra motivazione: sostenere il prezzo in Borsa specialmente se si tratta di un titolo sottovalutato . Più il numero di azioni in circolazione è basso, più l’utile per azione sale, e di conseguenza anche il prezzo dell’azione tende a salire: te lo spieghiamo nell’esempio qui a lato.
BUYBACK: GLI ASPETTI POSITIVI
Supponiamo che una società abbia 100 azioni e realizzi utili annui di 100 euro: l’utile per azione è di 1 euro. Se nel settore in cui opera il rapporto prezzo/utile è di 10 (consideralo un po’ come un prezzo al metro quadro), allora il prezzo di Borsa di ogni azione sarà intorno a 10 euro.
Supponiamo ora che la società riacquisti 10 azioni, ne restano perciò 90. L’utile per azione sale a 1,11 euro (100 euro diviso per 90 azioni); il prezzo dei titoli tenderà allora a salire a oltre 11 euro per riallinearsi al rapporto prezzo/utile del settore. Il buyback ha, quindi, creato valore per gli azionisti, e in questo senso è positivo. Ma questa creazione di valore a breve termine rischia di avere delle contropartite negative a lungo termine.
BUYBACK: GLI ASPETTI NEGATIVI
Se le società hanno scelto du usare le operazioni di buy back per aumentare l’utile per azione, in molti casi è perché non hanno trovato il modo di aumentarlo seguendo la strada più ovvia, cioè quella di far aumentare l’utile complessivo.
In pratica, le società non hanno trovato una alternativa migliore per impiegare i propri capitali (per esempio investendo in macchinari, in ricerca e sviluppo, in acquisizioni di tutta o una parte di una società concorrente…). Significa che l’attività in cui l’azienda opera non rende almeno quanto serve per remunerare gli azionisti che vi hanno investito.
Non solo: un ulteriore elemento di rischio per i prezzi delle azioni in futuro dipende dal fatto che molte operazioni di buyback sono finanziate con nuovi debiti, specialmente in periodi di bassi tassi di interesse. Ma quando i tassi ricominciano a salire, questo nuovo debito pesa sui bilanci.
E in ogni caso, che sia stato finanziato con la liquidità in cassa o con nuovo debito, il riacquisto di azioni lascia le società più “fragili” dal punto di vista finanziario, con meno risorse sia per approfittare di eventuali occasioni di crescita dell’attività, sia per far fronte a eventuali periodi di difficoltà dell’economia. Di conseguenza, se (o meglio quando) l’umore delle Borse dovesse cambiare, queste società potrebbero risentirne più delle altre.
DIPENDE DA CASO A CASO
La domanda se un buyback possa essere considerato positivo o negativo non ha, quindi, una risposta certa. Il fatto di riacquistare le proprie azioni ha entrambi i lati della medaglia: bisogna perciò valutare caso per caso, per capire le motivazioni del buyback e gli impatti che avrà sui conti societari.