Ftse
Che cosa è il Ftse?
Ftse è l’acronimo di Financial Times Stock Exchange, ed è il nome di una serie di indici di mercato azionario creati per misurare l’andamento delle principali società quotate alla London Stock Exchange, la Borsa di Londra. La sigla Ftse si pronuncia comunemente “Footsie” nel mondo anglosassone.
Gli indici Ftse sono sviluppati da Ftse Russell, una società controllata dalla stessa London Stock Exchange Group. Lo scopo di questi indici è fornire una rappresentazione sintetica, ma efficace, dell’andamento di gruppi selezionati di azioni, spesso raggruppate per capitalizzazione, settore o area geografica.
Tra tutti, il più noto è senza dubbio il Ftse 100, che rappresenta le 100 società a maggiore capitalizzazione del mercato azionario britannico. Ma esistono molti altri indici Ftse, ciascuno con finalità diverse e criteri specifici di inclusione.
Nel contesto degli investimenti, gli indici Ftse sono utilizzati sia come benchmark, ovvero come punto di riferimento per valutare le performance di portafogli e fondi, sia come base per strumenti finanziari come ETF e fondi indicizzati, che replicano l’andamento di uno specifico indice.
Che cosa comprende?
I vari indici Ftse comprendono azioni di società quotate alla London Stock Exchange, selezionate in base a criteri oggettivi quali la capitalizzazione di mercato e la liquidità (ovvero il volume di scambi).
In particolare, il Ftse 100 include le prime 100 aziende per capitalizzazione presenti sulla Borsa di Londra. Accanto al Ftse 100 esiste il Ftse 250, che comprende le 250 società successive in ordine di capitalizzazione, cioè dalla 101ª alla 350ª posizione. Esistono poi indici più ampi, come il Ftse All-Share, che unisce Ftse 100, Ftse 250 e Ftse SmallCap, coprendo circa il 98% del valore di mercato totale delle società quotate alla Borsa di Londra.
Tutti questi indici vengono aggiornati e ribilanciati regolarmente, in genere su base trimestrale, per riflettere l’evoluzione dei mercati, le variazioni nelle capitalizzazioni e le nuove quotazioni.
I vari tipi di Ftse
Oltre agli indici principali come il Ftse 100, la famiglia Ftse include numerosi altri indici tematici, settoriali e geografici, utilizzati sia dagli operatori istituzionali che dagli investitori privati per analizzare mercati specifici o diversificare i portafogli.
- Ftse 100: come già anticipato, il Ftse 100 è l’indice più conosciuto della Borsa di Londra. La sua composizione riflette l’andamento delle blue chip britanniche e ne fa uno degli indicatori più osservati dai mercati internazionali. La ponderazione delle singole società è basata sulla loro capitalizzazione di mercato: ciò significa che le aziende più grandi hanno un peso maggiore nell’indice e influenzano di più il suo andamento complessivo.
Per gli investitori, il Ftse 100 rappresenta un benchmark importante per valutare la performance del mercato azionario britannico, ma è anche la base per numerosi strumenti finanziari, come fondi indicizzati ed ETF, che ne replicano il comportamento.
- Ftse 250: l’indice Ftse 250 comprende società di medie dimensioni che spesso operano prevalentemente nel mercato domestico. Per questo motivo, è ritenuto da molti analisti un indicatore più preciso dell’economia britannica rispetto al Ftse 100, che risente maggiormente delle dinamiche internazionali.
Investire in un indice come il Ftse 250 significa esporsi a realtà meno globalizzate, ma potenzialmente più legate alla congiuntura economica interna del Regno Unito.
- Ftse All-Share questo indice raccoglie complessivamente oltre 600 società e mira a offrire una visione completa del mercato azionario britannico. È spesso utilizzato come benchmark di riferimento per fondi pensione e investitori istituzionali che cercano un’esposizione ampia e diversificata.
- Ftse SmallCap: l’indice Ftse SmallCap è composto dalle società a piccola capitalizzazione che non rientrano nel Ftse 350 (ovvero, le prime 350 per dimensione). Si tratta quindi di un universo di titoli più rischiosi, ma potenzialmente anche più dinamici. Questo segmento può interessare quegli investitori che cercano opportunità di crescita, pur consapevoli della maggiore volatilità.
- Indici settoriali e tematici: Ftse Russell pubblica anche una vasta gamma di indici settoriali, che raggruppano le società per settore economico (es. energia, sanità, finanza, tecnologia), e indici tematici o ambientali, come i Ftse4Good o gli indici ESG (Environmental, Social and Governance), pensati per chi vuole investire secondo criteri di sostenibilità.
- Indici geografici: infine, la famiglia Ftse include anche indici che monitorano i mercati di altri paesi o aree del mondo. Ad esempio, il Ftse Developed e il Ftse Emerging misurano l’andamento dei mercati sviluppati ed emergenti. Questi indici sono spesso utilizzati come benchmark da gestori di fondi globali o ETF internazionali.
Anche il mercato italiano ha il suo principale indice azionario legato alla famiglia Ftse: si tratta dell'indice Ftse MIB, acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa. Questo indice rappresenta le 40 società a maggiore capitalizzazione e liquidità quotate su Borsa Italiana, oggi parte del gruppo Euronext, ma che in passato era sotto il controllo diretto della London Stock Exchange, da cui deriva la denominazione Ftse. Il legame tra Ftse MIB e la famiglia Ftse, dunque, è di tipo metodologico: l’indice italiano viene costruito e aggiornato secondo i criteri tecnici definiti da Ftse Russell. Oltre a questo, non ci sono altri collegamenti diretti tra questi indici, che restano strumenti distinti e rappresentativi di mercati differenti. Per gli investitori, il Ftse MIB è il principale benchmark del mercato azionario italiano, e offre un punto di riferimento per valutare l’andamento complessivo delle grandi aziende italiane quotate.
In sintesi, il Ftse non è un singolo indice, ma un’intera famiglia di indicatori economici che offrono una lettura sintetica e organizzata dei mercati finanziari, in particolare di quello britannico attraverso la London Stock Exchange. Per chi investe, conoscere le caratteristiche e le differenze tra i vari indici può essere utile per comprendere meglio l’andamento dei mercati e valutare con maggiore consapevolezza le diverse opportunità di investimento, senza cadere in generalizzazioni o interpretazioni errate.