Il riscatto della laurea anticipa la pensione? Non sempre!

Pensioni
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Il riscatto della laurea ha permesso a molti di andare in pensione presto avendo pagato (40 anni fa) anche solo pochi spiccioli. Togliamoci, però fin da ora dalla testa che questo ragionamento sia applicabile alla stessa maniera anche alle generazioni successive ai baby boomer.
Di base serve a incrementare l’importo della pensione pubblica. Ma talora può risultare utile per anticiparla. Poniamo che tu abbia iniziato a lavorare dopo il 1995, hai avuto una vita lavorativa discontinua e che non arrivi ai 20 anni di contributi necessari per avere diritto alla pensione contributiva. Il riscatto della laurea ti può aiutare ad arrivarci. E ancora, visto che per andare in pensione contributiva anticipata a 64 anni è necessario che la tua pensione sia 2,8 volte l’assegno sociale (circa 1.300 euro al mese), potrebbe darsi che sì, hai 20 anni di contributi, ma la somma di questi contributi non è sufficiente a darti una pensione di tale importo. Quindi anche in questo caso il riscatto può essere una buona occasione per avvicinarti all’assegno minimo richiesto per andare in pensione anticipata.
Dai ragionamenti fatti ti sarà chiaro che non ci sono risposte univoche da dare una volta per tutte. Dipendono da diversi fattori, tra questi citiamo: a che età hai iniziato a versare contributi, a che età ti sei laureato, in che anno ti sei laureato (se prima del 1996 ricadono sotto il sistema retributivo). La tua vita lavorativa è stata continuativa o ha subito interruzioni? Il tuo reddito è basso o elevato? Per fortuna sul sito dell’Inps puoi trovare delle simulazioni che ti aiutano a capire meglio la situazione. Il nostro consiglio è di munirti di Spid e di andare a verificare lì quali sono le tue prospettive. Ricorda che se il tuo scopo è esclusivamente aumentare l’importo della pensione la nostra scelta va nella direzione di fare un fondo pensione. Se sei dipendente questa scelta, infatti, ti offre oltre agli sgravi fiscali (previsti anche per il riscatto della laurea, vedi riquadro qui sotto) ulteriori vantaggi in termini di diversificazione del tuo investimento previdenziale. In particolare ricorda che il tuo montante pensionistico presso l’Inps cresce allo stesso ritmo del Pil nominale (cioè della ricchezza prodotta ogni anno dall’Italia, più l’inflazione), se versato in un fondo pensione cresce al ritmo delle Borse. Le nostre attese di crescita del Pil nominale per l’Italia nel lungo periodo sono pari al 3% medio annuo. La crescita delle Borse è più soggetta a sbalzi, ma solitamente avviene a un ritmo più elevato. Qui trovi ulteriori dettagli.
Il riscatto della laurea è completamente deducibile (a differenza dei versamenti nel fondo pensione che prevedono un tetto di 5.164,57 euro). Si tratta di un risparmio d’imposta pari alla tua aliquota marginale più alta, il che è un vantaggio evidente per chi ha redditi particolarmente elevati.
CHI NE HA DIRITTO E COME FUNZIONA
Per riscattare la laurea bisogna avere innanzitutto conseguito il titolo di laurea (o uno equipollente). Si può riscattare anche un dottorato. È possibile riscattare solo gli anni di corso ufficiali (niente fuori corso), e solo gli anni non coperti da versamenti previdenziali (cioè chi lavorava e al contempo studiava non può riscattare gli anni in cui faceva entrambe le cose). Si può riscattare tutto il corso di laurea, ma anche solo una parte. Una volta pagato il riscatto i soldi non tornano più indietro (niente ripensamenti). Anche se paghi oggi il riscatto per l’Inps i versamenti sono imputati all’anno in cui hai studiato. Il pagamento può avvenire in rate (fino a 10 anni), a interessi zero (soluzione resa più interessante se l’inflazione continua a salire). Il costo, per chi ha iniziato a lavorare (e a studiare) dopo il 1995, è facile da calcolare. Si applica allo stipendio lordo l’aliquota del 33% e lo si moltiplica per ogni anno che si riscatta. Stipendio di 30.000 euro e laurea in 5 anni? Il conto è 30.000 x 33% x 5 = 50.000 (arrotondando). Esiste anche una versione low cost del riscatto pagando poco meno di 5.300 euro per ogni anno di corso. La differenza è che, ovviamente meno paghi, meno sarà la tua pensione.
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