Cosa sono i buoni fruttiferi postali?
Sono prodotti finanziari d’investimento emessi dalla Cassa depositi e prestiti Spa – vedi a lato – e da essa garantiti, così come i libretti postali. È possibile sottoscriverli sia in forma cartacea, sia in forma dematerializzata. Chi acquista i primi al momento della sottoscrizione riceve un vero “pezzo di carta”. Chi li sottoscrive in forma dematerializzata, invece, non ha nulla di fisico in mano, ma la proprietà è, in pratica, una scrittura contabile. Per poter comprare questi ultimi devi, però, essere titolare di un Libretto di risparmio postale o di un conto corrente BancoPosta.
Dove si acquistano i buoni postali?
Si possono sottoscrivere in qualunque ufficio postale. I buoni dematerializzati sono acquistabili anche online, tramite il sito poste.it. Nel Decreto Rilancio si prevede la possibilità di sottoscriverli anche al telefono.
Come sono tassati i buoni postali?
Gli interessi sui buoni fruttiferi postali hanno una tassazione del 12,50%.
C’è il bollo sui buoni postali?
Sì, ed è pari allo 0,2%, ma il pagamento è dovuto solo se il valore complessivo del rimborso dei buoni è superiore a 5.000 euro. Attenzione: al raggiungimento dei 5.000 euro contribuisce la somma di tutti i buoni postali sottoscritti con la stessa intestazione.
Cos’è cassa depositi e prestiti
La cassa depositi e prestiti è un’istituzione finanziaria, nata prima dell’unità d’italia – con il nome di cassa piemontese. Nella cdp confluisce il denaro raccolto con il risparmio postale che serve per finanziare sia opere pubbliche italiane, sia per sostenere, al bisogno, piccole e grandi aziende italiane. Oggi va visto come il “fondo sovrano” dell’italia. Peccato che nel corso del tempo abbiano affibbiato a cdp una serie di operazioni la cui affidabilità e efficienza fa discutere.
Quando i buoni fruttiferi postali diventano infruttiferi?
Diventano infruttiferi dal giorno successivo alla scadenza naturale. I buoni postali ordinari emessi fino al 27/12/2000 restano fruttiferi fino al compimento del trentesimo anno solare successivo all’emissione.
A quante persone possono essere cointestati i buoni postali?
I buoni possono essere cointestati a non più di quattro persone contemporaneamente. Non è possibile cointestare lo stesso buono a persone maggiorenni e minorenni, né a più minorenni. Ogni intestatario ha facoltà di rimborso indipendente dagli altri. Si può escludere questa possibilità alla sottoscrizione.
Qual è l’importo minimo di sottoscrizione?
I buoni postali possono essere sottoscritti a partire da 50 euro.
Occhio alle serie Q, R, S
Hai un buono fruttifero postale emesso tra il 1° luglio 1986 e il 23 giugno 1997 serie q, r e s? Potresti aver diritto a interessi più alti rispetto a quanto ti riconoscono le poste. Sul retro di questi buoni le poste hanno applicato un timbro con i nuovi tassi, più bassi di quelli indicati sul modulo, ma potrebbero esserci degli errori formali. Fino a oggi abbiamo assistito oltre 550 di voi e vi abbiamo aiutato a recuperare quasi 350 mila euro. Chiamaci allo 02/69.61.580 (da lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13): i nostri consulenti ti aiuteranno a far valere i tuoi diritti.
Ci sono costi per la sottoscrizione e il rimborso?
No, non sono previsti costi per queste operazioni.
I buoni postali convengono?
In questo periodo, come ti diciamo più avanti, così come non consigliamo i BTp, non consigliamo neppure i buoni postali. Nella ti riportiamo i rendimenti dei buoni postali oggi in circolazione. Come puoi vedere nella colonna “Rendimento netto annuo medio”, che abbiamo calcolato nella migliore delle ipotesi, ovvero quella di mantenere l’investimento fino alla scadenza, nella maggior parte dei casi il buono postale ti rende addirittura meno di un conto deposito libero – il Conto corrente Altroconsumo di BccforWeb, per esempio, fino a 10.000 euro ti dà lo 0,74% netto annuo, e il bollo lo paga la banca, mentre per i buoni postali, se superi i 5.000 euro rimborsati, il bollo lo paghi tu.
Tuttavia, il buono postale può essere una soluzione interessante in due casi, sei hai una cifra davvero molto contenuta da investire – l’importo minimo è di 50 euro – per la scarsità di alternative, e se vuoi fare un investimento a favore di un minore, vedi qui a fianco.
Quanto rendono oggi i buoni postali | |||
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Tipo di buono | Durata massima | Rendimento lordo | Rendimento netto annuo medio |
Buono 3X2 | 6 anni | 0,35% annuo alla fine del 3° anno 0,7% annuo alla fine del 6° anno | 0,46% |
Buono 3X4 | 12 anni | 0,35% annuo alla fine del 3° anno 0,5% annuo alla fine del 6° anno 1% annuo alla fine del 9° anno 1,5% annuo alla fine del 12° anno | 0,73% |
Buono 4X4 | 16 anni | 0,4% annuo alla fine del 4° anno 0,75% annuo alla fine dell’8° anno 1,25% annuo alla fine del 12° anno 1,75% annuo alla fine del 16° anno | 0,91% |
Buono ordinario | 20 anni | Max 1,25% annuo alla fine del 20° anno | 0,67% |
Buono per minori | 18 anni | Max 2,5% annuo al compimento del 18° anno | 1,25% |
Condizioni all’8/5/2020. Rendimento netto annuo medio calcolato ipotizzando di mantenere il buono fino a scadenza. |
Quando scadono i buoni postali?
I buoni ordinari emessi fino al 27/12/2000 durano 30 anni; quelli emessi successivamente - dalla serie "A1" in avanti - hanno una durata di 20 anni.
I buoni postali vanno in prescrizione?
Sì, i buoni cartacei nominativi si prescrivono dopo dieci anni dalla data di scadenza del titolo. I buoni dematerializzati sono invece rimborsati alla scadenza e il relativo importo viene accreditato automaticamente sul conto dell'intestatario.
Buono postale per il nipote?
I buoni postali per minori sono prodotti postali destinati espressamente ai minorenni. È possibile intestarli a bambini e ragazzi tra 0 e 16 anni e mezzo. Per sottoscriverli sono necessari il codice fiscale del richiedente adulto e un documento, carta d’identità, passaporto o patente di guida del richiedente. Oltre a questi servono i documenti del minore, anche fotocopiati: codice fiscale, carta d’identità e certificato di nascita. Il prodotto ha però vantaggi e svantaggi. Vantaggi. Il buono postale per minori, come gli altri buoni, può essere sottoscritto da un minimo di 50 euro ed è accessibile anche a chi non dispone di grandi capitali. È facile da sottoscrivere, basta andare in un ufficio postale e non è necessario aprire conti correnti o contattare promotori. Una volta sottoscritto non devi fare nulla, perché non necessita di manutenzione. Fino al compimento dei 18 anni il denaro non può essere toccato, a meno di non avere l’assenso del giudice tutelare. Infine, sai già oggi in partenza quanto ti renderà a scadenza e più è lontana la maggiore età, naturalmente, e più il rendimento cresce. Svantaggi. Al compimento del diciottesimo anno il ragazzo può disporre pienamente della cifra del buono. Se il tuo scopo è quello di mettere da parte del denaro per far fronte, per esempio, alle spese dell’istruzione universitaria, ti abbiamo consigliato, in passato, di scegliere un altro prodotto, hsbc msci world (18,396 euro; isin ie00b4x9l533) e ishares global corporate bond (91,05 euro; isin ie00b7j7tb45). Per creare un investimento bilanciato, metti metà dei soldi su uno e metà sull’altro. Altro svantaggio: non puoi riavere il denaro prima della scadenza del buono.
Posso recuperare i buoni postali prescritti?
No, per legge, quando un buono cade in prescrizione non è possibile recuperare né il capitale, né gli interessi maturati.
I buoni postali possono essere rimborsati in anticipo?
Sì, possono essere rimborsati anticipatamente sia per il totale dell’importo sottoscritto, sia parzialmente.
Se rimborso il buono in anticipo mi daranno anche gli interessi?
Mentre il capitale investito nel buono postale è sempre rimborsato al 100%, gli interessi, invece, vengono corrisposti se il rimborso viene chiesto dopo che sia trascorso un determinato numero di mesi dalla sottoscrizione, che dipende dal tipo di buono. Per esempio, devono trascorrere 12 mesi per i buoni ordinari, mentre per i buoni 3x4 gli interessi maturati nel corso del primo triennio non sono corrisposti se i buoni sono rimborsati prima che siano trascorsi tre anni dalla sottoscrizione.
Posso farmi rimborsare solo una parte del capitale prima della scadenza? Sì, purché la cifra non sia inferiore a 50 euro (o multipli).
Come avviene il rimborso?
Se il buono è cartaceo il rimborso può avvenire immediatamente nell’ufficio postale di emissione, presentando il buono vero e proprio. In un ufficio postale diverso da quello di emissione servono, invece, quattro giorni lavorativi per permettere di fare i dovuti accertamenti. Il capitale investito è rimborsabile in contanti o con vaglia circolare, accredito sul libretto di risparmio postale, o sul conto corrente BancoPosta. Sottoscrizioni e rimborsi tramite internet sono consentiti ai titolari del libretto Smart e ai titolari di conto corrente BancoPosta online.
I buoni postali sono pignorabili? Libretti di risparmio postali e buoni postali fruttiferi non sono in genere soggetti a sequestro o a pignoramento (articolo 23, Gazzetta Ufficiale 18/07/1989). Fanno eccezione alcuni casi (per esempio per ordine dell'autorità giudiziaria in sede penale).
I buoni postali sono sicuri? Dite di vendere i BTp, devo vendere anche i buoni postali?
I buoni postali non sono tutelati dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, ma come detto prima, essendo emessi dalla Cassa depositi e prestiti, in pratica, direttamente dallo Stato italiano. Quindi, i buoni postali sono sicuri nella misura in cui sia possibile escludere un default dello Stato italiano, cosa che noi, in questo momento, data la situazione economica del Paese, non ci sentiamo di fare – vedi articolo seguente . E per questo motivo, oltre ai BTp, devi vendere anche i buoni postali.
Buoni postali, un po’ di storia
Il risparmio postale, in italia, nasce nel 1875 dopo un lungo iter, per volere di quintino sella, che istituì le casse di risparmio postale. Lo scopo era quello di favorire il risparmio rendendolo accessibile anche a chi viveva in piccoli centri urbani. Le casse di risparmio postale esistevano già in altri paesi, come la gran bretagna, dove erano state create nel 1818 e la francia, in cui comparvero nel 1860. Nel 1876 nacquero anche i libretti postali, mentre per i buoni postali, è necessario attendere fino agli anni ’20. Nel 1925 nascono i buoni fruttiferi postali, uno strumento di risparmio destinato ai piccoli risparmiatori, che permette alla cassa depositi e prestiti di raccogliere denaro per finanziare le proprie opere.