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Class action

Tariffa d'igiene ambientale - TIA. Rimborso dovuto sull'IVA pagata

04 lug 2012
Petizione Altroconsumo

L’IVA pagata sulla Tariffa d’igiene ambientale (TIA1) deve essere restituita ai cittadini che l’hanno pagata. Somme impropriamente riscosse dai Comuni, anche da dieci anni a questa parte, devono essere rimborsate ai consumatori.
Non tutti sanno: nonostante da ben tre anni la sentenza della Corte Costituzionale (n.238 del 24/7/2009) abbia stabilito che l’IVA non possa essere applicata alla TIA proprio per la natura tributaria della tariffa, i consumatori dei Comuni che l’hanno adottata hanno continuato a pagare negli anni - cifre variabili complessivamente dai 70 ai 150 euro circa d’imposta non dovuta.

Altroconsumo lancia la petizione sul sito www.altroconsumo.it, chiedendo supporto agli oltre 150.000 visitatori della pagina online dedicata quest’anno alla TIA, perché la soluzione al problema sia strutturale e non individuale.

È importante che tutti i consumatori in Italia abbiano le stesse opportunità di recupero delle somme versate: per Altroconsumo  la soluzione consiste nell’introdurre una voce all’interno del modello di dichiarazione dei redditi 730 e Unico dove indicare l’ammontare dell’IVA pagata (documentata dal contribuente con le fatture in suo possesso) per procedere al rimborso, anche dilazionato nei tempi e modi previsti per i crediti Irpef.

Gli scenari variano da Comune a Comune. Alcuni esempi concreti: a Firenze, in un appartamento di 90 metri quadri abitato da quattro persone, il rimborso sarebbe di circa 100 euro considerando che questo Comune è passato alla Tia nel 2005. La stessa situazione darebbe diritto a un rimborso di 86 euro a Bolzano per gli ultimi cinque anni e di 78 euro a Trento per gli ultimi quattro anni.
C’è chi non è ancora passato dalla vecchia TARSU alla TIA (Bari, Milano, Napoli, Nuoro, Torino, Trieste sono ancora in vecchio regime); alcuni Comuni si sono preoccupati di informare i cittadini, chiedendo di pazientare in attesa di un’applicazione chiara della decisione della Corte Costituzionale. Altri Comuni hanno sospeso la fatturazione con IVA del servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti, senza procedere però al rimborso del pregresso; esempio: Roma non applica più l’IVA dal 2010. C’è chi fa orecchie da mercante: molti Comuni disconoscono la portata della sentenza continuando ad applicare l’IVA al 10% al servizio che svolgono, rifiutando qualsiasi richiesta di chiarimenti.

Altroconsumo esige chiarezza per tutti.