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Sistemi antiabbandono: istruzioni per avere il contributo di 30 euro. Resta il caos
29 gen 2020Il decreto attuativo della legge 117/2018, che ha previsto l'obbligo di avere a bordo un sistema di allerta per evitare l’abbandono in auto dei bambini di età inferiore ai 4 anni, è entrato in vigore il 7 novembre 2019 e nonostante le indicazioni del Consiglio di Stato e le nostre richieste, contemporaneamente è diventato operativo anche l’obbligo del dispositivo con le relative sanzioni. Nella serata del 6 novembre è arrivata la circolare del Ministero dell’Interno che ha gettato nel caos genitori e mercato visto che da subito gli automobilisti che trasportano dei bambini di età inferiore ai 4 anni dovranno avere un dispositivo antiabbandono conforme alle indicazioni del decreto attuativo. Grazie anche alle nostre richieste la legge di conversione del decreto fiscale ha rinviato le sanzioni fino al 6 marzo 2020.
Resta il caos perché, come sottolineato più volte da Altroconsumo, le indicazioni del decreto attuativo 122/2019 purtroppo non sono precise lasciano adito a diverse interpretazioni: i prodotti sul mercato potrebbero anche non essere a norma.
Il 28 gennaio il Ministero dei Trasporti ha firmato il decreto attuativo che regolamenta il contributo all’acquisto di 30 euro. Il decreto non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma è stata diramata una nota del Ministero da cui risultano alcuni dettagli. Per ottenere il bonus sarà necessario registrarsi a partire del 20 febbraio sulla piattaforma Sogei accessibile su www.sogei.it o su www.mit.gov.it Il contributo sarà erogato mediante il rilascio di un buono spesa elettronico del valore di 30 euro valido per l'acquisto di un dispositivo antiabbandono per ogni bambino di età inferiore ai quattro anni. Anche chi lo ha già acquistato avrà diritto al rimborso. Per averlo bisognerà farne richiesta registrandosi sulla piattaforma Sogei entro sessanta giorni dal 20 febbraio (quindi entro il 20 aprile), allegando copia del giustificativo di spesa. Però c’è il rischio di caos. Perché al momento non sono disponibili sul mercato un numero di prodotti sufficienti a mettere in regola i circa 1,8 milioni di bambini interessati dalla novità e i genitori non sono stati informati su quali prodotti siano effettivamente acquistabili e utilizzabili e anche i produttori di seggiolini non sempre sanno dare risposte esaurienti ai genitori che debbano mettere in regola un sistema di ritenuta da loro omologato.
Dalle ultime disposizioni arrivate con la legge di conversione al decreto fiscale i fondi per il 2020 sono di 5 milioni di euro (sufficienti per circa il 9% degli 1,8 milioni di bambini interessati dall’obbligo) mentre lo stanziamento dei 15,1 milioni di euro previsti per il 2019 di fatto non saranno utilizzabili a meno che il decreto attuativo non preveda diversamente. C’è il rischio che visto le risorse non sufficienti ci sia, proprio il 20 febbraio, una corsa a chiedere il contributo o il rimborso.
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Ma quello che in primis chiediamo alle istituzioni e al Ministero dei Trasporti è una circolare interpretativa che chiarisca in modo ineluttabile quali prodotti è possibile utilizzare perché tanti necessitano di una azione volontaria e altri potrebbero non essere utilizzati se non approvati dai produttori di seggiolini.