Successione: un momento difficile da affrontare, anche per gli investimenti

Successione e investimenti
Successione e investimenti
La successione ereditaria è il meccanismo legale attraverso il quale vengono trasferiti i beni, i diritti e gli eventuali debiti di una persona deceduta agli eredi. Questo processo consente di garantire la continuità patrimoniale, assicurando che ciò che apparteneva al defunto venga assegnato a chi ne ha diritto secondo la legge o la sua volontà espressa. L’eredità può comprendere beni mobili (es. denaro, gioielli), immobili (es. case, terreni), partecipazioni societarie, crediti, ma anche obbligazioni e debiti. Gli eredi, pertanto, non ricevono solo “beni”, ma subentrano nella totalità della posizione giuridica del defunto: compresi gli investimenti.
Dipende da tanti fattori. Prima di tutto, dipende dalla tipologia di successione.
Se il patrimonio è consistente o comprende investimenti particolari, come gli immobili, è necessario fare una dichiarazione di successione. Va presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla data del decesso. Serve a dichiarare ufficialmente il patrimonio ereditato e avviare le procedure fiscali e catastali.
Ci sono, però, casi in cui la dichiarazione di successione non è necessaria e si può saltare questo passaggio. In particolare, la dichiarazione non è obbligatoria quando si verificano tutte e tre queste condizioni:
Esempio: se un padre lascia un obbligazioni del valore di 80.000 euro e non possedeva immobili, e gli unici eredi sono la moglie e i figli, non è necessario fare la dichiarazione.
Non è sempre necessario rivolgersi a un notaio. In molti casi la successione può essere gestita con l’aiuto di un CAF o di un commercialista abilitato. Tuttavia, il notaio è obbligatorio in alcune situazioni, come ad esempio:
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