Cos’è la FTT (o Tobin Tax) sulle azioni
Investimenti e fisco
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In Italia è nota come Tobin Tax, mentre in generale, in finanza, prende il nome di Financial Transaction Tax (spesso la trovi indicata con l’acronimo FTT nel report della tua banca). Si tratta di un’imposta che devi pagare, in genere, quando compri alcune attività finanziarie. In Italia si paga sull’acquisto di alcune azioni e sulla compravendita di strumenti derivati. Non si paga, invece, sulla compravendita di obbligazioni e titoli di Stato.
Se le azioni derivano da donazioni o successioni la Tobin Tax non si deve pagare. Si applica anche se la negoziazione delle azioni italiane è fatta su mercati esteri.
La capitalizzazione (numero delle azioni per prezzo di Borsa) considerata ai fini della Tobin Tax italiana è quella media rilevata nel mese di novembre di ogni anno. Alla fine di ogni anno viene, dunque, comunicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze la lista delle azioni esenti da Tobin Tax per l’anno successivo.
Per quanto riguarda le azioni, si paga solo se compri azioni con un valore di mercato (la cosiddetta capitalizzazione) superiore ai 500 milioni di euro e che hanno sede in Italia – per esempio, se avessi comprato le azioni Tenaris seguendo la nostra speculazione sul n° 1470 (poi chiusa sul n° 1479) non avresti pagato la Tobin Tax perché la società, seppur scambiata a Piazza Affari, ha sede in Lussemburgo. Come detto, non si paga sulle vendite di azioni, ma solo sugli acquisti netti della giornata: per esempio, se oggi compri 100 azioni Enel, ma ne rivendi 70, pagherai solo sul controvalore d’acquisto delle 30 azioni restanti. Se vendi oggi 100 azioni Eni, non paghi la Tobin Tax. L’importo è dello 0,1% del controvalore dell’acquisto: quindi se hai fatto acquisti netti per 5.000 euro, paghi 5 euro di Tobin Tax.
Non pensare ai derivati come a qualcosa di molto lontano: per esempio, i certificate short – quelli che ti fanno guadagnare quando un listino o un’azione scende – sono soggetti a Tobin Tax se sono legati ad azioni emesse da società italiane (vale, quindi, anche per certificate legati all’indice della Borsa di Milano). In questo caso si paga sia quando compri, sia quando vendi. L’importo (molto contenuto) non è percentuale, ma fisso, per fasce di controvalore di compravendita: per esempio, se compri (o vedi) certificate legati all’indice Ftsemib di Milano per 2.000 euro paghi 0,00375 euro a operazione, se la compravendita è da 20.000 euro paghi 0,075 euro.
Se la compravendita da 20.000 è di certificate legati a singole azioni italiane, l’importo della Tobin Tax sale da 0,075 a 0,5 euro.
L’Italia ha fatto una “fuga in avanti” rispetto all’ipotesi di una FTT comune su tutte le azioni e titoli derivati in Europa. Tale legislazione europea è ancora allo studio, per cui, in molti Paesi questa tassa non è presente – per esempio, se compri azioni tedesche o olandesi, non paghi (ancora) nessuna tassa di questo tipo. Oltre all’Italia, segnaliamo che esiste la Tobin Tax anche in Francia e Spagna. Si paga, in entrambi i casi, solo sugli acquisti netti di azioni di società con sede legale in Francia e Spagna, esattamente come nel caso italiano, ma, solo per quelle con capitalizzazione superiore a 1 milione di euro. Inoltre, l’aliquota è dello 0,3% per le azioni francesi e dello 0,2% per quelle spagnole. Ricorda: conta la sede legale, ma non il listino su cui compri le azioni – per cui se compri 3.000 euro di azioni francesi che rispettano i suddetti requisiti sulla Borsa italiana, pagherai comunque 9 euro per la Tobin Tax francese. Da segnalare, come rilevante, anche la tassa che paghi sull’acquisto di azioni con sede nel Regno Unito – in questo caso non si chiama Tobin Tax, ma Stamp Duty, però il funzionamento e l’esito è lo stesso: paghi lo 0,5% del controvalore d’acquisto (meccanismo simile con le azioni irlandesi, solo che l’aliquota sale all’1%). Abbiamo guardato per le azioni sui Paesi che consigliamo e non abbiamo rilevato imposte di tale tipo, se non per il caso cinese: in questo caso, però è pagata dal venditore e non dall’acquirente, ed è stata recentemente ridotta dallo 0,1% allo 0,05% (inoltre riguarda solo alcune categorie d’azioni cinesi). Negli Stati Uniti, nonostante le grandi discussioni sulla sua introduzione, non c’è mai stata una tassazione di questo tipo – tecnicamente c’è una commissione da pagare alla commissione di vigilanza dei mercati (la Sec), ma parliamo di valori spesso inferiori al centesimo di dollaro, per cui generalmente non ti vengono applicati.
Altri Paesi europei prevedono sulle loro azioni una tassazione simile a quella della Tobin Tax ma con modalità che fanno sì che tu non ne venga coinvolto (e quindi non la debba pagare) – per esempio, quella sulle azioni belghe è limitata solo ai residenti in Belgio, quella sulle azioni svizzere è dovuta solo se effettuata tramite un intermediario svizzero. Altri Paesi come l’Ungheria da non molto tempo hanno introdotto una tassazione sulle transazioni finanziarie dello 0,3% (massimo 10.000 fiorini), ma si tratta di una Borsa su cui è molto molto difficile operare – quindi la questione non ti tocca.