Lezione 2 : Rischi e opportunità dell’equity crowdfunding

Rischi e opportunità dell’equity crowdfunding
Rischi e opportunità dell’equity crowdfunding
È rischioso?
Senza tanti giri di parole, sì: come l’investimento in azioni, prevede che tu diventi proprietario di un pezzettino della società in cui investi. Con tutto quello che l’essere proprietario comporta, tra cui il fatto che, in caso di fallimento della società, nella ripartizione degli eventuali soldi che sono rimasti in cassa o che derivano dalla vendita delle attività, tu sarai l’ultimo della fila ad essere pagato: prima di te ci sono lo Stato, i dipendenti, le banche che hanno prestato dei soldi… e quando finalmente arriva il tuo turno, più che probabilmente in cassa non c’è più nulla.
Inoltre, l’equity crowdfunding in genere è riservato ad attività neonate e che devono ancora farsi le ossa. Raramente potrai investire in progetti che hanno già prodotto utili e sono sul mercato da tempo, ma molto più spesso ti troverai a investire in un’idea o in un brevetto che poi deve essere sviluppato dal punto di vista industriale e commerciale. Si tratta di una strada lunga, e non è detto che non finisca in un burrone. Anche se l’idea del progetto è buona, sono tante le cose che possono andare storte: per esempio, a un certo punto possono mancare i capitali (l’idea è troppo grande per i soldi tirati sul crowdfunding), oppure può venir meno l’apporto di idee e competenze dell’imprenditore che l’ha creata e tutto diventa confuso. Insomma, è un po’ come se tu stesso diventassi un piccolo imprenditore… e sai benissimo che non tutte le imprese riescono bene. Infine, non dimenticare che stiamo parlando di imprese piccolissime, e anche questo è un fattore di rischio.
Non è un investimento liquido
Salvo rari casi, col crowdfunding diventi titolare di quote di una società, non di azioni e men che meno di azioni quotate in Borsa. E questo ultimo punto è cruciale, perché significa che quando investi nel crowdfunding poi non è facile uscirne. Sulla carta potresti trovare qualcuno che sia interessato alla tua quota e cedergliela, ma non è affatto facile: non esiste un mercato in cui rivendere le tue quote, perciò devi attivarti tu a trovare la “controparte”. Insomma è come se volessi vendere i tuoi vestiti di seconda mano, ma senza le app di rivendita che vanno tanto di moda ora… ti devi affidare alla tua rete di conoscenze.
Ma allora non ne esci mai da questo investimento? Sì certo che ne puoi uscire, ma devi aspettare. E parliamo di anni: in genere almeno cinque, ma dipende dai casi. Dopodiché, se l’impresa non è andata male, puoi finalmente disinvestire. Come? A volte la società di cui hai le quote viene acquistata da una più grossa che liquida i vecchi azionisti come te e la fa sua. Altre volte c’è la trasformazione delle quote in azioni e queste vengono quotate in un segmento della Borsa dedicato alle piccole società, per cui da quel momento in poi puoi vendere i tuoi titoli in Borsa.
Ma col crowdfunding si guadagna?
In teoria, se le cose vanno bene, i guadagni potenziali sono più alti della media rispetto a investimenti analoghi in azioni “tradizionali”. Il motivo è molto pratico: il crowdfunding avviene spesso nuove in attività “di frontiera”, per cui se c’è successo si crea davvero una attività che può valere molto, perché porta qualcosa di innovativo sul mercato. Inoltre, è possibile raggiungere nicchie imprenditoriali in cui, per altre vie, potrebbe essere molto difficile investire. Ma fai attenzione: il principio alla base della finanza, per cui a potenziali alti rendimenti sono associati alti rischi, non viene mai meno. Proprio per questo, è bene non dedicare a questi investimenti più di quanto non sei disposto a bruciare del tutto se le cose vanno male.
Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è che, se investi in startup innovative che usano l’equity crowdfunding per raccogliere denaro, ci sono spesso anche vantaggi fiscali. Ma anche qui, fai attenzione: primo, informati bene sui vantaggi specifici del progetto e secondo, non investire mai solo perché allettato dai vantaggi fiscali: il fisco è un elemento di cui tenere conto quando scegli dove investire, ma non deve essere l’unico criterio di scelta.
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