Nella nostra analisi di gennaio sulle opportunità d’investimento legate al bubble tea (vedi n° 1447) avevamo verificato che gran parte delle catene specializzate in questa bevanda non risultavano quotate in Borsa o, se lo erano, le loro azioni non erano facilmente acquistabili: al netto di quanto ti abbiamo raccontato per Frankly Bubble Tea la situazione non è cambiata. Avevamo dunque ripiegato per un consiglio nel più generale settore dei soft drink (bevande non alcoliche, più o meno zuccherate o più o meno gasate), suggerendoti in particolare una scommessa sulle azioni della britannica Britvic (851,5 pence; Isin GB00B0N8QD54). In questi tre mesi le azioni sono state ballerine: dopo un iniziale scatto hanno perso terreno, soprattutto con lo scoppio della guerra, poi hanno iniziato a risalire: il bilancio da quel consiglio è di una perdita del 4,9% (-4,4% in euro e dividendi inclusi) contro un progresso del 2,3%, in media, delle altre azioni dei soft drink (diventa un guadagno del 7,7% in euro e dividendi inclusi). Che è successo?
Luci e ombre
Da un lato Britvic ha pubblicato dati sull’andamento dei ricavi nel periodo ottobre-dicembre 2021 (è il 1° trimestre del suo anno fiscale 2021/22) molto rassicuranti: nonostante la diffusione della variante Omicron, che ha impattato soprattutto a dicembre sulle vendite dei prodotti in bar e locali di svago i ricavi del gruppo nel periodo non solo sono aumentati del 16,5% rispetto allo stesso trimestre del 2020, ma, soprattutto, sono saliti di quasi il 13% rispetto allo stesso trimestre del 2019, precedente allo scoppio della pandemia. Per ricavi che vanno bene, però, c’è l’incognita della tenuta della redditività. Il gruppo ha messo in guardia sul peso che la corsa dei prezzi delle materie prime – da quelli della frutta a quelli dell’alluminio – sta già esercitando sulle attività del gruppo, anche se ha detto che sta mettendo in atto manovre per minimizzarne l’impatto. Il fatto, però, che una “collega” britannica del settore abbia ridotto le previsioni di utili per l’anno in corso ha pesato sull’umore del mercato nei confronti dell’azione.
Persino il prezzo della frutta – Britvic nasce come produttore di succhi di frutta – prevalentemente coltivata in Regno Unito ha registrato aumenti notevoli: secondo le statistiche governative, il prezzo al chilo delle mele Bramley a inizio marzo si è attestato a 2,05 sterline al chilo, contro 1 sterlina al chilo di un anno prima e le 0,89 sterline del 2019 pre-pandemia.
Il rapporto tra prezzo di Borsa del titolo e gli utili attesi per il 2023 è pari a circa 14 per Britvic contro circa 20 per le altre società del settore. È come il prezzo al chilo delle mele, più è basso più sono convenienti. Considerando la qualità del gruppo le Britvic ci sembrano sottovalutate.
Consiglio confermato
Sebbene vi siano dei rischi legati all’inflazione, restiamo convinti che la strategia del gruppo (per esempio, l’attenzione a prodotti più salutari) sia corretta. Inoltre, la rimozione di ogni restrizione pandemica nel Regno Unito (principale mercato del gruppo) dovrebbe aiutare ulteriormente le vendite dei prodotti del gruppo. Infine, ai prezzi attuali, il titolo presenta indicatori di convenienza migliori rispetto a quelli medi storici e, in alcuni casi, migliori anche a quelli medi delle altre società del settore. Britvic ha buone prospettive e, secondo noi, vale ancora una scommessa. Attenzione: vale in un’ottica di medio-lungo periodo. Inoltre, il titolo è più ballerino e più rischioso (la società dipende principalmente dalle vendite in Regno Unito) rispetto a quello di altri soggetti del settore.
Tre mesi non troppo frizzanti
Nei circa tre mesi dal nostro consiglio le azioni Britvic (grassetto; base 100) non hanno particolarmente brillato e hanno perso un po’ di terreno rispetto alle altre azioni del settore (linea sottile). Valgono ancora una scommessa. I dati nel grafico sono forniti da Refinitiv e sono in euro e con dividendi inclusi
Nella nostra analisi nel n° 1447 ti avevamo suggerito di limitarti di mantenere le azioni PepsiCo (174,84 Usd; Isin US7134481081): da allora hanno ottenuto un risultato lievemente peggiore di quello generale del settore, salendo dello 0,4% che diventa +5,7% in euro e a dividendi inclusi. Il consiglio sulle PepsiCo è confermato: mantienile.