Da inizio settembre 2021 (vedi n° 1427), quando è ripartito l’anno scolastico un po’ in tutto l’emisfero settentrionale, a oggi, le azioni delle società che si occupano di didattica a distanza sono andate molto male in Borsa: l’Etf Rize education technology (1,715 euro; Isin IE00BLRPQJ54), che raccoglie circa 40 società del settore, ha lasciato sul terreno circa il 36% in euro contro un calo limitato al 4% per le azioni mondiali (in euro, dividendi inclusi). Le azioni Coursera (15,66 dollari Usa; Isin US22266M1045) che, in particolare, ti avevamo suggerito per una scommessa sulle prospettive dell’educazione a distanza sono andate ancora peggio, lasciando sul terreno circa il 61% che diventa -56% circa in euro (la società non paga dividendi). Che cosa è successo? La didattica a distanza è ormai roba passata e quindi bisogna liberarsi di questi investimenti? In realtà le cose non stanno proprio così.
Dalla nostra prima analisi sul settore della didattica a distanza di aprile 2021 (vedi n° 1409), e quindi dal consiglio speculativo di allora, l’Etf Rize education technology ha perso circa il 57% in euro – il prodotto è quotato a Milano e non paga dividendi.
Le azioni Coursera sono sbarcate in Borsa al prezzo di 33 dollari l’una. Dopo una brevissima euforia hanno intrapreso un lungo percorso di calo in Borsa. Il primo consiglio speculativo su queste azioni è stato proprio in occasione dell’analisi di settembre 2021 (vedi n° 1427). Le azioni sono quotate e si acquistano a New York.
Un mercato in crescita
Coursera per i suoi corsi di formazione a distanza – ha anche degli accordi con delle Università per conseguire delle lauree facendo tutto il percorso in dad –registra tassi di crescita da capogiro. Nel 2021 i ricavi sono sempre cresciuti trimestre dopo trimestre e il gruppo ha chiuso l’anno registrando un progresso del fatturato di circa il 41% rispetto al 2020. Inoltre, anche l’avvio del 2022 è stato positivo: nel 1° trimestre il progresso dei ricavi è stato di un rimarchevole 36%, mostrando solo un lieve rallentamento nonostante le riaperture e la ripresa delle attività in presenza in molti Paesi occidentali. L’obiettivo di una crescita dei ricavi superiore al 20% nel 2022 sembra ampiamente a portata di mano. Inoltre, in generale, il settore della didattica a distanza è ancora atteso in crescita a ritmi del 15% medio annuo da qui al 2025 e crediamo che Coursera, che ha stretto ulteriori accordi di docenza, possa approfittare pienamente di queste tendenze.
L’enterprise value si ottiene sommando al valore delle azioni della società in Borsa quello di eventuali debiti al netto della liquidità in cassa.
Il punto sui consigli
Se risultati e prospettive sono queste perché le azioni sono scese? Un po’ ha pesato il generale rallentamento dei titoli tecnologici: da settembre 2021 hanno perso, in media, il 26% (-16% in euro e dividendi inclusi) e le azioni delle società della dad (prevalentemente dei fornitori di tecnologia) non potevano che risentirne. Inoltre, molte di queste società della dad ancora non fanno utili, questo tende a renderle più rischiose e, quindi, a far sì che tendano ad amplificare gli andamenti generali del settore della tecnologia. Detto questo, magari non si tratterà più di un settore “di moda” come in pandemia, ma le prospettive di crescita giustificano secondo noi ancora una scommessa. Confermiamo la possibilità di acquistare Coursera, scommettendo su una crescita dei ricavi compresa tra il 25% e il 30% nei prossimi anni. Ci piace per due motivi: primo, è specializzata nei corsi di formazione per aziende, per cui la didattica a distanza sembra funzionare meglio che per gli studenti di scuole di primo/secondo grado; secondo alcuni indicatori di convenienza del titolo come il rapporto tra enterprise value e ricavi attesi, sono tra i migliori della categoria. Attenzione: non è per stomaci deboli. La società, pur con i suddetti tassi di crescita, dovrebbe restare in perdita almeno fino al 2024: non ti aspettare dividendi. Inoltre, se tali tassi di crescita dei ricavi dovessero rallentare il titolo potrebbe continuare a perdere terreno in Borsa. Confermiamo anche la possibilità di fare una scommessa sul settore della didattica a distanza acquistando sulla Borsa di Milano l’Etf Rize education technology (1,715 euro; Isin IE00BLRPQJ54). In questo caso, oltre a prospettive di crescita a doppia cifra (15% mentre l’economia mondiale dovrebbe crescere a ritmi di poco superiori al 2% annuo nel 2023) c’è la possibilità di “matrimoni” tra società, che potrebbe dar pepe ai prezzi dei titoli in Borsa – un’importante società della didattica a distanza indiana, Byju (non quotata), ha già fatto delle acquisizioni quest’anno e potrebbe mettere nel mirino alcune società Usa quotate. Valgono le raccomandazioni fatte per Coursera: l’investimento è estremamente rischioso e non adatto a un investitore prudente.
Le Coursera fanno parte dell’Etf Rize education technology. Scegli tu su quale preferisci puntare. Evita di comprare sia le Coursera, sia l’Etf. Ricorda che si tratta di speculazioni che devono rappresentare solo una piccola parte della ricchezza che investi in strumenti finanziari (vedi n° 1459).
I possibili nuovi mondi della dad
Tra gli elementi a rendere le prospettive della didattica a distanza così interessanti ci sono le innovazioni tecnologiche, per rendere la fruizione dei corsi più fluida, coinvolgente e “realistica” – proprio Coursera ha siglato un accordo con l’Università del Michigan per offrire corsi in realtà aumentata. Non si può non pensare alle opportunità che potrebbero arrivare con la diffusione dei mondi virtuali del metaverso. Noi ti abbiamo consigliato in passato una società che lavora sugli aspetti “ingegneristici” del metaverso e che potrebbe beneficiare anche della domanda che arriverà dalla didattica a distanza. È Autodesk (187,08 dollari Usa; Isin US0527691069) e sviluppa software di modellazione e progettazione in 3D, essenziali per lo sviluppo del metaverso. Ha chiuso il 1° trimestre dell’ anno fiscale 2022/23 (termina a gennaio) con un progresso dei ricavi del 18% e dell’utile per azione del 39%. Nonostante i rischi di un rallentamento economico, le prospettive di crescita per tutto l’anno fiscale restano a doppia cifra, +14% per il fatturato, +29% per l’utile per azione. È frutto di un aumento degli ordini (+16% nel 1° trimestre) che evidenzia il potenziale dell’offerta – difficile concorrenza e fidelizzazione di clienti che sono sparsi in tutto il mondo – anche in contesto non facile per la crescita economica. Il titolo ha risentito in Borsa del generale calo dei titoli tecnologici, ma le prospettive del gruppo sono tali che, secondo noi, una scommessa sulle Autodesk si può ancora fare.
Abbiamo consigliato per la prima volta una scommessa sulle Autodesk all’inizio del 2022 (vedi n° 1444): da allora hanno perso circa il 33% (-28% in euro), un risultato lievemente peggiore di quello medio delle altre società che sviluppano software informatici (-24% in euro e dividendi inclusi). Dall’ultimo consiglio di maggio (vedi n° 1461), le Autodesk hanno registrato un calo dell’1,2% (+1% in euro) contro un calo medio del 6,6% (-6,4% in euro) delle altre società che si occupano di software. Le Autodesk si comprano sulla Borsa di New York, di solito facilmente raggiungibile tramite la tua banca.