Tirando un po’ il fiato

Grafico
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Cosa ha mosso i mercati
Il dato più rilevante della settimana è quello medio delle principali azioni cinesi: come vedi nella nota qui a fianco, il rialzo è stato del 4,3%. Il rimbalzo è, però, stato determinato soprattutto dai grandi colossi del commercio elettronico, dopo il dato superiore alle attese sull’andamento delle vendite online e dopo l’apparente rasserenamento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti che potrebbe evitare il ritiro di tali azioni dalla Borsa di New York. Per altri titoli cinesi, però, la settimana non è stata altrettanto positiva, risentendo di dati che confermano le difficoltà generali dell’economia del Dragone – vedi, per esempio, i dati sulla produzione industriale e sui consumi inferiori alle attese. Il tema della fragilità dell’economia mondiale è stato proprio quello che ha reso le Borse un po’ incerte nel corso della settimana, sulla scia delle prospettive di recessione nel Regno Unito e delle dichiarazioni da parte del Fondo monetario internazionale che vede prospettive economiche globali cupe. A questo aggiungici le tensioni geopolitiche per capire la generale prudenza delle Borse che, comunque, hanno trovato un po’ di sostegno nella speranza di un possibile rallentamento della stretta monetaria da parte delle Banche centrali, soprattutto americana. Per ora non cambiamo le nostre strategie d’investimento – vedi www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
i segnali contrastanti dagli Stati uniti
Diversi membri della Banca centrale americana in settimana si sono espressi in merito alle possibili future azioni di politica monetaria: c’è chi ha confermato una linea dura di rialzo dei tassi, chi, invece, è sembrato avere una posizione più morbida. Del resto, anche i segnali che sono arrivati dall’economia Usa sono stati contrastanti: da un lato ci sono stati dati inferiori alle attese sui prezzi alla produzione, dall’altro vendite al dettaglio che hanno mostrato una tenuta inaspettata. Anche dalle grandi catene di distribuzione non sono arrivati segnali univoci: se Target (162,88 Usd, Isin US87612E1064; non acquistare) ha lanciato segnali poco rassicuranti per la stagione festiva, WalMart (150,23 Usd; Isin US9311421039) non solo ha mostrato ottimi risultati trimestrali, ma ha migliorato le proprie previsioni sui risultati complessivi dell’anno fiscale 2022/23 (termina a fine gennaio). Il titolo ha chiuso la settimana in rialzo del 5,4% e abbiamo alzato le stime sugli utili a 6,36 Usd per il 2023/24 e a 6,66 euro per il 2024/25, ma non modifichiamo il nostro consiglio: al più se hai le azioni, mantienile.
Segnali rassicuranti sulla tenuta dell’economia canadese sono stati forniti da Toromont (99,98 Cad; Isin CA8911021050) – macchinari per costruzioni, industrie… – che ha mostrato utili trimestrali in crescita del 33%. Ci aspettiamo che l’economia canadese possa sfuggire alla recessione e che i conti di Toromont possano crescere anche nel 2023. Merita ancora una scommessa (vedi n° 1451).
effetti del rallentamento cinese
I dati poco confortanti sulla crescita economica cinese, le forti politiche restrittive che Pechino sta ancora mettendo in atto per contenere la diffusione pandemica e le indiscrezioni su minori importazioni di petrolio da parte di alcune controparti estere non potevano che spingere al ribasso i prezzi del greggio: quello di qualità brent ha chiuso la settimana sotto gli 88 dollari al barile, perdendo l’8,9%. I titoli delle compagnie petrolifere ne hanno risentito, lasciando sul terreno, mediamente, l’1,8% ma nel settore si è comunque salvata Saipem (1,04 euro; Isin IT0005495657): pur con grandi alti e bassi, le sue azioni hanno archiviato un guadagno settimanale dello 0,3% grazie a nuovi contratti in Medio Oriente e in Africa occidentale. Buone notizie, ma non abbastanza per renderci più ottimisti: vendi. È attribuibile al mercato cinese anche il calo del 4,7% registrato dalle Mercedes-Benz (62,11 euro; Isin DE0007100000): il gruppo è stato costretto a ridurre i prezzi di vendita di alcuni modelli venduti in Cina, lamentando una debolezza della domanda nell’importante mercato asiatico. Nonostante il calo, meglio restare prudenti con queste azioni: al più, mantienile.
Nel settore farmaceutico, settimana positiva per le azioni Alcon (62,2 franchi svizzeri; Isin CH0432492467), che sono salite dell’1,3% anche se il gruppo ha mostrato nell’ultimo trimestre un incremento dei ricavi di solo il 2%. Il dato, però, è stato penalizzato dagli effetti di cambio e nel complesso, nonostante i vertici abbiamo limato le stime sul 2022, non ci spaventiamo. Mantieni.
La tenuta del settore finanziario europeo
In Europa le notizie sulla produzione industriale superiore alle attese hanno un po’ smorzato i timori per un’inflazione che continua a mordere e hanno favorito una certa resilienza delle azioni del settore bancario (+2,3% in media). Sono andate bene anche le azioni Intesa Sanpaolo (2,22 euro; Isin IT0000072618), salite del 2,6% nonostante la cessione, a sorpresa, della partecipazione in Nexi (ne parleremo più approfonditamente nei prossimi numeri; seguici) a un valore inferiore a cui l’aveva comprata. In realtà, la partecipazione rientrava in un accordo più generale con Nexi, che non viene rotto, da cui complessivamente Intesa ha tratto un guadagno. Inoltre, il peso della partecipazione si era già via via ridotto. Resta, però, il dubbio che la vendita sia stata fatta per mettere fieno in cascina in vista di un inverno complesso. E proprio il rischio di un peggioramento complessivo delle condizioni per il settore bancario ci fa confermare il consiglio: vendi.
Nel settore finanziario, rialzo robusto del 4,2% per le azioni Zurich Insurance (441,8 franchi svizzeri; Isin CH0011075394) dopo la presentazione di un piano strategico al 2025 che mira al raggiungimento di una redditività superiore a quella del piano precedente. Noi siamo meno impressionati e ti consigliamo di limitarti a mantenere il titolo.
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