Per quanto ti possa sembrare strano, sono tante (oltre 300) le società al mondo che si occupano di ristorazione e che hanno le proprie azioni regolarmente quotate e scambiate in Borsa. Si va dai colossi americani del fast food come McDonald’s (264,23 Usd; Isin US5801351017) – per valore di Borsa il titolo più grande e importante del settore – a piccoli gestori di caffetterie come la neozelandese Cooks Coffee Company (0,39 dollari neozelandesi; Isin NZCFGE0001S7). Come vedi nel grafico “Anni col cuore in gola” si tratta di azioni che, nel complesso, sono state abbastanza ballerine nel corso degli ultimi anni. Dapprima hanno sofferto per le chiusure legate alle misure di contenimento della pandemia e poi, quando le cose sembravano riprendersi, hanno dovuto affrontare la minaccia del rialzo dell’inflazione, con conseguente aumento dei costi di materie prime e utenze energetiche. Nel corso delle ultime settimane, però, nel complesso, queste azioni hanno rialzato la testa, complice la sensazione che il tanto temuto rallentamento economico globale possa essere, in realtà, meno robusto del previsto – a tutto vantaggio delle spese “voluttuarie” come possono essere una cena al ristorante o una serata con gli amici al pub. È, dunque, arrivato il momento di investire sulle azioni di questo settore?
Le azioni McDonald’s hanno registrato un andamento poco brillante in questo avvio di 2023, guadagnando lo 0,3% contro il +4% delle altre azioni del settore (dati in dollari Usa). Del resto, gli indicatori di convenienza del titolo non sono migliori di quelli generali del settori – anzi, complice l’elevato debito il rapporto tra l’enterprise value della società (valore delle azioni in Borsa + valore dei debiti) e utili industriali attesi nel 2013 è pari a circa 17,5 volte per la società contro le 10,1 volte delle altre società del settore. Sconsigliamo di acquistare le azioni McDonald’s.
Parte centrale dell’attività di Marston’s sono le birre, ma anche il cibo è rilevante, con gli hamburger che la fanno da padrone.
Meglio cucinarsi la bistecca a casa
Nel complesso non riteniamo che il settore meriti un investimento da parte di un investitore prudente. Complice la risalita in questo avvio del 2023, le azioni del settore hanno indicatori di convenienza non particolarmente interessanti, soprattutto alla luce dei rischi ancora presenti su crescita economica e inflazione: per esempio, in media, il rapporto tra prezzo delle azioni e utili attesi da qui a 12 mesi è pari a 26,5 per il settore della ristorazione contro il 15,5 medio delle azioni mondiali – consideralo come il prezzo al metro quadro delle azioni, più è basso, più sono convenienti. Più interessanti, le azioni del settore alimentare (che comprende, dunque, i produttori di carne, latte, yogurt…). Hanno indicatori di convenienza non particolarmente più elevati di quelli medi delle Borse mondiali – per esempio il già citato rapporto tra prezzi di Borsa e utili attesi a 12 mesi è pari a circa 17 – a fronte, però, di una minore rischiosità – sono prodotti il cui consumo è considerato “irrinunciabile” anche in periodi di crisi economica e non per nulla, come vedi nel grafico, in momenti difficili per le Borse, come tra la fine del 2021 e la prima metà del 2022 con la recrudescenza pandemica e l’innalzamento dei costi energetici per la guerra, queste azioni si sono comportate meglio delle Borse mondiali. Consigliamo d’investire in generale sul settore dei beni di consumo di prima necessità, di cui i beni alimentari sono componente rilevante, con l’Etf Xtrackers Msci world consumer staples (40,32 euro; Isin IE00BM67HN09).
Per chi non vuole rinunciare a un pasto al ristorante…
Sebbene nel complesso non siano azioni adatte per un investitore prudente, nel settore della ristorazione abbiamo comunque individuato una possibilità d’investimento “pepata” per chi si può permettere di correre qualche rischio in più. Stiamo parlando delle azioni Bloomin’ Brands (24,86 Usd; Isin US0942351083), gruppo che gestisce circa 1.460 ristoranti prevalentemente negli Usa. Il cuore dell’offerta, come spesso accade negli Usa, è la carne e questo gruppo ci piace, rispetto ad altri, per due ordini di motivi. Primo: offre una scelta sia a chi non ha una grande possibilità di spesa – la catena di ristoranti Outback Steakhouse – sia a chi può permettersi un’esperienza più raffinata (con una spesa media circa tre volte superiore per persona) – la catena Fleming’s Prime Steakhouse & Wine Bar. Secondo: sta investendo per cogliere l’evoluzione delle esigenze del mercato – rinnovata l’infrastruttura tecnologica per gestire meglio le prenotazioni e le ordinazioni a distanza e investimento nelle attività di catering, complice la ripartenza dei vari eventi aziendali. I risultati sembrano pagare: i ricavi nel terzo trimestre 2022 (ultimo dato disponibile) sono saliti del 4,5% rispetto allo stesso trimestre del 2021 e, soprattutto, mostrano una crescita – a parità di società – dell’11,2% rispetto al terzo trimestre 2019 (pre-pandemico) negli Usa e di ben il 25% per le attività in Brasile. Il gruppo sembra in grado di gestire la salita dei costi – primi nove mesi con utili industriali in crescita rispetto al 2021 – e, ai prezzi attuali, il mercato sembra sottostimare le qualità del gruppo – gli indicatori di convenienza sono migliori di quelli medi delle altre società del settore (il rapporto tra prezzo di Borsa e utili attesi al 2023 è pari a circa 9,2 per le Bloomin’ Brands contro il 26,5 già citato per il settore della ristorazione globale). Attenzione: come detto l’investimento è rischioso e non adatto agli investitori prudenti. Il gruppo, infatti, è molto indebitato (i debiti sono 3,5 volte i capitali propri) e questo rischia di pesare sull’ultima riga di bilancio come già accaduto nel 2022. Inoltre, la concorrenza è molto elevata e al primo rallentamento nella crescita le azioni rischiano di pagare dazio in Borsa.
… o a una serata con gli amici al pub
In passato ti abbiamo consigliato una scommessa nel settore ristorazione con le azioni Marston’s (44,36 pence; Isin GB00B1JQDM80), catena di pub britannici. Dal nostro consiglio dato alla fine di novembre (vedi n° 1486) le azioni sono andate bene: hanno guadagnato il 18,9%, che diventa +15,1% in euro e si confronta con un +3,7% (-1,1% in euro e dividendi inclusi) delle azioni del settore della ristorazione a livello mondiale e con un +4,5% (in euro e dividendi inclusi) delle altre azioni britanniche. La scommessa sulla voglia di socialità ritrovata per effetto del Mondiale di calcio “invernale” e del primo Natale senza restrizioni sembra andata a buon fine: il gruppo ha annunciato che nelle otto settimane tra il 26 novembre 2022 e il 21 gennaio 2023 le vendite (a perimetro aziendale comparabile) sono aumentate di ben il 19% rispetto allo stesso periodo di un anno prima e del 4,1% rispetto al periodo pre-pandemico. In particolare, nei giorni cruciali delle festività (Natale, Capodanno e vigilie), la crescita è stata del 26% rispetto a un anno prima e di circa il 13% rispetto al periodo 2019/2020 pre-pandemico.
Abbiamo consigliato le azioni Marston’s anche sul finire del 2022 (vedi n° 1491) e il bilancio anche da allora è positivo. Le azioni hanno guadagnato il 17,2%, che diventa +15,2% in euro. Dato nettamente superiore al +1,4% (in euro e dividendi inclusi) delle altre azioni del settore della ristorazione e al +5,1% (in euro e dividendi inclusi) delle azioni britanniche. Anche se avevi comprato a fine dicembre, limitati a mantenere le azioni.
Si tratta di buone notizie che si accompagnano a quella sul fatto che il gruppo sia riuscito a bloccare i prezzi dell’energia elettrica fino a settembre 2023. I vertici si mostrano ottimisti anche per i prossimi mesi e ritengono che la spinta registrata nelle scorse settimane possa confermarsi, ma sottolineano comunque che ci sono delle incognite – dal rischio di minori spese in caso di rallentamento economico, al minore aiuto da parte del Governo previsto per le bollette energetiche. Le azioni del gruppo continuano ad avere ottimi indicatori di convenienza, ma vista la corsa già realizzata dal titolo rispetto alle altre azioni del settore e dati i rischi di cui ti abbiamo parlato, preferiamo essere più prudenti col consiglio: se hai già le azioni Marston’s puoi mantenerle, se non le hai, non le acquistare ora.
Anni col cuore in gola
Le azioni del settore della ristorazione (grassetto; base 100) hanno fatto diversi alti e bassi negli ultimi anni, subendo prima la chiusura delle attività per le restrizioni pandemiche e poi il rialzo dei prezzi energetici. Ciò nonostante, il bilancio degli ultimi anni è comunque migliore sia di quello delle Borse mondiali (linea di peso intermedio), sia di quello del settore alimentare (linea sottile) – quest’ultimo è più una “formichina” che magari non scatta nei momenti di euforia del mercato, ma riesce a reggere meglio quando le altre azioni traballano. I dati nel grafico sono in euro e a dividendi inclusi. I dati utilizzati per realizzare il grafico, così come i valori di bilancio utilizzati per effettuare le stime e le valutazioni riportate in tutta l’analisi, sono forniti da Refinitiv Datastream.