La settimana delle Borse: timori striscianti

mercati borsistici
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Due i motivi che hanno portato le Borse ad archiviare un bilancio negativo nel corso dell’ultima settimana.
Il primo è legato alle decisioni di politica monetaria in Cina: gli stimoli si sono rivelati inferiori al previsto e c’è chi teme che possano non essere sufficienti a rilanciare con decisione la crescita economica cinese. Non per nulla, la banca d’affari Goldman Sachs ha ridotto le proprie previsioni sulla crescita del Dragone sia per il 2023, sia per il 2024.
Il secondo è legato alla lotta all’inflazione in tutto l’Occidente. In particolare, nel Regno Unito il carovita non accenna a dare tregua e per questo la Banca centrale è stata costretta a rialzare i tassi d’interesse più di quanto era previsto dal mercato. A spaventare sono le dichiarazioni che ne sono seguite, con un livello di prezzi che è giudicato insostenibile e che, quindi, apre la strada a ulteriori rialzi del costo del denaro. Rialzo dei tassi superiore al previsto dalla Banca centrale norvegese e le dichiarazioni giunte dai vertici della Banca centrale americana non hanno fatto altro che confermare la sensazione che ci saranno due ulteriori rialzi dei tassi d’interesse anche per il Paese a stelle e strisce.
Insomma, il costo di mutui e prestiti è destinato a salire ancora: l’economia sarà in grado di reggere a questa stretta come ha fatto finora? Le indicazioni che sono state fornite dallo spedizioniere americano FedEx in settimana non hanno lasciato ben sperare e il mercato ha iniziato a temere nuovamente gli scenari di recessione – se la ricchezza globale non cresce anche gli utili delle aziende scendono, e, quindi, si riduce il loro valore in Borsa. La situazione resta molto incerta - a pesare sull’umore dei mercati anche il tentativo di avvicinamento tra Stati Uniti e Cina, che sembra non aver prodotto risultati concreti - ed è necessario suddividere bene i propri investimenti tra azioni e obbligazioni: per sapere come farlo al meglio clicca qui.
L’allarme di FedEx sulla tenuta della domanda globale non poteva che pesare su altre società che hanno puntato molto sulle spedizioni di pacchi negli ultimi anni, come bpost (4,14 euro; Isin BE0974268972): le azioni hanno ceduto in settimana lo 0,8%, ma secondo noi puoi mantenerle.
Nemmeno le azioni delle banche, che pure dovrebbero beneficiare del rialzo dei tassi d’interesse per la possibilità di concedere prestiti e mutui a “prezzi” più elevati, sono riuscite a salvarsi dal generale malumore della settimana: quelle Usa hanno archiviato un calo medio del 4,1%, mentre le europee hanno mediamente lasciato sul terreno il 3,7%. Il timore è che con il rallentamento economico non solo si riducano i prestiti concessi – già negli Usa le richieste di mutui sono in contrazione di circa il 30% rispetto a un anno fa – ma che aumenti anche il volume dei prestiti già erogati non rimborsati – si teme soprattutto per il settore immobiliare.
A migliorare il bilancio delle azioni europee il sorprendente ottimismo delle banche italiane, con, in particolare, Unicredit (20,15 euro; Isin IT0005239360) che ha dichiarato che il 2023 sarà un anno eccellente, che potrà persino battere alcuni degli obiettivi prefissati per l’anno e che il miglioramento potrebbe continuare anche negli anni prossimi. A sostegno di questo ottimismo, la conferma da parte dei vertici della banca sul lancio di un altro piano di acquisti di azioni proprie (è un modo per dimostrare fiducia al mercato). Il mercato si è lasciato cullare da queste promesse e il titolo Unicredit ha chiuso la settimana in progresso del 4,6%. Noi, invece, restiamo molto più scettici e preferiamo restare prudenti con il nostro consiglio: vendi.
Nel settore bancario europeo va segnalato il calo del 2,9% di UBS (17,73 franchi svizzeri; Isin CH0244767585): il colosso svizzero potrebbe dover pagare fino a 300 milioni di dollari di multa, in seguito alle indagini delle Autorità statunitensi, britanniche e svizzere sulle violazioni realizzate da Credit Suisse nella gestione del fondo Archegos, poi fallito. È necessario che UBS faccia pulizia, anche a costo, a breve termine, di perdite di bilancio. Mantieni le azioni UBS.
Il rischio del rallentamento economico non poteva che tradursi in un timore di una minore domanda di materie prime (le società del settore hanno ripiegato in settimana in media del 4,7%) ma anche di materiali da costruzione; questo spiega, per esempio, il calo del 7,6% delle azioni BASF (42,24 euro; Isin DE000BASF111), società che realizza materiali chimici e plastici per il settore. Se hai azioni BASF puoi, però, mantenerle.
Le tensioni nel settore immobiliare si sono scaricate anche sull’andamento delle azioni Atenor (25,9 euro; Isin BE0003837540) che hanno perso l’8,2%. Il momento è difficile, ma i vertici hanno comunque annunciato delle misure per garantire il finanziamento dei progetti in corso: in particolare, una partnership con BESIX RED per un progetto di uffici a Lisbona che porterà 20 milioni di euro in cassa e assicurerà una linea di credito che va da 35 a 100 milioni di euro. Se hai le azioni, mantienile.
Anche i settori tradizionalmente meno legati agli alti e bassi dei cicli economici hanno risentito del clima negativo: il farmaceutico, per esempio, ha chiuso la settimana in calo dello 0,7%.
Non sono bastate le prospettive dell’intelligenza artificiale – con Amazon (129,33 Usd; Isin US0231351067; mantieni) che ha guadagnato il 3,1% grazie all’annuncio di investimenti nel settore da parte della sua divisione di cloud – a salvare il bilancio dei titoli tecnologici: gravato dalla prospettiva di rialzo dei tassi d’interesse, il settore ha chiuso a -2,2%.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: -2,1%; -4,5%
Canada: -2,7%; -2,3%
Cina: -5,6%; -5,2%
Corea: -2,1%; -4,2%
Giappone: -2,7%; -3,9%
Indonesia: -0,8%; -0,8%
Messico: -2,7%; -2,7%
Regno Unito: -2,4%; -2,8%
Svezia: -3,8%; -4,4%
Stati Uniti: -1,4%; -1%
Svizzera: -1,5%; -1,5%
@Antonio Di fatto le Mondi (1.185 pence; Isin GB00B1CRLC47) sono acquistabili solo sulla di Borsa di Londra – presenti anche su Francoforte ma su un circuito di solito difficilmente accessibile (e in ogni caso non consigliamo di acquistarle a Francoforte). Se non puoi fare l’acquisto online, prova al telefono o con altra banca.
@Matteo Ormai da parecchio tempo le operazioni di sbarco in Borsa (dette IPO) sul listino principale di Borsa italiana sono ridotte al lumicino e, se ci sono, sono praticamente sempre rivolte solo a investitori istituzionali. Questo significa che per un piccolo risparmiatore l’acquisto si può fare solo a inizio contrattazioni.
@Roberto L’andamento di un’azione non dipende solo dai dividendi: una società può pagare dividendi e calare in Borsa, così come aziende che non lo pagano possono salire vertiginosamente (pensa a Amazon negli anni scorsi). Rcs (0,70 euro; Isin IT0004931496) ha regolarmente pagato dividendi a maggio. Il consiglio è mantieni.
Variazioni settimanali su prezzi di chiusura al 23 giugno 2023
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