La settimana delle Borse: prese di beneficio

Le Borse in settimana
Le Borse in settimana
La prima settimana di agosto si avvia a chiudersi con risultati generalmente negativi per le Borse mondiali. Tre sono le ragioni che hanno determinato questo andamento poco brillante dopo l’entusiasmo registrato soprattutto nella seconda parte di luglio.
Primo: a sorpresa, l’agenzia di rating Fitch ha ridotto il suo giudizio sull’affidabilità degli Stati Uniti, citando come motivazione quella dell’atteso deterioramento del bilancio americano. La notizia ha determinato un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani e ha spaventato il mercato, lasciando temere che la scure dell’agenzia possa abbattersi anche su altri Paesi. Un aumento dei rendimenti non è positivo: significa che una parte della ricchezza va destinata a ripagare i debiti invece che a sostenere gli investimenti per la crescita.
Secondo: i dati sull’andamento dell’attività manifatturiera non hanno brillato, in particolare quello cinese è rimasto in una zona di contrazione. L’economia di Pechino, dunque, continua a non sembrare forte come si sperava.
Terzo: i conti trimestrali societari, che fin qui erano stati mediamente brillanti, hanno riservato qualche ombra in più. Tutto questo ha portato il mercato a portare a casa un po’ di guadagni.
Non vediamo, comunque, ragioni di panico anche perché non sono mancate le buone notizie sia dal fronte societario, sia da quello macroeconomico – l’Europa ha evitato per ora la recessione, negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione resta su livelli bassissimi e in Cina il settore dei servizi sembra continuare a espandersi. Confermiamo le strategie d’investimento che trovi cliccando qui.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro)
Australia: -1,1%; -2,1%
Canada: -2,2%; -2,2%
Cina: -3,2%; -2,3%
Corea: -0,2%; -1%
Giappone: -1,7%; -2,2%
Indonesia: -1,2%; -0,8%
Messico: -2,7%; -5,9%
Regno Unito: -2,2%; -2,5%
Svezia: -2,5%; -3,7%
Stati Uniti: -1,8%; -0,8%
Svizzera: -2%; -2%
Dopo una fine di luglio spettacolare per il settore bancario, i primi giorni d’agosto sono stato di tutt’altro tenore. In particolare, l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (252 euro, Isin IE00BYMB4Q22), che raccoglie l’andamento delle principali banche italiane, al momento di questa analisi si avvia a chiudere la settimana con un calo di circa il 4,2% rispetto ai massimi storici toccati a fine luglio.
Due gli elementi che hanno condizionato il settore. Primo: la paura che anche l’affidabilità del debito pubblico italiano possa essere rivista. Questo determinerebbe un aumento dei rendimenti e, quindi, un calo dei prezzi dei titoli di Stato che le banche hanno in pancia (con conseguente contraccolpo negativo sul bilancio). Secondo: i risultati trimestrali presentati sono sembrati, in generale, un po’ meno sfavillanti di quelli pubblicati nella settimana scorsa.
In particolare, hanno pagato dazio le azioni Banco BPM (4,29 euro; Isin IT0005218380) che si avviano a chiudere la settimana con un calo di circa il 4,4% rispetto alla chiusura precedente (e un calo di poco superiore al 5,5% rispetto alla fine di luglio) nonostante il gruppo abbia mostrato ottimismo e abbia alzato le previsioni sull’utile alla fine del 2023. I conti del secondo trimestre del gruppo, però, hanno riservato, per quanto ci riguarda, qualche piccola delusione da un punto di vista dei ricavi: i proventi operativi sono saliti del 21% rispetto al secondo trimestre 2022, ma altre banche hanno fatto registrare risultati migliori. Il progresso dell’utile è, dunque, legato ai minori accantonamenti sui crediti a rischio, su cui, però, nei prossimi mesi potrebbero esserci dei peggioramenti (non solo per Banco BPM, ma per tutto il sistema bancario). Inoltre, i vertici del gruppo hanno buttato acqua sul fuoco per quanto riguarda il tema delle aggregazioni, che sembrano ancora lontane. Per questo il mercato è parso un po’ deluso. Noi confermiamo il consiglio: se hai le azioni, vendile.
Il settore automobilistico è stato frenato dalle BMW (103,78 euro; Isin DE0005190003), che si avviano a chiudere la settimana con un calo del 6,7% dopo che il gruppo ha dovuto rivedere al ribasso gli obiettivi sul livello di cassa alla fine dell’anno per effetto del costo maggiore per gli investimenti relativi all’elettrificazione della gamma di auto. Non ci spaventiamo: se hai le azioni, puoi mantenerle.
Tra i settori che meglio si sono difesi in una settimana generalmente negativa c’è quello farmaceutico, grazie alle Merck (105,64 Usd; Isin US58933Y1055) che si avviano a chiudere la settimana sostanzialmente invariate dopo che i vertici del gruppo hanno alzato le previsioni sulle vendite alla fine del 2023. Se hai le azioni, mantienile.
Buon andamento anche per il settore petrolifero, con il prezzo del greggio di qualità brent che è tornato ad affacciarsi sopra gli 85 dollari al barile per effetto della decisione dell’Arabia Saudita di mantenere un ritmo rallentato dell’attività delle trivelle (significa una maggiore scarsità di greggio sul mercato) almeno fino alla fine di settembre. Se hai azioni del settore petrolifero, però, limitati a mantenerle.
Sempre in Germania da segnalare anche il tonfo delle azioni Deutsche Post (44 euro; Isin DE0005552004) che si avviano a chiudere la settimana con un calo del 6,1%. Il gruppo (che ora di chiama DHL per riflettere meglio la natura di spedizioniere) ha sì rivisto le sue previsioni di utile operativo per il 2023, stimando un intervallo compreso tra 6,2 e 7 miliardi di euro contro i 6 e 7 miliardi precedenti, ma il mercato si aspettava un po’ di meglio. Si tratta, comunque, di prese di beneficio (dopo la corsa registrata dal titolo in questo 2023) che non ci spaventano. Restiamo, infatti, fiduciosi nella capacità del gruppo tedesco di continuare il suo sviluppo, anche in un contesto economico che potrebbe restare debole, grazie a solide posizioni in aree di crescita come l’e-commerce. Confermiamo le nostre stime sugli utili e il nostro consiglio su questo titolo di qualità e a rischio relativamente basso. Acquista.
Tra le società che hanno presentato i conti trimestrali c’è anche la Kraft Heinz (35,59 Usd; Isin US5007541064) che si avvia a chiudere la settimana in calo di circa l’1,6%. Il colosso alimentare americano ha continuato ad aumentare i prezzi nel secondo trimestre (+11%) per far fronte alla crescita dei costi. Tale politica di prezzo, pur comportando un calo dei volumi di vendita (-7%), ha consentito di difendere la propria redditività, con un margine operativo del 20,5% rispetto al 17,9% del 2° trimestre 2022. Forte di questo risultato, il gruppo mantiene i suoi obiettivi per il 2023, tra cui una crescita dell’attività tra il 4% e il 6% e un aumento dell’utile industriale della stessa entità. Non confermiamo le nostre stime e il nostro consiglio: acquista.
Le variazioni e i prezzi riportati sono quelli rilevati e disponibili tra le 15:15 e le 15:30 (per tenere conto delle aperture del mercato americano) del 4 agosto 2023.
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