Comincia la Mostra del Cinema di Venezia: come godersela anche in Borsa

Mostra del cinema di Venezia
Mostra del cinema di Venezia
Solo in Italia, il film Barbie al 28 agosto era stato visto da circa 4,1 milioni di persone e aveva registrato un incasso complessivo di circa 30,3 milioni di euro. Sono numeri da capogiro se pensi che qui da noi solo un film nel 2022 aveva superato la soglia dei 20 milioni d’incasso e che gli altri 5 più visti non avevano superato i 15 milioni d’incasso complessivo. Inoltre, l’incasso di Barbie è già al momento superiore a quello registrato dalla stragrande maggioranza dei film nel 2019, epoca pre-pandemica (allora il più visto era stato Il Re Leone, con 37,5 milioni d’incasso). In tutto il mondo Barbie ha incassato alla stessa data 1,34 miliardi di dollari: dallo scoppio della pandemia solo due film hanno fatto meglio (Avatar – La via dell’Acqua, circa 2,3 miliardi di Usd, e Top Gun: Maverick, quasi 1,5 miliardi di Usd).
Il fenomeno Barbie sembra, però, poter non restare isolato. C’è già stato il grande successo di Super Mario Bros – il Film (circa 1,36 miliardi di dollari d’incasso nel mondo, 20,4 milioni di euro solo in Italia) e sembra esplodere il fenomeno Oppenheimer, film che è stato rilasciato solo il 23 agosto a livello mondiale e che in meno di una settimana di programmazione ha già registrato circa 10,2 milioni d’incasso in Italia e circa 778 milioni di dollari nel mondo (già il 4° incasso di tutto il 2023 a livello mondiale). Insomma, è tornata definitivamente la voglia di tornare al cinema?
È quello che si augurano in particolare i gestori delle sale cinematografiche, che hanno sofferto tanto negli ultimi anni: ancora nel 2022 gli incassi mondiali al botteghino si erano attestati a circa 26 miliardi di dollari, in calo di circa il 40% rispetto ai valori del 2019. La pandemia ha inciso in maniera drammatica sul settore, in primo luogo per le chiusure delle sale e le politiche sui distanziamenti sociali – il 2020 è stato un anno orribile per il settore delle sale cinematografiche, con gli incassi complessivi al botteghino crollati del 72% rispetto ai valori del 2019 – e in seconda battuta per aver abituato i consumatori a fruire dei film dal divano grazie alle piattaforme di streaming. Un fenomeno che è stato aiutato anche dalla politica di diversi distributori che hanno fatto uscire contemporaneamente i film sia nei cinema, sia sulle piattaforme online. Tutto questo ha lasciato segni pesanti nel settore, al punto che circa un anno fa la seconda società più importante al mondo nella gestione delle sale cinematografiche, Cineworld, è dovuta entrare in Chapter11 (una sorta di concordato preventivo) per cercare di salvare il salvabile – alla fine non è fallita, ma gli azionisti hanno perso tutto.
Il vento, però, grazie anche al successo dei film suddetti, sembra cambiare. Per esempio, già nei primi 15 giorni di giugno in Italia le presenze in sala erano aumentate del 25% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 35% rispetto alla media del periodo 2017-2019. Si stima che a fine anno gli incassi complessivi cinematografici possano anche avvicinarsi ai 35 miliardi di dollari; un dato ancora inferiore del 17% rispetto al dato del 2019, ma in progresso di quasi il 35% rispetto al 2022. Se a questo ci aggiungiamo che la politica dei distributori sembra tornata alle origini – non più uscite contemporanee al cinema e sulle piattaforme streaming – e che c’è stata la fine delle restrizioni pandemiche anche in Cina, troviamo motivi per scommettere che gli incassi delle sale cinematografiche possano continuare a salire. Come scommettere sul fatto che questo effettivamente accada?
Noi suggeriamo di acquistare le azioni del gestore di sale cinematografiche Kinepolis (43,7 euro alla chiusura del 29 agosto; Isin BE0974274061), gruppo che gestisce circa 100 sale in 9 Paesi nel mondo (soprattutto Benelux e Nord America; non è presente, invece, in Italia). Ci piace per tre ordini di motivi.
Primo: è leader di mercato nel Belgio, uno dei Paesi che ha mostrato recentemente una delle propensioni maggiori a frequentare le sale cinematografiche (nel 2022 in Belgio il totale degli spettatori paganti è stato di circa il 21% inferiore a quello del 2019, contro il -35% medio per l’Unione Europea e il -54% dell’Italia).
Secondo: a differenza dei concorrenti, il gruppo possiede circa la metà delle proprie sale, fatto che riduce la necessità di finanziarsi per il pagamento degli affitti e fa sì che il debito sia su valori accettabili. Per esempio, stando ai dati forniti da Refinitiv Datastream, il rapporto tra debito netto e utile industriale (Ebitda) atteso da qui a 12 mesi è pari a circa 2,7 per Kinepolis contro i circa 12 di Amc Entertainment (10,91 Usd alla chiusura del 29 agosto, Isin US00165C3025; non acquistare), il principale operatore negli Usa.
Terzo: è uno dei pionieri nell’innovazione dell’esperienza al cinema (dagli eventi che precedono e seguono il film, all’utilizzo delle sale anche per conferenze/eventi). Non per nulla, nel corso della prima metà del 2023 il gruppo ha registrato risultati nettamente in crescita rispetto alla prima parte del 2022, con un utile per azione più che raddoppiato, ma, soprattutto, ha mostrato una crescita rispetto alla prima parte del 2019 sia dei ricavi (+19%), sia degli utili industriali (+8,5%), sia dell’utile netto per azione (a 0,77 euro contro gli 0,70 euro della prima parte del 2019).
Insomma, il gruppo ha gestito bene il periodo difficile e ha dimostrato di aver fatto gli investimenti giusti per crescere, senza penalizzare gli utili. Secondo noi, le azioni meritano una scommessa. Attenzione, però, ai rischi, che rendono l’investimento non adatto agli investitori più prudenti. Primo: un rallentamento economico che possa limitare la spesa dei consumatori in un bene comunque voluttuario come quello cinematografico. Secondo: il protrarsi dello sciopero degli autori e degli attori a Hollywood che comporti la cancellazione o lo slittamento ulteriore dei film (i film Usa sono quelli dominanti anche in Europa, se non arrivano in sala, gli incassi calano). Le azioni Kinepolis sono quotate a Bruxelles, una Borsa che potresti far fatica a raggiungere con alcune piattaforme di trading online – puoi farlo, però, sia con Directa, sia con InvestoPro (per i vantaggi con tali piattaforme vedi qui se sei abbonato ad Investi e qui se sei socio Altroconsumo).
I dati sugli incassi e le presenze di spettatori al cinema sono forniti da Cinetel per l’Italia, dalla Unic per l’Europa e da Box Office Mojo e Unic per quelli mondiali.
Kinepolis: una scommessa sulla riscossa del cinema
Pur avendo dovuto subire delle chiusure forzate durante la pandemia, le azioni Kinepolis (grassetto; base 100) hanno retto sorprendentemente bene anche rispetto al resto dalla Borsa belga (linea sottile). È un segnale della capacità del gruppo di saper innovare e investire per intercettare il gusto dei consumatori. Se la ripresa delle presenze al cinema dovesse continuare, le azioni Kinepolis potrebbero beneficarne. Valgono una scommessa.
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